Siamo 1999, quando la Appeal affiancata dalla Infogrames fa uscire Outcast (qui la nostra recensione dell'originale del 1999), un titolo che riscuote subito un grandissimo successo e che da lì a poco diventerà un riferimento per il genere open world ed esplorazione. Il gioco seguiva la storia dell'ex Navy SEAL Cutter Slade, che era stato affidato ad una missione importantissima come l'accompagnatore di sicurezza di tre scienziati: nell'Artico, era stata avviata una missione per costruire un portale in grado di collegare il nostro mondo ad un mondo parallelo, purtroppo però il risultato non fu quello previsto e questo portale è collassato creando un buco nero in grado di divorare il nostro pianeta. Dopo che mandarono una sonda dentro il buco nero per ispezionare il mondo dall'altro lato, scoprirono l'esistenza di una specie aliena di lucertole umane e successivamente si mobilitarono per entrare in questo strano mondo.
Ed è qui che l'avventura di Cutter Slade comincia. Dopo essersi risvegliato da solo in una casa con uno strano simbolo disegnato sul petto, uno dei lucertoloni ci spiegherà che siamo l'Ulukai che loro aspettavano da tempo per avverare la profezia di Kazar e che dobbiamo trovare i cinque Mons, degli oggetti sacri, per sconfiggere Fae Rhan ed il soldato Kroax per liberare Adelpha. Questo lucertolone che dice parole strane che non riusciamo a comprendere ci lascerà poi andare liberi per il villaggio ed il gameplay potrà finalmente cominciare. 25 anni dopo Cutter Slade torna ad Adelpha, ancora più confuso di prima per salvare il mondo ed aiutare il popolo dei Talans e nel frattempo... cercare anche di ricordarsi qualcosa della sua vita personale.
Con la sconfitta di Kroax, il gameplay di Outcast 1.1 finisce e inizia la sequenza dell'animazione finale che mostra il ritorno a casa di Cutter Slade con un più o meno lieto fine ed il salvataggio di Adelpha che però, nella cutscene iniziale di Outcast - A New Beginning ci viene mostrata nuovamente in pericolo e bisognosa di aiuto naturalmente dal medesimo Cutter Slade, che nonostante sia invecchiato in questi anni, è sempre rimasto l'ironico e simpatico personaggio che riesce a fare delle battute anche nelle situazioni più tragiche. Malgrado la nuova situazione di pericolo, Adelpha non è più minacciata da una specie natia del luogo, bensì dalla stessa razza di Cutter Slade... gli umani! E per quanto la situazione in cui si trovano gli abitanti di questo mondo a dover ricorrere ad un umano per salvare la loro razza da altri umani sia paradossale, sarà proprio questa ad essere la storia di Outcast - A New Beginning. Il risveglio di Cutter Slade su Adelpha sarà come sempre confuso, anche se molte delle cose che vedrà gli sembreranno familiari, soprattutto dopo aver incontrato Lehaz, il capo dei Guardiani dei Dolotai, che parlerà nuovamente di questo "Ulukai" e lo sottoporrà ad una missione di prova, ovvero salvare una delle guardie di Lehaz che è stata catturata, per vedere se sia effettivamente l'uomo di cui parla la loro profezia.
È a questo punto che ci rendiamo conto che la razza di invasori che sta uccidendo i Talan e rubando le loro risorse non è altro che quella umana, che come al solito sta abusando di un popolo meno sviluppato per trarne del beneficio materiale. Nonostante la nostra insistenza per tornare a casa dopo aver scoperto di avere una figlia, Lehaz spiega che non ha idea di come aiutarci e che dovremmo andare a parlare con l'Almayel se vogliamo avere una possibilità. L'Almayel è una figura potentissima, formata da due figure Talans femminili, del regno di Adelpha ed è in grado di capire i messaggi delle divinità di questa specie, gli Yods, e probabilmente è anche l'unica ad essere in grado di aiutarci. Vive su un'isola protetta da una barriera chiamata "Spear" che non può essere oltrepassata da tutti. Quindi dopo aver trovato il nostro biglietto da visita ed aver attraversato la barriera, ci ritroveremo al cospetto dell'Almayel che all'inizio ci tratterà con indifferenza e sospetto, ma dopo aver sentito una frase degli Yods in lingua natia, ci crederanno e capiranno che siamo l'Ulukai di cui parla la profezia e che dobbiamo salvare questo popolo dall'estinzione, solo allora saremo in grado di tornare a casa.
Nuove missioni portano anche degli aggiornamenti al sistema di combattimento, alla grafica, al sonoro e ad una rivisitazione generale, possiamo quindi dire che il mondo di Outcast ha portato le sue avventure dal 1999 ad un hardware moderno e riadattandole per renderle super realistiche e molto più divertenti da giocare. Le tecnologie innovative comprendono una nuova armatura in grado di farci volare in aria per un periodo breve di tempo e di farci scattare in tutte le direzioni per evitare i nemici, e addirittura planare da un punto all'altro della mappa. Le armi, a differenza di Outcast 1.1, dove erano varie e ognuna con una funzionalità diversa, sono solamente due, una pistola ed un fucile che però possono essere modificate attraverso dei moduli sparsi nella mappa che ne cambiano le caratteristiche: ad esempio un modulo fa sparare un'arma più velocemente, l'altro incrementa la portata ma ne diminuisce il danno e così via.
