Recensione PC
PC
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Titolo del gioco:
Everspace 2
Anno di uscita:
2023
Genere:
Sparatutto spaziale / Azione / GdR
Sviluppatore:
ROCKFISH Games
Produttore:
ROCKFISH Games
Distributore:
Steam
Multiplayer:
Assente
Localizzazione:
Solo testo (no audio)
Requisiti minimi:
Sistema operativo: Windows 10 64-bit - CPU: Intel Core i5-2500K a 2.9 GHz o AMD FX 6300 a 2.9GHz - Memoria: 8 GB di RAM - Scheda video: Nvidia GeForce GTX 970 (4 GB) o AMD Radeon RX 6400 (4GB) - DirectX: Versione 11 Hard disk: 35 GB di spazio disponibile - Prezzo: €49,99
Box
  • Graficamente il lavoro degli sviluppatori &egrave; superbo.
  • Da notare i giochi di luce dei reattori della nostra navicella.
  • Come detto durante la recensione ci sono scorci paesaggistici molto belli.
  • Avvicinarsi alle superfici dei pianeti &egrave; spettacolare, caratteristica che mancava nel primo episodio.
  • Quello sembra un relitto pieno di risorse tutto da depredare, ma non sar&agrave; facile.
  • I cannoni laser sono efficaci: il problema sar&agrave; riuscire a permettersi quell'astronave
  • Occhio agli asteroidi, non sono messi l&igrave; come scelta estetica, ma danneggiano lo scafo.
  • Notare in questa immagine la cura per i dettagli.
  • L'effetto pioggia acida su questo pianeta &egrave; stupendo. Bisogna vederlo per crederci.
  • Molte missioni saranno in spazi stretti e angusti. Servir&agrave; precisione di manovra.
  • Si prospetta un nuovo enigma ambientale. Non sono difficili per fortuna.
  • Una delle prime missioni: sono utilissime per familiarizzare con i comandi.
  • L'inventario pu&ograve; sembrare eccessivamente vasto. Bisogna solo prenderci la mano.
  • Ecco una delle scene di intermezzo in stile fumetto.
  • Una volta giunti in un hangar potremo fare praticamente un sacco di cose, ma non dimentichiamo di riparare i danni.
  • Demolire una nave come quella non &egrave; semplice, soprattutto perch&eacute; quasi sempre ben scortata.
  • Occhio a quelle meduse volanti. Non sono proprio amichevoli...
Redattore: Giuseppe 'Isg71' Iraci Sareri
Pubblicato il: 02-05-2023
E ci troviamo ancora nello spazio a sudare, faticare, rischiare la vita pur di raggiungere la meritata pensione...

Il cenno al giusto riposo dopo una vita lavorativa stressante non è assolutamente fuori luogo quando parliamo di Everspace 2: a parte l'ambientazione, infatti, l'obiettivo finale del protagonista è l'altro (forse unico) elemento che accomuna il nuovo gioco di Rockfish Games al primo capitolo della saga uscito nel 2017. Poi tutta una serie di modifiche, aggiustamenti, miglioramenti, finiscono per rendere i due giochi profondamente diversi. Da uno stampo roguelite del primo episodio siamo passati ad un action GDR nel secondo con una corposa estensione dell'universo esplorabile, delle missioni e, di conseguenza, del divertimento.


Solo la trama, almeno nelle fasi iniziali, sembra volerci connettere all'esperienza passata richiamando il protagonista, Adam Roslin, come uno dei cloni sopravvissuti alla fine del primo Everspace ma adesso tirato fuori dalla ciclicità tipica di una clonazione per renderlo un essere umano senziente, autonomo e soprattutto mortale. Naturalmente rimangono tanti dubbi, che attanaglieranno coloro che hanno completato il primo capitolo della serie e che rimarranno adesso con un bel pugno di domande senza risposta. Diciamo fin da subito quindi che la narrazione non ha un ruolo fondamentale nella produzione, gli sviluppatori hanno preferito puntare più sul gameplay: andiamo quindi con ordine nella nostra recensione.

CHE VITA DI STENTI E DI PRIVAZIONI...

All'inizio del gioco alcune brevi cutscenes parecchio statiche, in stile fumettistico, provano a connettere i due capitoli a distanza di ormai 6 anni, riuscendoci solo parzialmente. A contare veramente però è la scelta degli sviluppatori di buttarci subito nella mischia iniziando una sorta di tutorial in-game, ottimamente strutturato che attraverso semplici missioni "minerarie" ci aiuta a prendere confidenza con i comandi di gioco. Fin da subito emerge la natura arcade dell'avventura a discapito di una componente simulativa che non vuole mai spostare la nostra attenzione sulla precisione delle manovre della navicella quanto sulla responsività dei comandi e sulla velocità delle azioni. Inizialmente la nave sembra poco controllabile, soprattutto gestendone i movimenti con le levette analogiche del controller tuttavia la sensazione iniziale, fortunatamente poi suffragata anche da tutto il resto, è che bastino pochi minuti di gioco per padroneggiare il nostro veicolo alla grande.


