La risposta a questa domanda sembrerebbe scontata in effetti. Tutti avremmo voluto dire la nostra sulla formazione della squadra preferita, sul perché tizio che è un campione sedeva in panchina mentre caio che è un rinomato brocco veniva schierato puntualmente titolare. Erano le classiche discussioni da bar sport il lunedì mattina (ah bei tempi... -NdR) dove si accendevano anche liti furibonde perché ognuno pretendeva di aver ragione sull'altro e perché in fondo al cuore di ciascuno si era tutti esperti di calcio. Una tendenza che è durata per anni e che è presente anche oggi, si è solo spostato il luogo di discussione: non più il bar sport, ma i social network dove trovate in modo più o meno colorito le stesse discussioni, consigli e sfottò di tanti anni fa. Anche se, nel corso degli anni, la geniale invenzione del fantacalcio ha messo un po' le cose a posto dal momento che permette a ogni fanta-allenatore di creare la propria squadra preferita (quando ci riesce) e coccolarsela portandola alla vittoria (sempre se ci riesce) la voglia delle persone, e di conseguenza dei videogiocatori, di vivere il calcio in modo completamente diverso dai soliti PES e FIFA, cercando di avere un controllo maggiore sulla propria squadra, ha convinto gli sviluppatori a puntare sui giochi manageriali.
Parliamo di giochi che vi mettono nei panni dell'allenatore di una squadra di calcio: sarete voi a decidere chi scende in campo, quale tattica adottare, come disporre i giocatori per poi mettervi comodi a gustarvi la partita. O almeno questo è quello che dovrebbe succedere e che gli amanti dei retrogame possono provare andando a recuperare ad esempio un vero e proprio capolavoro del genere: The Manager uscito per Commodore Amiga nel 1991. Con l'evoluzione videoludica, e quindi con il passare del tempo, anche questo genere di videogame è cresciuto in maniera esponenziale, aggiungendo sempre nuove attività da porre sotto il controllo del videogiocatore che adesso non è più allenatore, ma anche massaggiatore, talent scount, direttore sportivo, manager e addetto alla preparazione del caffè.
Se la semplicità di The Manager permetteva in un pomeriggio di giocare anche mezzo campionato, adesso il pomeriggio lo si passa a barcamenarsi tra statistiche, consigli, evoluzioni e involuzioni dei propri giocatori che bisogna conoscere quasi come membri della famiglia per sfruttarne pienamente le potenzialità. Tutto iniziò nel lontano 1982, con il primo Football Manager uscito per ZX Spectrum e poi convertito su altre piattaforme. Parliamo di un prodotto interamente testuale, senza alcun accenno a grafica, azioni salienti e amenità di questo genere. Il gioco così come abbiamo imparato a conoscerlo noi invece è riconducibile al 2005 quando Sports Interactive siglò l'accordo con SEGA e iniziò la produzione di quel gioco che, stagione dopo stagione, ci ha accompagnati fino ai giorni nostri. Una continua evoluzione dettata non solo dalla necessità degli aggiornamenti delle rose delle squadre di anno in anno, ma anche e soprattutto dalla voglia di implementare sempre più roba possibile puntando, naturalmente al realismo più puro.
Una volta installato il gioco ci toccherà creare subito il nostro avatar. L'editor 3D che trae spunto da una foto salvata sul nostro hard disk oppure da una che scattiamo in tempo reale con la webcam, fa bene il suo dovere donandoci risultati su schermo tutto sommato accettabili. Naturalmente non è necessario prestare il proprio volto all'avatar, potendo scegliere tra alcuni di quelli predefiniti, ma volete mettere la soddisfazione? Una volta definita la faccia passeremo naturalmente alla scelta di abbigliamento, accessori, eccetera. Il successivo passaggio, una volta scelti anche quanti e quali campionati vogliamo seguire nella nostra partita, prevede la scelta della squadra che vogliamo allenare oppure di stare ad osservare cercando di farsi assumere da qualche compagine in cerca di un nuovo allenatore. Tutto naturalmente verte sulla modalità carriera che è il vero e proprio fulcro del gioco. Il massimo della soddisfazione in un gioco di questo tipo, ovviamente arriva se decidiamo di partire dal basso e provare la scalata verso il vertice partita dopo partita: niente di più semplice per i nostri test dal momento che abbiamo optato per il Palermo e quindi siamo partiti dalla serie C. Fin da subito notiamo la mancanza di alcune licenze, anche importanti come nel caso della Juventus che viene chiamata Zebre in FM 21 (d'ora in poi lo chiameremo così per abbreviare) in virtù del triennale accordo esclusivo con PES. Una volta fatto questo passaggio siamo pronti a cominciare ma se crediamo di poter giocare in fretta la nostra prima partita da allenatori siamo completamente fuori strada.
