L'esordio di NieR, sequel di Drakengard e predecessore del riuscitissimo Nier Automata, è stato tutt'altro che memorabile. Il gioco concepito da Yoko Taro, a quel tempo sviluppato dai nipponici Cavia, rappresentò l'ultima opera della software house e al contempo un azzardo videoludico forse troppo avanti con i tempi. Presa da altre uscite ben più blasonate, la stampa di allora bocciò inesorabilmente l'uscita di NieR facendo leva su una visione troppo avveniristica, su meccaniche di gameplay poco accurate e perfino su una narrazione a tratti altalenante. In Giappone il gioco fu pubblicato in due diverse versioni: Replicant e Gestalt, differenti per la scelta del protagonista e del suo legame con la piccola Yonah. In Replicant impersonavamo il fratello della ragazza mentre in Gestalt il burbero padre. Dopo lo straripante successo di Automata, i ragazzi di Toylogic supportati naturalmente da Yoko Taro e supervisionati da PlatinumGames hanno deciso di chiudere il cerchio, facendo conoscere al mondo un gioco che ormai era passato al dimenticatoio ma che, in fondo ha una storia che merita di essere raccontata. Quello che ci troviamo davanti, va detto fin da subito, non è una semplice remastered, dato che il gioco è stato ritoccato nella struttura, nel comparto tecnico e perfino nel gameplay, generando un mix finale che potremmo definire ben più di un remake.
Il gioco inizia nell'estate del 2053, in una Tokyo post-apocalittica con una piccola ragazza sofferente, Yonah, supportata dal fratello NieR che prova a difenderla da alcune malefiche ombre che hanno fatto capolino nel nostro mondo. Il prologo iniziale serve fondamentalmente per farci prendere confidenza con i comandi di gioco e introdurre l'alternanza nell'uso delle armi e della magia che ci accompagnerà poi per tutta l'avventura. Le ombre non sono difficili da sconfiggere, ma sono tante e ci costringeranno a continui spostamenti per non farci colpire: la prima impressione comunque è quella di un combat system tutto sommato semplice anche se "caciarone" ma, per l'appunto, si tratta solo della prima impressione.
Immediatamente dopo il gioco fa un balzo avanti di 1400 anni ingannando la nostra vista con un'ambientazione più antica nelle strutture dei suoi componenti a prima vista, con castelli, ponti e fossati vari. Ad un secondo colpo d'occhio però notiamo residui di una civiltà passata a giustificare una "regressione" della razza umana che, dopo aver conosciuto l'apice del progresso tecnologico ha tirato di botto il freno a mano per tornare indietro sui propri passi. Spazio quindi a biblioteche enormi, mercanti in piazza, erbe da raccogliere e una pletora di scenari che potrebbero cronologicamente collocarsi in un "futuristico medioevo".
Superato lo sbigottimento iniziale ci ritroviamo con una sempre più ammalata Yonah, affetta da uno strano morbo che fa comparire strani simboli runici su tutto il suo corpo e che le cronache del tempo chiamano Necrografia. Inizialmente faremo capolino più volte dalla bibliotecaria Popola che, oltre ad assegnarci semplici missioni ci permetterà in una di esse la scoperta di nuovi scenari e soprattutto di una via d'uscita per la salvezza di nostra sorella.
Tra missioni principali e secondarie avanzeremo pian piano nella storia non potendo fare a meno di apprezzare la struttura di gioco che riesce, grazie alla sapiente regia di Yoko Taro a differenziarsi in tutto e per tutto, più nel bene che nel male, da quello che offrono i prodotti concorrenti presenti sul mercato. Lungi da noi l'idea di fastidiosi spoiler anche perché la trama di gioco, integrata ulteriormente rispetto la versione originale con nuove cutscenes e altrettanto nuovi approfondimenti, merita di essere goduta appieno senza fastidiose anticipazioni.
