Correva l’anno 2013 quando il team Vanillaware pubblicava per la prima volta su PS3 e PS Vita il suo Dragon’s Crown: un titolo destinato a diventare immediatamente iconico per varie ragioni. La prima, sicuramente non indifferente, era legata all’aspetto grafico ed artistico, interamente bidimensionale, del gioco: il Director George Kamitani realizzò infatti degli scenari fantasy estremamente curati, particolareggiati e suggestivi, nonché un character-design che esacerbava all’estremo i più classici (e per molti versi beceri) cliché del genere. Avevamo pertanto un Guerriero dal volto languido, un Nano con pagnotte di muscoli, un’Elfa arciera dai fianchi larghi, un’Amazzone in bikini-mail, un Mago dall’aria dannata e un’Incantatrice… con la sesta di reggiseno.
A monte di tutte queste considerazioni c’era però il fatto che Dragon’s Crown fosse un titolo estremamente valido sotto l’aspetto del Gameplay: siamo al cospetto di un picchiaduro fantasy a scorrimento orizzontale, tipologia di gioco che getta le sue basi su capolavori come Golden Axe o Tower of Doom (a cui Kamitani collaborò), ma che rispetto a questi capisaldi degli anni ’80-’90 si avvale di un sistema di progressione dei personaggi più moderno, tale da rendere decisamente differente l’esperienza di gioco dall’uno all’altro anche in caso di similitudini di base – per esempio tra il Mago e l’Incantatrice. Un sistema che seppe convincere pubblico e critica nel 2013 e che oggi torna su PS4 con grafica ripulita e qualche altra miglioria.
In Dragon’s Crown Pro il giocatore assumerà il ruolo di uno dei sei succitati eroi, vivendo le sue avventure dall’inizio della sua carriera – sancita dall’incontro col simpatico scassinatore di nome Rannie – fino, è inutile dirlo, alla salvezza del regno da una minaccia atavica. Il plot seguirà un canovaccio lineare che ci proporrà di esplorare uno dopo l’altro 9 dungeon via via più impegnativi, salvo poi chiederci di rivisitarli tutti (in ordine sparso) in cerca di un percorso alternativo, fino all’epica battaglia finale. È però importante sapere che ciascun dungeon potrà essere ripetuto a piacimento in cerca di tesori, oggetti o semplice esperienza necessari al potenziamento del nostro eroe, nonché allo scopo di completare commissioni secondarie richiesteci dalla gilda degli avventurieri.
Il sistema di controllo prevede sostanzialmente l’utilizzo di un tasto per il salto, due per gli attacchi e uno per una forma di difesa, sia questa parata, schivata o breve teletrasporto; naturalmente gli effettivi effetti di queste tecniche varieranno in base all’eroe scelto e per alcuni di essi anche in funzione dell’equipaggiamento selezionato. Per fare un esempio, il Guerriero (considerato l’eroe più indicato per i neofiti) tenderà a menare fendenti o mazzate a prescindere dall’arma impugnata, mentre gli incantesimi a disposizione dell’Incantatrice (eroe per veri Pro) avranno effetti differenti a seconda del bastone impugnato.
Le capacità dell’eroe non si limiteranno però a questo: come s’è detto, il gioco offre un’interessante sistema di progressione in cui i punti abilità guadagnati con missioni e sotto-quest potranno essere spesi per ottenere nuove abilità o potenziamenti delle stesse, attingendo da una lista generica (per esempio, aumento dei punti vita) e da una specifica dell’Eroe. Alcune di queste abilità, per esempio i rituali del Mago e dell’Incantatrice, andranno però letteralmente Equipaggiati nella borsa da viaggio, un inventario dagli slot limitati in cui dovranno trovare posto anche armature, amuleti, pozioni e quant’altro. Starà a voi decidere come gestire questo spazio…
Dragon’s Crown Pro è di fatto un’edizione remastered dell’originale Dragon’s Crown, il quale comunque toccava già i 1080p nella sua versione PS3. Ciò che varia su PS4 “liscia” dal punto di vista grafico è dunque un frame rate ulteriormente più stabile, il quale mantiene la grafica fluida e pulita anche con abbondanza di nemici e di effetti vari su schermo. Le cose cambiano su PS4 Pro per cui viene introdotta la grafica in 4K, dando così ancora maggiore qualità e bellezza agli sfondi ed al chara-design di Kamitani. È bene però ricordare che certe soluzioni, anche tecniche, sono comunque figlie della visione artistica di Kamitani: che, per esempio, i guerrieri “indugino” in certi frame al termine dell’attacco non è causato da un calo di rate ma specificamente studiato per dare importanza alle loro pose plastiche.
Per quanto concerne l’aspetto audio, l’edizione affianca all’originale colonna sonora una nuova versione della stessa completamente ri-orchestrata, proponendo dunque anche in questo caso una qualità assolutamente superiore. È inoltre stato aggiunto il banco-voci Giapponese, da selezionare alla creazione del personaggio per al gioia dei puristi – la voce narrante e tutti i PNG rimangono però in lingua Inglese. Ma una delle introduzioni più gradite per i non-anglofoni è la traduzione integrale dei testi, ora disponibili nel nostro idioma in una versione per lo più ottima (cosa tutt'altro che da sottovalutare. -NdNew_Neo). Immutati i comandi, che per l'interazione con l'ambiente permettono di utilizzare indifferentemente il touchpad o l'analogico destro.
Inutile girarci intorno: Dragon’s Crown Pro è al 99% lo stesso titolo apparso su PS3 e PS Vita: se dunque l’avete già spolpato fino all’osso in una o entrambe queste incarnazioni difficilmente troverete una valida motivazione per giustificare l’acquisto a prezzo pieno – sebbene il fatto di poter trasferire i salvataggi da un supporto all’altro tramite Cloud possa influenzare un pochino l’ago della bilancia. D’altro canto, se ancora non avete avuto modo di metterci sopra le mani è doveroso far notare che il gioco “è invecchiato benissimo”, o addirittura NON è invecchiato: si tratta pur sempre di un titolo retrò ispirato, come s’è detto, ai classici degli anni ’80-’90, e naturalmente un classico rimane tale anche cinque anni dopo.
Infine, è doveroso ricordare che questa nuova versione è totalmente compatibile con le precedenti sia per la succitata ereditarietà dei salvataggi sia per il multiplayer: una community già ricca per la quale è sufficiente attivare l’apposita opzione (dopo il 9° capitolo) per vedere entrare in-game avventurieri belli tosti ad ogni avventura che affronterete. È tra l’altro un gioco che pretende i suoi tempi per essere concluso: circa 15-20 ore per ciascun personaggio, e i personaggi sono sei. Vedete un po’ voi…
Siamo tornati nel mondo del picchiaduro a scorrimento con elementi di RPG, a marchio Vanillaware, grazie ad un copia gentilmente mandataci da Koch Media Italia in collaborazione con SEGA Europe.