L'opera prima della Act Normal Games, studio indipendente finlandese si addentra in un genere molto, ma molto delicato. Le avventure punta e clicca infatti dopo l'exploit degli anni '90 e l'oblio degli anni successivi, sono finalmente tornate di moda. Lo abbiamo visto grazie soprattutto al ritorno di grandi capolavori come Return to Monkey Island e come Syberia: The World Before ma anche grazie alle varie produzioni indipendenti come il recentissimo Stasis: Bone Totem, giusto per fare qualche esempio. Un genere che appassiona milioni di giocatori che, nel corso del tempo e guidati dall'impegno sempre maggiore dei produttori si sono fatti sempre più esigenti. Un'avventura punta e clicca deve fondere un bel comparto grafico a una interessante narrazione e soprattutto a una gestione degli enigmi perfettamente coerente e calibrata, non richiedendo chissà quali risorse hardware e di sviluppo e offrendosi liberamente alla genialità e all'intraprendenza del mercato Indie.
Rauniot viene fuori proprio in questo contesto piazzandosi fondamentalmente nella categoria del più classico dei punta e clicca con tanto di grafica isometrica, tanto da limitare quasi tutto il suo gameplay all'uso esclusivo del mouse così come vogliono i veri puristi del genere. Poi c'è la bella storia, ci sono gli enigmi e c'è l'atmosfera. Spegniamo quindi le luci e apriamo il pacchetto di patatine perché si va ad incominciare.
Cronologicamente parlando il gioco è ambientato nel 1975 in una sperduta regione della Finlandia: il mondo ha appena subito una devastante catastrofe nucleare che ha lasciato alle sue spalle solo morte e desolazione, oltre a tante zone ormai inaccessibili per le radiazioni. I pochi superstiti cercano di resistere alla meno peggio adottando pratiche di cannibalismo o nutrendosi di cibo per cani diffidando dai loro simili e preferendo l'isolamento. Una sorta di homo homini lupus attorno al quale è svanita anche la speranza: gli stessi bambini che dovrebbero riaprire le porte del futuro nascono malformati per le troppe radiazioni o spesso non nascono affatto. In questo contesto ci troviamo noi, nei panni della protagonista, Aino, una donna che vive alla giornata cercando di trovare il modo per vedere il giorno successivo un po' come tutti. Spetta a lei ritrovare lo scomparso Toivo che si stava occupando di ricercare un nuovo rimedio per la fissione nucleare anche perché in un mondo devastato come quello del gioco le fonti di energia diventano l'obiettivo prioritario da raggiungere e sul quale fondare poi tutto il resto. Inizieremo quindi dall'ultimo punto presso il quale Toivo è stato avvistato e da lì comincerà la nostra ricerca che, come è lecito attendersi da un'avventura come questa, ci porterà verso orizzonti assolutamente imprevedibili.
Come dicevamo Rauniot ha tutti i canoni tipici delle avventure punta e clicca. Dovremo quindi puntare molto sull'esplorazione cercando di osservare gli oggetti sui vari scenari (per fortuna si evidenzieranno passandoci sopra con il mouse) per capire con quali degli stessi possiamo (e dobbiamo) interagire. Naturalmente la difficoltà maggiore è rappresentata dai vari enigmi che dovremo risolvere utilizzando questo o quell'altro oggetto del nostro inventario e soprattutto facendo funzionare la nostra materia grigia.
Gli oggetti, così come i fondali, sono perfettamente in linea con il periodo storico, basti vedere il vecchio computer sul menu iniziale oppure la necessità di trovare un floppy per salvare in una determinata missione e così via, ma descrivono pientamente anche l'atmosfera post-apocalittica. Questo avviene oltre che in termini di design degli oggetti stessi anche per la scelta stilistica del comparto grafico che vede un effetto seppia in genere amplificato da filtri tendenti al giallo negli esterni e al grigio negli ambienti interni. Una scelta cromatica che finisce per intercalare i vari scenari nel contesto narrativo e che spesso è appoggiata anche da un livello di dettaglio non indifferente soprattutto negli ambienti esterni. Tuttavia questo può rivelarsi anche un'arma a doppio taglio: infatti se da un lato gli ambienti esterni risultano curati, belli da vedere e molto dettagliati, dall'altro alcuni oggetti di interesse tendono a nascondersi nello schermo. Per un comignolo troppo poco evidenziato ci è toccato girare a vuoto per diverso tempo prima di individuarlo.
