Recensione X-Box One
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Titolo del gioco:
Resident Evil 2 Remake
Anno di uscita:
2019
Genere:
Survival Horror
Sviluppatore:
Capcom
Produttore:
Capcom
Distributore:
Halifax
Multiplayer:
Assente
Localizzazione:
Completa (audio & video)
Requisiti minimi:
Console della famiglia Xbox One (Xbox One, Xbox One S, Xbox One X) - Una connessione a banda larga - una accunt Xbox Live per il download della versione digitale - 22 GB di spazio di spazio libero su disco - Prezzo: €59,90
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Redattore: Corrado 'Sakurambo' Micheli
Pubblicato il: 01-02-2019
A distanza di 20 lunghi anni, Capcom ci ripropone una serie che le ha dato modo di elevarsi nell'olimpo dei best buy di tutti i tempi. Ritoccare un opera di questo calibro, può davvero valerne la pena?
COME NASCE UN SUCCESSO

A cavallo degli anni 80, sino alla fine degli anni 90, il genere horror andava per la maggiore su quasi tutti i media disponibili.

All'epoca non esisteva pellicola o fumetto che non trattasse l'argomento sotto varie sfaccettature, offrendo ad un pubblico ormai vastissimo ogni genere di orrore sotto ogni forma immaginabile. Poco importa che la minaccia fosse terrena, dell'altro mondo o proveniente da un altra galassia, il brivido e la suspense la facevano da padrone. Proprio in questo periodo ed in questo background, dove i morti viventi camminavano in ogni cinema e televisore, la Capcom decide di proporre sul mercato su una poco più che neonata Playstation, questo titolo.


Diciamocelo, se rivolgiamo lo sguardo al passato ed alla tecnologia disponibile, ci verrebbe persino da ridere...

Una console, un disco, un televisore a schermo catodico ed una presa scart... cose come 4K, 60 fps o connessione HDMI per l'epoca non erano solo fantascienza, ma letteralmente impossibili. Eppure, malgrado le armi spuntate e un hardware non proprio all'altezza, Capcom riuscì nell'impresa regalandoci un gioco, poi diventato serie, che ancora oggi fa parlare di sé con milioni di fan nel mondo. Era il periodo della "Notte dei morti viventi", di Romero, di Biohazard.

BIOHAZARD, IL SURVIVAL HORROR

Chiamare il gioco Biohazard non è fuorviante, chi ha tante primavere sulle spalle sa, che questo è il titolo originale pensato e pubblicato per il mercato del sol levante. Solo nel mercato americano e successivamente europeo venne proposto con il nome Resident Evil.


La formula che ha reso vincente questo avventura, fu per l'epoca ed ancora oggi vincente: prendi una multinazionale, mischiaci ingegneria genetica ai fini militari, crea un virus "zombificante", libera il virus accidentalmente e manda dei poveri malcapitati inconsapevoli a risolvere il problema. Con queste basi e con risultati impensabili per l'epoca, il successo è stato garantito allora come potrà esserlo ancora oggi!

NON BASTA SEMPLICEMENTE UN BEL VESTITO

Memori dell'esperienza della remaster del primo episodio, nutrivamo forti dubbi sulla nuova edizione del secondo capitolo.

In effetti il rifacimento grafico non può dirsi sufficente, visti i tempi odierni, per rendere appetibile un prodotto sia ad un pubblico nostalgico sia ai potenziali nuovi cultori della serie. Bisognava spingersi oltre, svecchiare delle meccaniche che ormai prestavano il fianco all'età incombente e a dei comandi, a volte legnosi, che avrebbero potuto decretarne un fallimento annunciato. Scopriamo insieme la recensione di Resident Evil 2, finalmente senza censure, come avvenne 20 anni orsono sulle copie PAL.

UN RITORNO IN GRANDE STILE

Preferiamo non girarci intorno, il survival horror per eccellenza è tornato, in grande stile, con classe ed assoluta eleganza.