Il nostro Adam comunque punta sempre allo stesso, identico, obiettivo: raggranellare abbastanza risorse per potersi poi ritirare a vita privata su Eden-6: a tal proposito le promesse di fama e ricchezze avanzate dal nuovo compagno di viaggio Dax Bashar sono un incentivo più che sufficiente. Naturalmente a spaventare, almeno inizialmente, potrebbe contribuire la vastità dell'open world ambientato nello spazio (per definizione proprio infinito) anche se, tra una missione e l'altra, il rischio di perdersi è scongiurato da ottimi indicatori su schermo che, come radio-fari, ci tirano fuori dall'impiccio non appena ci perdiamo.

UN PO' TROPPO AFFOLLATO QUESTO SPAZIO

A volerci rompere le uova nel paniere provvedono una quantità enorme e diversificata di ostacoli sotto la forma di alieni Okkar, banditi spaziali, forze coloniali, la multinazionale assicurativa Grady & Brunt e altro che lasciamo a voi il piacere di scoprire. Nel mezzo tantissimi posti da esplorare, per un totale di ben sei sistemi stellari, e altrettanti personaggi con i quali interagire, prevalentemente mercanti senza scrupoli, pronti a venderci l'impossibile naturalmente facendocelo pagare a caro prezzo oppure a "venirci incontro" affidandoci missioni secondarie tutt'altro che semplici. Spesso ci tocca risolvere alcuni enigmi ambientali, come quando raccogliamo le sfere di energia e le posizioniamo nelle varie prese per aprire container sigillati oppure quando dovremo liberare l'ostacolo che blocca l'accesso a un relitto o anche quando dobbiamo riparare delle antenne di trasmissione disassemblate dal buontempone di turno. Altre volte invece ci tocca affrontare in combattimento nemici pronti a farci la buccia in sezioni di combattimento particolarmente adrenaliniche e spettacolari. I due lunghi anni di accesso anticipato, comunque, hanno giovato agli sviluppatori, grazie anche e soprattutto ai feedback degli utenti con il risultato di poter presentare un prodotto finale che compensa un budget per forza di cose limitato con l'equilibrio e l'intelligenza nel gameplay.

UN ARSENALE DI TUTTO RISPETTO

Fin dalle prime partite si percepisce il potenziale della nostra astronave, dotata in partenza di due tipi diversi di cannoni e di scudi energetici abbastanza basici ma comunque abbastanza manovrabile e veloce il giusto per superare le prime scaramucce spaziali. Recandoci però nel primo hangar, giusto il tempo di leccarsi le ferite dopo i primi scontri, ci si apre un intero mondo: ci troviamo davanti un menu molto corposo che spazia dal magazzino (leggi stiva) della nave allo stesso hangar, a una sezione creazione, poi inventario, nave, mappa, missioni e dati. Dedicando, come è giusto che sia, un po' di tempo a studiare le varie voci ci perdiamo un po' per la vastità di opzioni disponibili. La nave può essere personalizzata in ogni suo aspetto, naturalmente pagando il giusto prezzo, a partire dai cannoni, fino agli scudi di energia, alle armi speciali e a molto altro. Inoltre ogni arma può essere potenziata a sua volta in concomitanza del nostro aumento di livello (raccogliendo punti esperienza nelle varie missioni) e ovviamente dei token potenziamento che abbiamo guadagnato e possiamo investire. I dispositivi, genericamente suddivisi in bellici e di supporto, sono davvero tanti e molti altri potremo ovviamente acquistarli dai vari mercanti. Proseguendo nel gioco sarà poi possibile cambiare addirittura la stessa astronave, potendo scegliere tra 9 classi disponibili e con diverse caratteristiche di bilanciamento tra velocità e robustezza ma, vi avvisiamo, i costi che dovrete sostenere saranno il più delle volte al limite del proibitivo.

Assolutamente non trascurabile è la sezione creazione che si riferisce, come è logico intuire, al crafting più sfrenato portato avanti non solo raccogliendo i giusti oggetti nelle varie missioni principali e secondarie ma anche procurandosi i progetti dai vari mercanti giusto per fare un esempio. Se ci si dedica un po' di tempo si riesce a realizzare componenti assolutamente di tutto rispetto. La sezione inventario invece ci mette un po' in difficoltà: dopo le prime missioni, un occhio alla nostra stiva ci mostrerà una quantità enorme di oggetti raccolti in giro, tutti ottimamente descritti da apposite didascalie ma siamo davanti al caso in cui l'abbondanza diventa problematica. Il rischio infatti è quello di perdersi un po' non riuscendo magari a capire se un determinato oggetto è meglio conservarlo perché necessario a un crafting futuro oppure è il caso di venderlo ai mercanti per fare un po' di cash. Va detto però che dedicare il giusto tempo a uno studio/analisi di tutta la roba trovata in giro alla fine ripaga. Questo perché tutte le modifiche apportate alla nostra navicella non sono solo estetiche ma estremamente funzionali durante le battaglie spaziali, anzi a volte si riveleranno necessarie quando i nostri avventori alzeranno l'asticella di difficoltà verso l'alto chiedendoci un atteggiamento più strategico dell'attacco a viso aperto. Lo stesso discorso vale, naturalmente, per i diversi tipi di astronavi presenti in gioco: oltre alla capacità di manovra e alla resistenza agli attacchi nemici le navi differiscono anche per le skill secondarie (tasto X del controller abbinato alla crocetta direzionale e quindi un totale di quattro disponibili) e i finisher, veri e propri attacchi devastanti che richiedono però un certo consumo di energia.