L'idea di Ubisoft di concentrare i contenuti aggiuntivi di Far Cry 6, offrendo la prospettiva di tre "cattivi" degli episodi precedenti ha sicuramente incuriosito fan e appassionati della saga. Se parliamo di Far Cry, i cattivi di turno hanno sempre goduto di un'ottima caratterizzazione e di una fortissima personalità, evidenziata il più delle volte da una narrazione accurata che ne ha delineato i tratti caratteriali elevandoli quasi quasi a veri protagonisti dei vari giochi. Con questi contenuti aggiuntivi, quei mattacchioni di Ubisoft hanno scomodato i villain (perché in gergo moderno si chiamano così) di Far Cry 3, Far Cry 4 e Far Cry 5. Non sempre però la cura doviziosa al cattivone di turno ha raggiunto livelli di eccellenza, generando nei vari episodi una certa competitività che ha fatto preferire al pubblico un cattivo piuttosto che un altro.
Detto in parole povere, la personalità folle di Vaas Montenegro (Far Cry 3 e presente nel primo DLC) è sicuramente meglio rappresentata rispetto a quella di Pagan Min (Far Cry 4, presente in questo DLC). Piccolo calo di qualità poi recuperato dall'ottimo Joseph Seed protagonista di Far Cry 5 e presente nel terzo e ultimo DLC che uscirà tra qualche tempo. L'idea di poter giocare a Far Cry dal punto di vista del cattivone di turno è sicuramente intrigante, sia perché ci permette di approfondire lati oscuri di personalità di un certo livello e sia perché ci si attende una pletora di obbligato deja vu sugli episodi precedenti che tanto ci hanno divertito. La verità, però, è che il brand comincia ad avvertire qualche segno di stanchezza, lo abbiamo visto nella nostra recensione di Far Cry 6 e forse una riscrittura totale per i prossimi capitoli sarebbe da prendere seriamente in considerazione.
Lì, sui lontani monti del Kyrat, il dittatore di turno, Pagan Min si distingue per spietatezza e irrazionalità. Nel gioco originale si evidenziava comunque una incompleta caratterizzazione del despota anche se qualche dubbio su ciò che era dietro tanta cattiveria nasceva anche allora. Effettivamente Pagan Min è il classico cattivo che indossa una maschera, pur di celare le sue tante problematiche e soprattutto carenze affettive che ne definiscono il perfetto profilo del classico serial killer. Entrando nella sua mente, senza incorrere in fastidiosi spoiler, vedremo il lato fragile della sua personalità, caratterizzata da una carenza affettiva veramente dirompente: la mancanza di una famiglia felice, affettiva, avvolgente ha finito per caratterizzarne il profilo che tutti abbiamo poi imparato a conoscere. Non parliamo di uno stereotipo nuovo, per carità, la letteratura è stracolma di esempi analoghi, anche se il rischio è quello di portarci ad empatizzare troppo con quello che, alla fine della fiera, rimane un pericoloso tiranno. Inoltre, nell'ambientazione di questo DLC, che poi sancisce un vero e proprio ritorno alle atmosfere del quarto capitolo, potremo nuovamente vivere uno degli aspetti più geniali dell'intera saga: la tranquillità dell'ambiente circostante che, come un predatore nascosto dietro un cespuglio, ci fa quasi dimenticare i pericoli che attanagliano quelle zone. I paesaggi sono migliori rispetto alle Rook Islands di Vaas visti nel primo DLC e l'impatto visivo è sicuramente appagante per il giocatore.
Scopo del DLC è quello di ritrovare tre pezzi di una maschera appartenente a Pagan Min e lo faremo attraverso missioni primarie e secondarie su una piccola mappa, manco a dirlo, open world. Il concept è lo stesso visto nel primo contenuto aggiuntivo dedicato a Vaas (lì dovevamo recuperare tre pezzi di un pugnale), purtroppo con gli stessi pro e contro del precedente. Parliamo di un DLC a puro stampo roguelite, tanto che a ogni nostra dipartita perderemo il nostro armamentario e, soprattutto, il denaro accumulato durante il gioco. La moneta sonante serve in questo caso per sbloccare le abilità permanenti di Pagan Min, necessarie per proseguire nel gioco senza troppi patèmi d'animo.