Partiamo dal presupposto che Rauniot è un gioco abbastanza rigido che non fa sconti al giocatore: non ci sono aiuti né suggerimenti, ma solo il vostro intuito nel cercare di capire l'enigma che avete di fronte. Va da sè quindi che gli oggetti di interesse da trovare negli scenari dovrebbero quanto meno essere un pochino meno nascosti. Poi ci sono i dialoghi con i vari personaggi incontrati qua e là. Ne incontreremo pochi, in perfetta linea con un'umanità residua post-apocalisse e tutti quanti lasceranno comunque intendere il loro pensiero e la loro voglia di continuare a "tirare a campare" con ogni mezzo a disposizione. I dialoghi avvengono attraverso una serie di domande che potremo porre al nostro interlocutore, domande che però non scompariranno dall'elenco una volta poste generando sempre le stesse risposte. Potrebbe anche capitare di dover tornare indietro a parlare con qualcuno con il quale abbiamo già parlato perché i nuovi eventi avranno generarato altre domande. A permeare comunque durante i dialoghi è un senso di malinconia e di apatia presente pressoché in tutti i personaggi, suffragato anche dal doppiaggio rigorosamente in lingua finlandese. Anche se, manco a dirlo, non ci abbiamo capito un'acca (meno male che c'erano i sottotitoli in italiano anche ben fatti) il senso di disperazione riusciva a trapelare dal timbro vocale di tutti i (pochi) nostri interlocutori. Il dubbio che ci si pone per quasi tutto il gioco infatti è se riusciremo a portare un po' di ottimismo e di speranza in un ambiente così devastato.
Il gameplay di Rauniot è particolarmente semplice per quanto riguarda movimenti e interazioni. Ottima l'idea dei viaggi veloci attivabili comunque per destinazioni già visitate e che evitano al giocatore di perdere troppo tempo andando avanti e indietro. Buona anche l'idea di un opuscolo informativo nella parte bassa del menu utile per dare in maniera rapida tutte le informazioni necessarie per cominciare a giocare (praticamente un tutorial stampato). Per quanto riguarda gli enigmi invece ne abbiamo trovati alcuni anche troppo semplici, alternati ad altri davvero difficili soprattutto perché poco intuitivi o perché (come dicevamo prima) mascherati sullo scenario. Inoltre c'è una scelta abbastanza incomprensibile per quanto riguarda un'avventura punta e clicca e che riguarda la gestione dell'inventario. Ad esempio nel momento in cui Aino trova la sua cassetta degli attrezzi, dovrebbe aggiungere al suo zaino tutto ciò che trova e che riesce a trasportare per poi trovarsi con gli utensili giusti quando serviranno no? Invece no! Gli oggetti che Aino prende vengono resi disponibili man mano che si presentano i vari enigmi quindi se portiamo dietro una chiave inglese ad esempio, e più avanti ci servirà un martello, dovremo tornare indietro a prenderlo dalla nostra cassetta. Una scelta sicuramente poco funzionale e di certo non in linea con lo stile dei punta e clicca moderni.
Dopo quanto detto è facilmente comprensibile che Rauniot viva di alti e bassi. La domanda è: si lascia giocare fino alla fine per le circa 6 ore che serviranno per portarlo a termine? La risposta è sicuramente positiva. La difficoltà degli enigmi, con alcuni dei quali ci si sbatte la testa più e più volte, e la mancanza assoluta di aiuti su schermo lo spingono verso un'utenza di videogiocatori veterani del genere, coloro che sono abituati a vedere immediatamente ogni piccola sfumatura sullo scenario e a mettere immediatamente in moto il cervello. Altri giocatori invece potrebbero bloccarvisi più volte.
Dal punto di vista della narrazione la storia regge fino alla fine anche per l'ottima caratterizzazione dei personaggi anche se una conclusione più d'impatto (qua preferiamo non dire nulla) non avrebbe guastato. Tecnicamente parlando dal punto di vista grafico il gioco è ben disegnato e colorato, forse all'esterno ci sono un po' troppi dettagli che celano alcuni oggetti che invece vanno trovati però in linea di massima il tutto va in linea con la storia raccontata. Le animazioni invece sono particolarmente legnose, come se mancassero ogni tanto dei frame di raccordo. Buona l'idea del doppiaggio in finlandese ancora più immersiva con il contesto e ancora meglio i sottotitoli in italiano (non affatto scontati. -NdNew_Neo) senza i quali sarebbe stato impensabile anche provare il gioco stesso. Non dimentichiamo che stiamo parlando del lavoro d'esordio di questo team di sviluppatori e quindi qualche piccolo errore di inesperienza glielo si può perdonare anche se, visto nella sua globalità, Rauniot vale comunque la piccola somma richiesta per portarselo a casa e provare a cambiare le sorti dell'umanità.
Modus Operandi:
abbiamo aiutato Aino nella sua missione grazie a un codice fornitoci dagli sviluppatori tramite Press Engine.