Il primo impatto, a tratti stupefacente da un punto di vista prettamente grafico, ha lasciato spazio alla presa dei comandi, alla fluidità in action ed ai menu, belli e come allora attuali. Meccanicamente e in un ottica di narrazione, non possiamo esimerci dal notare come, alcuni accadimenti, siano stati aggiornati ai giorni nostri. Non è dato sapere se questa scelta di variazione sul tema sia collegata più ad un ringiovanimento generale sui generis, piuttosto che un miglioramento esclusivamente studiato per catturare nuova utenza. Possiamo comunque confermare che la nuova formula funziona, gli eventi principali e fondamentali ancora si legano a doppio filo al canovaccio narrativo originario, altri eventi invece (che in passato erano cutscene) sono diventati giocabili così come in alcune sezioni è avvenuto il contrario.


Per chi come noi, praticamente tutta la redazione, ha vissuto e giocato le avventure al primo lancio ufficiale nel 1998, questo remake rappresenta tutto ciò che all'epoca avremmo voluto fosse reale: la grafica dell'epoca era in parte sofferente di pixel, i famosi caricamenti all'apertura delle porte in ogni ambiente (escogitato per cammuffare i caricamenti dato l'hardware), e le cutscene oggetto di censura che noi avremmo voluto corrispondessero come grafica al gioco reale. Ecco, graficamente questo remake ha raggiunto l'apoteosi del dettaglio, tutto risulta coerente e credibile.

GRAFICA & GAMEPLAY

Come anticipato poc'anzi, solleviamo subito le mani al cielo in segno di resa, questo titolo non è semplicemente ben fatto, è perfetto! Graficamente, non possiamo che congratularci per i risultati ottenuti: ogni singolo personaggio del gioco è realizzato con una cura maniacale e una resa particolarmente realistica a livelli di pelle, rughe di espressione e cute. Lo stesso, non sempre è possibile dirlo riguardo le mostruosità presenti che andremo via via incontrando con qualche, sporadica, ripetizione.


I nostri nemici sono dannatamente coriacei, gli zombie potranno essere fatti a pezzi dal fucile a pompa o potremo sparagli in testa più e più volte con la pistola di ordinanza rendendoci conto poi che, la minaccia, riappare alle nostre spalle senza tanti complimenti.

I comandi sono tutti lì, disponibili in modo immediato e pratico. Tramite il tasto a croce (d-pad) potremo selezionare le armi disponibili, da menu destra potremo invece armarci di granata stordente o bomba a mano laddove disponibile, e dal tasto menu di sinistra potremo accedere alla mappa di ogni singolo piano in ogni momento. La stessa, cambiando colore agli ambienti (rosso o blu), ci permetterà di distinguere gli ambienti già visitati da quelli da visitare.


Resident Evil 2 non è un grande gioco in ottica "mappa", ma è un gioco grande nel gestire lo spazio a disposizione!


Aldilà del gioco di parole, intendiamo porre l'accento sul come gli ambienti (non essendo la stazione di polizia, le fogne ed i sotterranei, rispetto ai laboratori Umbrella, particolarmente grandi) sono stati comunque sfruttati a dovere con un ottimo gameplay! Il gioco in effetti vede i nostri eroi Leon e Claire (giocabili in due storie rigorosamente separate) muoversi nella penombra progredendo nell'avventura.


La penuria di materiale medicale, delle armi e delle relative cartucce, rende ostico lo svolgersi degli eventi e quindi ogni sezione richiede di essere ben studiata, alternando le fasi stealth a quelle di attacco e alle a fughe obbligatorie a seconda delle minacce. I comandi di mira e shooting, come ormai inflazionato in ogni FPS disponibile, ci consentiranno di gestire le risorse mirando direttamente alla testa o ai relativi bersagli sensibili in modo preciso ed efficace.