In totale ci sono 49 moduli sparsi nella mappa, e alcuni sono dei doppioni che però possiamo tranquillamente vendere per Zorkins, la valuta del gioco e comprare degli oggetti che possono servirci. Combinando vari moduli potremmo ottenere delle armi in grado di soddisfare lo stile di combattimento di qualsiasi giocatore, e grazie al fatto che sono versatili e facilmente intercambiabili potremmo adattarci a qualsiasi tipo battaglia, saremo anche equipaggiati con uno scudo formato da un ologramma in grado di riflettere i proiettili nemici. Tutti questi fattori influiscono positivamente nel sistema del combat perché ci permette di personalizzare ogni battaglia a nostro piacimento.
Le interazioni con i personaggi sono vastissime ed estese a qualsiasi entità del gioco, che siano importanti sacerdoti o comuni abitanti del villaggio, permettendoci di scoprire parti della storia secondarie più nascoste e anche per scoprire qualcosa in più su di noi. La mappa di Adelpha è ancora più grande rispetto ad Outcast 1.1 ed è anche meglio strutturata: tralasciando la meravigliosa grafica ed i panorami mozzafiato che potremo ammirare esplorando questa natura aliena spettacolare, i villaggi sono sparsi in varie zone e vari biomi della mappa che è divisa in un grosso pezzo di terra che ricopre gran parte della zona e poi da varie isolette circostanti. I doppiatori hanno fatto un ottimo lavoro a pronunciare queste parole aliene piene di dittonghi e trittonghi formati da sole consonanti con un'ottima fluidità, recitando i discorsi dei personaggi proprio come se anche loro fossero degli abitanti nativi di Adelpha. Alcune delle missioni che Outcast - A New Beginning ci propone possono risultare estremamente lunghe e noiose perché dobbiamo aiutare gli abitanti dei villaggi con alcuni dei loro problemi e rimarremo incastrati in dei dialoghi abbastanza durevoli anche se sono resi meno pesanti dalle battute che ogni tanto fa il nostro protagonista.
L'eredità che ci ha lasciato Outcast 1.1, rimane uno spunto importantissimo per il progesso del mondo dei videogiochi, e per fortuna, Outcast - A New Beginning, riprende le orme del suo predecessore permettendoci di rivivere le avventure di Cutter Slade con una qualità ancora più alta, anche se non si può negare l'esistenza di qualche bug qua o là, e di varie imprecisioni nelle animazioni: alcuni bug visivi a livello di rendering delle texture di determinati oggetti rendono delle scene insolite ai nostri occhi, perché ci sono varie parti dell'inquadratura ben dettagliate, come i personaggi o degli oggetti nel retro scena, mentre altre, come il pavimento o le mura o anche l'erba non sono renderizzati correttamente.
A volte i bug non sono solo a livello grafico ma anche al livello del gameplay dove alcuni progressi non vengono registrati, oppure ci sono dei modelli di nemici sconfitti che strisciano e vanno in giro da soli. Parliamo di bug di poco conto e che nel complesso non rovinano del tutto l'esperienza di gioco, anche perché comunque bypassabili come nel caso del salvataggio ma ciò non toglie che queste imperfezioni potrebbero benissimo essere tolte con delle patch o degli aggiornamenti.
La storia è pesantemente ricalcata su quella di Outcast 1.1 e molti aspetti vengono ripetuti cosa che però non guasta il gameplay anzi rappresenta continuità con il capitolo precedente, soprattutto per i giocatori più giovani. I punti a favore, oltre la storia sono anche la grafica estremamente dettagliata, nonostante le sbavature dei bug visivi o alcune scene dove l'audio ed il video non sono sincronizzate perfettamente (soprattutto nelle scene dei dialoghi con i personaggi) e la grandezza e la possibilità di esplorare Adelpha nella sua interezza così da avere un'esperienza di gioco abbastanza prolungata che possa soddisfare la nostra sete di esplorazione. La scelta di aggiungere solo due armi ma di poterle modificare attraverso i moduli ha reso il sistema di combattimento decisamente degno di nota perché saremo in grado di creare combinazioni sempre diverse per creare quella che più ci aggrada e fare il devasto tra le linee nemiche, che siano robot, umani o esseri aggressivi della fauna locale.
Come esperienza totale, Outcast - A New Beginning ci intrattiene molto bene perché ha un po' di tutto: esplorazione, interazioni con gli abitanti locali, combattimenti sfrenati e personalizzati, personaggi memorabili e missioni rilassanti per staccare un po' la spina dalla vita militare e anche se, come qualsiasi gioco, presenta delle lievi imperfezioni, vale comunque la pena provarlo se si ha nostalgia dei vecchi tempi di Outcast 1.1 e non.
Modus Operandi:
Siamo tornati nei panni di Cutter Slade e salvato Adelpha ancora una volta grazie ad un codice gentilmente fornitoci da Dead Good Media.