Sono passati ormai tre anni da quando l'opera prima di Ember Lab fece capolino sul mercato videoludico, allora solo per PC, PS4 e PS5 presentando un prodotto in grado di intrattenere e meravigliare allo stesso tempo: un connubio di generi fra avventura, azione, esplorazione, progressione del personaggio e soprattutto narrazione in grado di amalgamarsi tra loro per tirare fuori un prodotto di alto livello.
Sì, perché Kena: Bridge of Spirits non è un gioco come tutti gli altri, ovvero mirato all'intrattenimento senza pensieri, dal momento che sia per la natura stessa della sua trama, che per l'implementazione della storia pad alla mano tocca temi di un certo spessore in grado di provocare nel giocatore ben più di una riflessione. Ci troviamo a ragionare sulla vita e sulla morte, a dialogare e capire spiriti inquieti che non sono stati in grado di passare oltre, a riflettere su come la paura possa condizionare la vita delle persone modificandone le scelte e quindi le stesse direzioni intraprese. Tanta roba quindi, accompagnata da un alto livello di immersività che, a distanza di tre anni, non è invecchiato neanche un po' e che, quindi, è un motivo più che valido per lanciarsi all'avventura.
La protagonista del gioco, Kena, è una guida spirituale, discendente da una grande famiglia che di padre in figlio ha trasmesso questo talento nel corso dei secoli. Il suo "lavoro" consiste nel dialogare con gli spiriti inquieti, cercando di capire cosa li blocca ancora su questo mondo e aiutarli a passare oltre: un compito difficile centrato soprattutto sulla crescita e sull'esperienza, caratteristiche queste che spingono Kena a intraprendere un lungo viaggio per raggiungere un fantomatico santuario sacro. Durante il tragitto farà la conoscenza di due fratellini, Saiya e Beni che cercano di liberare lo spirito del loro fratello maggiore Taro, vittima di un tragico incidente e intrappolato nella foresta. Da qui è tutto un susseguirsi di spiriti più o meno cattivi, di evoluzioni narrative soprattutto su una forza antica che ha corrotto il nostro mondo e buona parte della foresta e della montagna che Kena dovrà percorrere e soprattutto di tante storie passate in grado di far riflettere chiunque sul perché determinate cose siano andate in un certo modo. Naturalmente non vorremmo raccontarvi più di tanto sulla trama di gioco, soprattutto per evitare fastidiosi spoiler, fatto sta che tutto è raccontato con una delicatezza tale da riuscire a toccare le corde dell'emotività di qualunque giocatore.
La nostra Kena è munita di un bastone magico, che le servirà per difendersi dalle (tante) minacce incontrate nella foresta e sulla montagna. Di fronte a un nemico potremo optare per un attacco veloce (RB del controller) o per uno più intenso e lento (tasto RT), ma potremo anche schivare gli attacchi avversari con il tasto B o usare uno scudo protettivo avvalendoci del dorsale LB tenendo presente che questo non è infinito dato che consuma energia spirituale. Avanzando nella storia poi il nostro bastone sarà in grado di colpire anche a distanza (trasformandosi magicamente in un arco), di attivare delle bombe e così via. Ogni nemico, grande o piccolo che sia, boss compresi, avrà un caratteristico pattern di attacco e ci toccherà studiarli bene per scovarne i punti deboli e capirne soprattutto i movimenti anche perché caricando a testa bassa non si va da nessuna parte. Lo stesso vale per gli attacchi in massa che subiremo, quindi dovremo essere bravi a individuare nella mischia i nemici più deboli e quelli più pericolosi fermo restando che dovremo comunque muoverci e schivare in continuazione. In linea di massima gli scontri non sono difficilissimi, in considerazione anche della scelta iniziale tra 5 livelli di difficoltà, però senza un minimo di strategia e accortezza da determinati punti non si passa.
Premendo il tasto LB del controller in momenti di "pausa", la nostra Kena è in grado di "pulsare" emettendo delle particolari onde che produrranno diversi effetti sullo scenario. Ad esempio sarà possibile rivelare percorsi alternativi, attivare determinati meccanismi che ci permetteranno di superare puzzle ambientali e soprattutto evidenziare sulla scena ciò che in realtà ha poco di umano ma può esserci di grande aiuto per proseguire la missione. Ad esempio sono fondamentali i Rot, dei piccoli esserini magici nascosti in oscuri anfratti pronti a seguirci e ad aiutarci per andare avanti. Una volta che li avremo liberati ci seguiranno fedelmente e potranno essere utilizzati sia per "riconvertire" le parti di foresta corrotte da magia nera, ma anche per sbloccare alcuni meccanismi oppure per attaccare i nostri nemici. In questo caso però dovremo investire un po' della nostra barra coraggio che potrà essere reintegrata raccogliendo le sfere abbandonate dai nemici durante gli scontri o mirando determinati cristalli luminosi. I Rot possono essere governati con il tasto X del controller e lanciati su determinate piante maligne specifiche che sono una vera e propria fucina di cattivi. Una volta in posizione ci basterà premere il tasto LB per farli agire bonificando quella determinata porzione di vegetazione. Di tanto in tanto troveremo le Lacrime della Foresta, particolari piante in grado di far assumere ai Rot la forma originale (spiritica) e scagliarli in questo modo contro i nemici. Naturalmente i Rot andranno prima scovati dai loro nascondigli e alcuni sono veramente ben mimetizzati.
Muoversi sullo scenario deviando dal percorso principale sicuramente può essere utile, soprattutto per scovare tanti interessantissimi oggetti nascosti oppure per attivare delle missioni secondarie. Alcune zone risulteranno inaccessibili e potremo tornarci solo dopo, una volta ottenute delle particolari abilità. Sotto questo aspetto ad esempio la mappa di gioco pur rivelandosi abbastanza intuitiva avrebbe potuto essere realizzata meglio, magari con la possibilità di marcare determinati punti di interesse ed evidenziare poi il relativo percorso. Ogni tanto, anche se raramente, potrebbe anche capitare di perdersi non sapendo cosa bisogna fare in quel particolare momento, proprio per la mancanza di percorsi evidenziati sulla scena, anche se da questo punto di vista "pulsare" potrebbe essere un valido aiuto. Sicuramente saranno utili le maschere che, una volta indossate, permetteranno di accedere a determinate zone contrassegnate appunto dalla stessa maschera, oppure potranno rivelarci su schermo oggetti e percorsi prima non visibili, comprese le impronte lasciate dai Rot. Il backtracking è favorito inoltre da un sistema chiamato curvatura che permette lo spostamento rapido tra vari punti attivati durante l'avventura.