Chi ha già giocato le versioni precedenti di Football Manager non si spaventerà davanti alla schermata iniziale che mette di fronte a una scelta incredibile di cose da fare, mentre i neofiti del genere sicuramente andranno incontro a serie difficoltà. Allenare o, in questo caso, gestire una squadra di calcio infatti prevede tantissime cose da fare e, anche se il gioco è supportato da ottimi tutorial che ci guideranno nelle varie opzioni, il senso di smarrimento è comunque presente. Inizieremo dando uno sguardo alla rosa della nostra squadra, valutando la posizione in campo dei vari giocatori, il loro morale, le statistiche di base e, accedendo al sotto-menu informazioni accederemo a una quantità enorme di dati statistici/storici per ognuno dei membri della nostra squadra.
Si evidenzia fin da subito il lavoro certosino degli sviluppatori che, per ogni giocatore fra i quasi 5000 disponibili nel database hanno messo in campo un numero davvero impressionante di informazioni. Passeremo poi alla fase successiva che ci permetterà di familiarizzare con le tattiche di gioco, passando attraverso il modulo e la scelta dei giocatori da piazzare nella giusta porzione di campo. Naturalmente il tutto è condito da statistiche di ogni genere da visionare nei continui rapporti sulla squadra che verranno generati di tanto in tanto. A differenza della versione 2020 non troveremo più il cerchio giallo verde o rosso a indicare l'attitudine del giocatore con il ruolo che gli abbiamo assegnato, ma un nuovo sistema a stelline. A venirci parzialmente incontro è il menu staff che oltre a presentarci gli 8 individui che si occuperanno del settore tecnico, altri 3 del mercato e 5 dello staff medico. La notizia è che potremo delegare a loro buonissima parte dei compiti da svolgere provando quindi un un minimo di sollievo per le tante cose da fare. Lasciando ad altri il compito di occuparsi dell'osservazione dei giocatori, del settore giovanile, delle problematiche infortuni e degli allenamenti potremo concentrarci meglio sulle partite.
Un aspetto importante del gioco riguarda le sezioni posta e social network. Nella prima troveremo tutti i messaggi che i nostri collaboratori ci manderanno, dirigenza della società compresa: potremo leggerli e prenderne atto ma a volte saremo chiamati a prendere delle decisioni in merito prima di poter proseguire. Oltre alla schermata che ci chiederà di scegliere cosa fare riguardo le multe e le sanzioni da "elargire" ai giocatori indisciplinati, potremo anche valutare i suggerimenti del nostro allenatore in seconda che ci consiglierà su come impiegare meglio i giocatori in campo sia per l'attitudine al modulo che per il morale, grado di attaccamento alla squadra e così via. Nei social network invece potremo leggere post e commenti che ci riguardano oppure seguire anche le pubblicazioni di altre squadre, agenti, singoli giocatori e molto altro.
Un occhio particolare meritano le dinamiche all'interno della squadra: ci sarà sicuramente un leader, naturalmente il più influente sullo stato d'animo degli altri giocatori così come la restante della rosa verrà divisa in gruppi sociali a influenza decrescente, con alcuni che saranno in grado di trascinare anche gli altri verso un atteggiamento positivo o negativo dell'intera squadra. Particolarmente importanti le riunioni e le varie conferenze stampa, dove troviamo la prima novità introdotta dal gioco con l'edizione di quest'anno. Oltre alle risposte multiple tra le quali scegliere per parlare alla squadra o rispondere agli addetti stampa, potremo ricorrere alla gestualità del corpo con dei movimenti, come puntare il dito, salutare con la mano, alzare le mani, allargare le braccia e così via che incideranno poi sulle risposte che potremo dare e sulla risposta dei nostri interlocutori. Un aspetto sicuramente interessante che comunque non ha risolto del tutto le già note criticità in sede di comunicazione, soprattutto con i giornalisti che insisteranno più volte nel porci sempre le stesse domande.