Nel mondo di Alfheim, il regno di Astoria e l’impero di Lombardia sono in guerra e le sorti sembrerebbero favorire quest’ultimo. La svolta potrebbe però rivestire i panni del giovane Yuma, un ragazzo che l’impero tiene prigioniero e che cela in sé la forza della più potente creatura mitologica: lo Shining Dragon. Liberato dalla sua prigione ad opera della principessa Sonia – di fatto uno dei più valenti cavalieri di Astoria – e degli eroici Dragonieri – guerrieri benedetti e votati anima e cuore allo Shining Dragon – Yuma dovrà dunque imparare a controllare il potere del Drago e a contrastare le forze Lombarde, capitanate della principessa Excella.
Al di là di qualche rimescolamento di cliché (una principessa che salva un giovane eroe che custodisce un drago) l’ambientazione presenta tratti abbastanza comuni nel mondo dei JRPG, ma ciò non ci stupisce: il gioco di cui vi parliamo appartiene infatti alla serie Shining di SEGA che getta le sue radici nel 1991 ed ha probabilmente in Shining Force l’esponente più famoso. Shining Resonance, nel caso specifico, approdò su PS3 nel 2014 ma esclusivamente entro i confini del Giappone: oggi, a distanza di quasi 4 anni, SEGA e Media Vision ripropongono il gioco su PS4, Xbox One, PC e Switch con l’aggiunta del suffisso Refrain e di svariati elementi che elencheremo nel corso dell’articolo.
A monte di regni, principesse, draghi, cuochi e fioraie (ci sono anche loro), il gioco si configura come un classico JRPG con un sistema di combattimento in tempo reale. Una volta composto il Party di 4 personaggi ed eletto il leader da controllare (che non deve necessariamente essere Yuma) esplorerete regioni dai confini ben definiti e nelle qualii si aggirano creature pericolose, siano esse mostri o soldati nemici. Entrando in contatto con uno di questi compariranno altri avversari e i confini dell’arena: controllando il vostro personaggio e lasciando gli altri alla cura dell’IA dovrete pertanto combattere o, eventualmente, cercare la fuga.
Tralasciando la seconda opzione (veramente pensavate che l’avessimo mai presa in considerazione?!?) avrete a disposizione un tasto per l’attacco standard, uno per l’attacco “Break”, uno per la parata e uno per lo scatto: ovviamente, le combo e gli effetti degli attacchi cambieranno sostanzialmente da personaggio a personaggio, ma tutti consumeranno parte della loro Barra AP effettuando queste mosse. Va da sé che quando detta barra sarà esaurita occorrerà attendere qualche istante per poter attaccare di nuovo, a meno di non decidere piuttosto di utilizzare una tecnica di magia, che non consumerà AP ma l’apposito Mana. Per quanto gli altri tre membri del Party siano gestiti dall’IA è sempre possibile assegnare loro una pattern comportamentale, come ad esempio “concentrati sulla cura” o “attacca con tutto quel che hai”; in extremis è possibile passare al controllo diretto di un altro membro, ma non essendo presenti dei tasti di switch immediato occorrerà aprire il menù e cambiare il leader “a mano”.
Yuma rivestirà comunque un ruolo cruciale grazie alla sua capacità di liberare il potere dello Shining Dragon – di fatto trasformandosi nel possente lucertolone. La tattica non sarà però priva di rischi: il Drago ha infatti una sua natura capricciosa e permanere troppo tempo in quella forma lo farà andare in Berserk, con risultati devastanti anche per il Party. D’altro canto, i Dragonieri sono in grado di evocare una particolare magia musicale che ha il duplice effetto di fornire bonus al Party e di calmare l’iperattività del Dragone: ovviamente l’uso di questa magia è limitato, il ché vi obbligherà a gestire oculatamente le trasformazioni di Yuma, che comunque col tempo migliorerà il suo controllo.
Oltre al gameplay nudo e crudo delle esplorazioni e delle avventure, il gioco offre anche una sovrastruttura interattiva, anch’essa tipica di molte produzioni nipponiche: tutte le avventure iniziano e finiscono infatti nella capitale di Astoria, e il buon Yuma avrà vari modi per occupare il proprio tempo quando si troverà in città. Tanto per cominciare, potrà ricevere missioni secondarie dai cittadini, quali per esempio la consegna di determinati oggetti o la sconfitta di un certo numero di mostri; in secondo luogo, tramite l’apposito PNG sarà possibile esplorare dei dungeon generati casualmente in modo da accumulare ulteriori oggetti ed esperienza.
Infine, e non è cosa da poco, Yuma potrà intrattenersi con gli altri membri del Party, invitandoli a fare una chiacchierata o una passeggiata, che all’occorrenza può diventare romantica. Da questo punto di vista il gioco non è un vero e proprio “Harem” – ci sono anche personaggi maschili con cui cementare l’amicizia – ma sicuramente si ispira a un genere di narrazione più frivola. Ad ogni buon conto, questi siparietti, uniti a tanti altri dialoghi (ma proprio tanti!) opzionali reperibili in giro per la città, saranno fondamentali per sbloccare i “tratti” dei personaggi, ossia degli aspetti delle loro personalità che contribuiranno a sbloccare particolari abilità in battaglia, come ad esempio un maggiore supporto o una particolare competitività.