A palesarsi subito è la caratterizzazione dei personaggi: sentimenti come la dolce malinconia/rassegnazione di Yonah, il coraggio/determinazione di NieR e la personalità di Emil e Kainé che incontreremo più avanti sono subito percepibili dal giocatore, soprattutto per la profondità dei dialoghi che calcano profondamente la mano sull'atmosfera di rassegnazione che ormai pervade tutto l'ambiente di gioco. Ce ne accorgiamo quando parliamo con gli abitanti del primo villaggio ma anche quando interagiamo con i vari NPC che incontriamo passo dopo passo, soprattutto quando ci lasciamo trasportare dalle note della Song of the Ancients cantate da una ragazza vicino a una fontana che ci raccontano storie antiche, per noi incomprensibili, ma che riescono comunque a comunicare sentimenti profondi. Non si può in ogni caso restare insensibili di fronte all'atmosfera di gioco anche perché la percezione è che da un momento all'altro possa succedere qualcosa in grado di risvegliare la popolazione di NieR Replicant da quello strano torpore. D'altronde una narrazione a base di colpi di scena è proprio nelle corde di Yoko Taro e, pur non anticipando nulla, possiamo assicurarvi che non resterete affatto delusi.
A riprova di quanto detto ci sono i continui cambi di inquadratura che alternano una visuale in terza persona ad altre a volo d'uccello, ad altre ancora a visione laterale tipo platform. Allo stesso modo il gameplay alterna, a seconda della visuale e del contesto, tratti di vero e proprio shoot'em up, tipo sul carrello della miniera nel Cumulo di Ciarpame, alla risoluzione di puzzle ambientali, scene di avventura vera e propria e lunghi tratti di esplorazione conditi con una dose non indifferente, come è giusto che sia, di crescita ed evoluzione del personaggio principale.
Del resto come dicevamo, il gioco ha subìto un restyling praticamente completo compreso il combat system adesso più articolato anche grazie alla sensibilità dei nuovi controller. A non mancare è la splendida armonia dei paesaggi che pur non eccellendo in dettagli grafici e parti in movimento, riescono a coinvolgerci, integrandosi perfettamente con i tempi dettati dalla narrazione: la sensazione di un mondo andato ormai in rovina è percettibile in ogni angolo, complice la combinazione di urbanizzazione (o quel che ne resta) e natura che descrive perfettamente l'ambientazione post-apocalittica alla base della storia. Eppure i richiami a un passato nostalgico ci sono tutti dalle musiche d'atmosfera ai documenti trovati in giro, perfino nelle storie arcane raccontate dai vari cantastorie come quando, incontrando il Grimoire Weiss, ci viene narrata di una antica lotta tra libro bianco e libro nero, vera e propria metafora della lotta fra il bene e il male. Il male, appunto, che sta divorando Yonah dall'interno e che ci rende forti, coraggiosi e pronti a tutti pur di impedire il trionfo delle tenebre.
Il combat system di NieR Replicant è caratterizzato dall'uso combinato delle armi e, una volta incontrato il libro bianco, anche della magia. Le varie armi le troveremo naturalmente in giro durante le missioni e potremo comunque acquistarle nei vari mercatini disseminati un po' ovunque. Ognuna di esse ha delle caratteristiche fondamentali che potranno essere modificate e migliorate trovando i giusti oggetti in giro. Le sezioni di combattimento sono comunque molto caotiche con intere orde di ombre che proveranno ad attaccarci da ogni lato e ci costringeranno a continui spostamenti e schivate per poter avere ragione dei nemici. Man mano che si avanza nel gioco le cose si faranno un po' più difficili, anche se il livello di difficoltà rimane comunque abbordabile, soprattutto nelle boss fight che ci costringeranno a studiare i vari pattern di attacco per evitare di soccombere. Importante sarà l'assegnazione della giusta arma - anche se si finisce per optare sempre per la più potente - tramite il menu start del gioco.
Una volta acquisiti i poteri magici potremo invece assegnare due magie per volta ai grilletti posteriori del controller LB e RB. Naturalmente le magie richiedono energia PM (visualizzabile in alto sullo schermo) che, fortunatamente si ricarica evitando naturalmente di farsi colpire. Ogni magia può essere utilizzata per un attacco veloce oppure, tenendo premuto il rispettivo tasto più a lungo, per un attacco più potente che, naturalmente prosciugherà le nostre riserve magiche. Ad ogni modo sia armi che magie possono essere potenziati con l'associazione di varie parole magiche che troveremo nei vari combattimenti contro le ombre e che, se ben abbinate, ci consentiranno di migliorare anche le nostre attitudini alle arti marziali (leggi movimento) concentrandosi specialmente su parate e schivate.