Il sistema di crafting delle armi, ridotto fra le altre cose all'osso, non consentirà ai nostri eroi di farsi strada facilmente verso i laboratori Umbrella e verso la soluzione di questa epidemia che, di fatto, ha condannato Racoon City. La storia infatti è tutta qui, una città infestata da zombie dovuta alla fuga di un virus, degli eroi inconsapevoli dell'orrore, vittime innocenti e agenti senza scrupoli... questo e tanto altro scandirà i momenti della nostra avventura.

IL SINGLE PLAYER E TORNATO

Ebbene sì e dopo tanti anni, finalmente, possiamo gustarci una storia in solitaria che dia un senso alla rinuncia del sociale.

Resident Evil 2 è stato ottimamente rivisitato rendendo vincente una formula che, in passato, aveva dovuto rinunciare a molte parti a causa delle macchine limitate dell'epoca. Il gioco è immersivo quanto basta, il senso di tensione e allerta è sempre alto, i colpi di scena così come le missioni disperate saranno all'ordine del giorno dalla prima run fino alla conclusione.


Ci troviamo di fronte a un gioco altamente punitivo ma nel contempo premiante, che ci inviterà a ripercorrere i vicoli bui di Racoon City sino al raggiungimento della migliore performance. La nostra avventura infatti, come citato in precedenza, ci vedrà vestire prima i panni di Leon (portando a termine la relativa missione), per poi rigiocare nei panni di Claire. Per ogni personaggio, enigmi e locazioni oggetti verranno rivisitati ma pur trattandosi di due storyline separate giocando le rispettive avventure, i nostri eroi avranno comunque modo di incontrarsi, procedendo di pari passo nella storia.


Come abbiamo detto, la longevità per ogni singola missione si attesterà intorno alle 8 ore, per un totale di 16. Terminate le relative missioni e quest, da menu principale verranno sbloccate 2 modalità classiche del titolo originale:


  • Fourth Survivor: vestiremo i panni dell'agente Hunk della Umbrella, il cui scopo sarà quello di recuperare un campione del Virus G e di fuggire da Racoon City (utilizzando unicamente le armi e le munizioni a disposizione)
  • Modalità Tofu: vestiremo letteralmente i panni di un blocco di Tofu che dovrà fuggire dall'epidemia, il tutto senza l'ausilio di alcuna arma ed in una verà e propria modalità Run di fuga verso la vittoria


Poco prima della pubblicazione della recensione vi confermiamo che, a partire dal mese di febbraio 2019, Capcom renderà disponibili diversi DLC gratuiti fra cui i costumi originali dei protagonisti del lontano 1998! Saranno inoltre presenti le seguenti missioni, relativi ai coprotagonisti periti nella storia principale, definite univocamente No Survivors suddivise in:


  • No time to mourn: Vestiremo i panni di Robert Kendo (propietario dell'armeria)
  • Runaway: seguiremo le gesta della figlia del sindaco
  • Forgotten Soldier: compagno di Hunk impegnato a sua volta nel recupero del campione del Virus G

Modus Operandi:

Siamo tornati con molto piacere a rivisitare gli orrori di Racoon City in quest'ottimo remake dello storico secondo capitolo, grazie ad un codice gentilmente datoci da Halifax Italia.

A conti fatti, il genere survival horror può definirsi vivo e vegeto! Resident Evil 2 alla mano si è rivelato rifinito, ben curato e ricco di contenuti. Non possiamo esimerci dal menzionare qualche sbavatura tecnica qua e là, relativamente alle routine comportamentali di alcuni nemici, nonché a qualche sporadica pecca grafica. Nel complesso comunque, dopo l'uscita di Red Dead Redemption 2 e le gesta di Kratos, questo titolo sbaraglia il 2019 ponendosi allo stesso livello per la gioia dei giocatori vecchi e nuovi. Caldamente raccomandato, un must have.
  • Graficamente curato
  • Suspance
  • Non ho parole
  • Rivoglio il vocione che dice Resident Evil all'avvio!
PRIMO IMPATTO
GRAFICA
SONORO
GIOCABILITA
LONGEVITA'
GLOBALE