Parlare di Project Zero è come risvegliare in noi quel senso di angoscia e terrore per le presenze soprannaturali sotto forma di fantasmi che incutono paura al protagonista o ai protagonisti che cercano di risolvere i misteri che aleggiano all'interno di storie più o meno tragiche avvenute anni prima.
Come ben sapete, in Giappone la serie è nota come Fatal Frame... e non a caso: in ogni gioco del brand - nato nel 2001 ai tempi di PlayStation 2 - l'arma contro le entità spirituali è la famosa Camera Oscura dotata di proprietà in grado di colpire e annientare i fantasmi. Proprio la camera può infliggere un colpo speciale chiamato Fatal Frame causando gravi danni con la possibilità di concatenare altri “attacchi” per creare combo. La forza di questa serie è quella di creare una sensazione di ansia e di continua tensione al giocatore, poiché i fantasmi possono manifestarsi da un momento all'altro sia in senso di semplice apparizione che di attacco verso il personaggio. Il sonoro non fa altro che amplificare l'angoscia mentre si esplorano i diversi ambienti di gioco.
Il 9 marzo scorso Koei Tecmo ha pubblicato la rimasterizzazione del quarto episodio, mai uscito dal Sol Levante localizzandolo in inglese, francese e tedesco rendendolo quindi fruibile ai giocatori di tutto il mondo. Stiamo parlando di Project Zero: Mask of the Lunar Eclipse uscito nel 2008 su Nintendo Wii. Vi anticipiamo che oltre al rifacimento (in parte) grafico, il gioco è ancorato alle meccaniche originali vecchie di tre generazioni. Di conseguenza parliamo di un gameplay abbastanza di nicchia che ai tempi di oggi è considerato legnoso... e non a caso!
Andiamo a scoprire il quarto capitolo della serie Project Zero nella nostra recensione!
La saga di Project Zero è legata fortemente alla cultura e al foklore giapponese. Anche per questo ha fatto fatica a farsi conoscere in occidente. Per di più le meccaniche di gioco non si sono evolute più di tanto, relegandola ad una serie per pochi affezionati nonostante una forte tinta horror e un gameplay potenzialmente intrigante. Questo quarto episodio della serie è probabilmente il migliore in quanto a storia e differenziazione del gameplay, grazie all'alternarsi di più protagonisti e all'upgrade della Camera Oscura.
La storia che fa da sfondo a Project Zero: Mask of the Lunar Eclipse lega le vite dei protagonisti che si alterneranno durante i capitoli. L'asse portante verte sul Rito della Discesa eseguito durante un'Eclissi di Luna in un preciso luogo nell'Isola di Rogetsu che ha coinvolto una figura chiamata “Vessel” e cinque bambine che supportavano il rito. Lo scopo è quello di far trascendere gli spiriti dei morti nel mondo reale per farle passare, poi, in un luogo di pace. Il filtro di questo “passaggio” sono le maschere indossate da ognuno degli attori e del pubblico presenti al rito.
Dopo quest'evento, sono accaduti fatti strani e misteriosi che hanno coinvolto strane morti di comuni cittadini e di quelli all'interno dell'ospedale dell'isola. Inoltre si sono manifestati strani sintomi, uno di questi chiamato moonlight syndrome che ha coinvolto anche le cinque bambine presenti attivamente al rito. Scopriremo tantissimo sulla storia (che non vogliamo svelarvi) attraverso documenti, file e altro, nonché le manifestazioni spettrali che raccontano parte di ciò che è successo nell'isola. Questa, da luogo di turismo, è divenuta nel corso degli anni un territorio desolato e pericoloso.
Uno dei punti di forza di Project Zero: Mask of the Lunar Eclipse è proprio la storia legata ad una lore davvero ampia e sfaccettata in grado di coinvolgere maggiormente il giocatore all'interno dei fatti dell'isola di Rogetsu,
La storia si dipanerà attraverso 12 fasi, come quelle lunari, che c'impartiranno tutti gli strumenti per utilizzare la Camera Oscura e l'equipaggiamento legato sia alla camera che alla salute per ogni personaggio che guideremo all'interno di ogni fase. Dopo le apparizioni delle prime entità spirituali, dovremo fronteggiare i primi fantasmi che ci attaccheranno.
Il funzionamento della Camera Oscura si basa sullo scatto, legato all'uso di specifiche pellicole e al supporto delle lenti - che è possibile applicare - con effetti diversi sui fantasmi. La Camera è in grado d'indicare la presenza di uno o più fantasmi e altre fonti soprannaturali che ci aiuteranno a progredire trovando oggetti utili e sbloccando porte bloccate e risolvendo alcuni degli enigmi (mai realmente difficili) che incontreremo nel corso dell'avventura.
Oltre a combattere i fantasmi, la parte del leone la fa l'esplorazione degli ambienti allo scopo di trovare oggetti e potenziamenti per evolvere la Camera Oscura. Questi si trovano illuminando con la torcia precisi punti dello scenario; un aiuto lo darà un'icona in basso a destra che s'illumina di blu se si trova uno oggetto o una specifica interazione importante ai fini del gioco. Se una o più porte di una stanza non si aprono, vuol dire che va risolto un enigma o trovato un oggetto al fine di poter proseguire. Se non sapremo dove andare saranno le stesse apparizioni a indicarci la strada, anche se alcune di esse saranno i fantasmi da affrontare successivamente.