Naturalmente ci interfacceremo con il consueto albero delle abilità, suddiviso in 5 macro-categorie, che ci permetterà di attivare molte cose interessanti, come il rampino, la tuta alare e soprattutto la possibilità di conservare parte del denaro raccolto in giro ogni volta che ci fanno fuori. Anche stavolta si parte da un'arma semplice, in questo caso una pistola e progredendo nel gioco potremo accedere, non senza difficoltà, ad armi un pochino più efficaci. Naturalmente è importante la componente esplorativa che, girovagando per la mappa, ci permetterà di trovare collezionabili, missioni secondarie e altra robetta interessante. In linea di massima il gioco ricalca, come dicevamo, le orme del primo DLC in tutto e per tutto, cambiando nelle ambientazioni e, naturalmente, nella storia dei vari personaggi. Una volta completato il tutto, in genere in un paio d'ore, potremo accedere a quattro livelli aggiuntivi fermo restando che avremo la possibilità di giocare il tutto anche in modalità cooperativa con un altro giocatore online, munito però almeno della versione base di Far Cry 6.
Come dicevamo le stesse ombre viste nel DLC di Vaas, sono presenti anche in questo secondo episodio. Prima fra tutti l'I.A. particolarmente deficitaria dei cattivi (l'avevamo segnalata anche in Far Cry 6) che il gioco cerca di compensare con orde di nemici che spuntano fuori da ogni angolo (sia soldati che cani) e che ci metteranno più in difficoltà per il numero che per l'aspetto qualitativo degli attacchi. Il gioco insiste sul farci ripetere le missioni più e più volte a causa della perdita del nostro armamentario e soprattutto del denaro accumulato ad ogni dipartita che sono necessari per poter proseguire nell'avventura. Niente manovre di aggiramento quindi, ma attacchi frontali uno dopo l'altro il più delle volte in spazi che più ristretti non si può, intervallati da brevi tratti nei quali potremo fare il punto della situazione. A parziale compensazione c'è il tratto narrativo della storia che, mai come in questo caso, è però investito da un'onda di sana soggettività.
Per alcuni fan gli approfondimenti sulla personalità di Pagan Min risulteranno superficiali, quasi trascurabili, per altri invece permetteranno di implementare la conoscenza sul personaggio svelandoci diversi lati oscuri della sua indole. Un po' pochino effettivamente ma comunque ciò che è poco per alcuni può essere tanto per altri e viceversa. Da un punto di vista più obiettivo ci saremmo onestamente aspettati qualche innovazione in più anche se è alquanto improbabile che il gioco possa modificare carenze di gameplay proprio nei DLC. Certo è che se la linea di sviluppo di Pagan Min ha ricalcato pienamente quella di Vaas: Insanity lo stesso dovremo attenderci per il DLC su Joseph Seed. Speriamo, naturalmente, di essere smentiti.
Parlare in maniera obiettiva di Pagan Min: Control non è semplice. Semplicemente perché l'appeal dei DLC abbinati a Far Cry 6 è ottimo, parliamo infatti della possibilità (da sempre ambita) di giocare nei panni di villain di tutto rispetto, in linea di massima ben caratterizzati e rappresentati e quindi tutti portatori di una vera e propria metà oscura nella loro indole. Dall'altro lato però ci troviamo di fronte a missioni ripetitive il più delle volte e manifestanti gli stessi problemini del gioco principale. Alla fine dei conti si tratta di giocare le varie missioni ripetutamente cercando di potenziare a tal punto il nostro personaggio da renderci la vita più semplice. C'è comunque la possibilità di girovagare per la mappa, sia per la ricerca di collezionabili che, soprattutto per accaparrarci missioni secondarie in grado di offrirci quel qualcosa in più che vada a rimpolpare il comparto narrativo del tutto. Onestamente ci saremmo aspettati qualcosina in più, ma parliamo comunque di contenuti aggiuntivi di un gioco che già da un po' comincia a manifestare segni di vecchiaia. Sicuramente è un DLC da consigliare ai fan e, principalmente, a quelli più accaniti dell'intera saga.
Modus operandi:
Siamo entrati nella mente del Pagan Min, il villain di Far Cry 4 impersonandolo in questo DLC, grazie ad un codice della Ultimate Edition gentilmente datoci da Ubisoft Italia.