A partire da un capitolo specifico controlleremo un personaggio maschile che ha con sé una speciale torcia detta Spirit Stone Flashlight in grado di attaccare i fantasmi e anche di scattare foto attraverso una lente che è possibile applicare. Il potenziamento della camera oscura e della torcia è legato al ritrovamento di due tipologie di cristalli: quelli blu e rossi. I primi per la camera e la torcia, i secondi per le lenti.
Durante i capitoli alterneremo le due “armi”, con la differenza che la torcia è più agevole per affrontare i fantasmi avvicinandoci ad un'esperienza più “arcade” rispetto alla camera scura, decisamente più tecnica. Anche con i personaggi femminili ci saranno delle variazioni sull'uso della camera oscura, quindi nella sua globalità l'offerta che mette sul tavolo questa remaster è abbastanza interessante nonostante un gameplay lento e abbastanza macchinoso, visto che le meccaniche sono vecchie di 15 anni.
Project Zero: Mask of the Lunar Eclipse si avvale di 41 trofei suddivisi in 26 di Bronzo, 10 d'Argento, 4 d'Oro e l'ambito Platino. Per ottenerli tutti servirà essere dei maestri con la camera oscura. Ci sarà bisogno di una seconda run ottenendo la valutazione massima nelle missioni che si sbloccheranno, fotografare tutti i fantasmi e i Revenants, ottenere tutti numerosi collezionabili tra documenti, bambole e altro. Insomma, bisognerà macinare ore e pazienza per ambire al trofeo per eccellenza.
Tecnicamente la remaster del quarto gioco della serie Project Zero è più che altro un adattamento in alta definizione dell'originale uscito su Nintendo Wii nel 2008. Nella nostra prova fatta su PlayStation 5 l'unica caratteristica che colpisce all'occhio sono i 60 fotogrammi al secondo, per tutto il resto abbiamo texture semplici e pixellose con ambienti in 3D semplistici e spogli nonostante una risoluzione a 4K. I caricamenti li abbiamo trovati abbastanza veloci pur non gridando al miracolo.
Visivamente la versione PlayStation 4 (che abbiamo testato) è praticamente identica alla sorella maggiore, con la differenza che gira a 30 fotogrammi al secondo. Nonostante un comparto grafico molto semplice ci saremmo aspettati un framerate doppio, ma anche così - visto il gameplay lento e votato più all'esplorazione - la fruizione rimane buona a patto che accettiate tutti i compromessi tecnici e di meccaniche vecchie di tre generazioni.
Una volta terminata la prima run, si sbloccheranno diversi contenuti favorendo un certa rigiocabilità. Non solo potremo giocare a specifiche missioni per ottenere una valutazione in base al nostro operato, ma l'equipaggiamento si avvarrà di nuove e più potenti lenti, nuovi costumi e accessori per tutti i personaggi (Ruka Minasuki, Madoka Tsukimori, Misaki Aso e Choshiro Kirishima), la galleria dove vedere le foto dei fantasmi e i filmati di gioco, nonché il New Game+ dove si potrà affrontare l'avventura con tutti i potenziamenti acquisiti in precedenza. Decisamente un ottimo incentivo per giocarlo di nuovo, magari alla massima difficoltà.
Parliamoci chiaro, questa remaster ha sì migliorato e ottimizzato l'originale del 2008 ma il gameplay è lento e legnoso come una bella e vecchia macchina, ma difficile da guidare. All'inizio bisogna scontrarsi con il movimento della/del protagonista in terza persona piuttosto lento, tanto che la corsa possiamo definirla come una camminata veloce e anche poco realistica, nonostante potremo girarci immediatamente di 180 gradi premendo una delle levette analogiche. Anche l'utilizzo della torcia, per illuminare l'ambiente circostante, non è immediato e serve prenderci la mano. Lo stesso dicasi per la camera oscura, con un'inquadratura ristretta, non avendo un ampio campo per colpire i fantasmi quando se ne presenteranno più di uno. A volte alcuni scatti non andranno a buon fine, ma se ben usata qualche soddisfazione la otterremo combinando al meglio l'uso delle lenti, delle pellicole e del Fatal Frame.
Nonostante una certa ripetitività con le apparizioni dei fantasmi e una certa legnosità del gameplay, l'esplorazione e l'atmosfera ansiogena e quasi sempre buia sono ancora intriganti generando quella voglia al giocatore (soprattutto a chi ama le avventure di stampo horror) di proseguire e scoprire i risvolti di una storia interessante e ben scritta anche se non localizzata nella nostra lingua con il doppiaggio esclusivamente in giapponese. Come abbiamo detto all'inizio la narrazione e la lore sono i punti di forza del gioco, mentre gli enigmi - non presenti in gran numero - sono davvero semplici da portare a termine tranne un paio dove bisogna spremere un tantino le meningi.
Se accettate gli evidenti compromessi tecnici e di gameplay, questa remaster del quarto episodio della saga di Project Zero saprà coinvolgervi più di quanto pensiate, grazie anche una certa rigiocabilità dopo averlo terminato la prima volta. Di certo il prezzo di vendita non invoglia all'acquisto, ma se lo trovate in offerta e amate le atmosfere ansiogene di stampo horror Project Zero: Mask of the Lunar Eclipse potrebbe fare al caso vostro.
Modus Operandi:
Abbiamo affrontato i fantasmi e gli orrori di Rogetsu Isle, con la nostra fida camera oscura e la spirit stone flashlight, grazie ad un codice datoci da Koei Tecmo Europe.