Recensione X-Box One
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Titolo del gioco:
Mafia: Definitive Edition
Anno di uscita:
2020
Genere:
Avventura / Azione
Sviluppatore:
Hangar 13
Produttore:
2K
Distributore:
Cidiverte
Multiplayer:
Assente
Localizzazione:
Completa (audio & video)
Requisiti minimi:
Console della famiglia Xbox One (Xbox One, Xbox One S, Xbox One X) - 40 GB di spazio libero su disco - un account Xbox Live - Prezzo: €39,99 - Prezzo Mafia Trilogy: €59,99
Box
  • Tutto inizia quasi per caso.
  • In auto si parla, si discute, ma quell'indicatore blu indica che la polizia ci insegue.
  • La mappa di Lost Heaven con i vari quartieri.
  • La modalit&agrave; di guida &egrave; selezionabile passando da una pi&ugrave; arcade a una pi&ugrave; simulativa.
  • I vari armadietti contengono medikit, una manna per la nostra salute.
  • Il lavoro grafico in questo remake &egrave; formidabile.
  • Le fasi di shooting rendono bene, come rumore delle armi e come spettacolarit&agrave;, un po' meno come sistema di puntamento.
  • I volti sono cambiati rispetto la versione originale. In meglio sicuramente!
  • Crivellare un auto di proiettili &egrave; un buon modo per convincerla ad accostare.
  • Sparatorie anche in chiesa? Succede pure questo.
  • I quartieri di Lost Heaven non ricordano quelli gi&agrave; visti in alcuni capolavori del cinema?
  • Un bel tramonto sul ponte. Cosa chiedere di pi&ugrave;?
  • L'effetto della pioggia sulle strade &egrave; veramente spettacolare.
Redattore: Giuseppe 'Isg71' Iraci Sareri
Pubblicato il: 05-10-2020
Tornare a vestire i panni di Tommy Angelo nella Lost Heaven anni '30 non ha presso ed è un'offerta che non potete assolutamente rifiutare.

Quando fu annunciato Mafia Trilogy, qualche mese fa, tutti i videogiocatori facenti parte della categoria degli 'anta entrarono in trepidazione. Chi ha avuto la fortuna di giocare il primo capitolo della serie nell'ormai lontano 2002 conosce l'importanza che ha rivestito questo gioco nella storia del mondo videoludico. Un titolo open world (che poi, in realtà, tanto open world non è mai stato) abbellito da un buon comparto tecnico per quell'epoca e impreziosito soprattutto da una superba sceneggiatura in grado di raccontare, come mai avvenuto prima, l'atmosfera dell'America negli anni '30. Effettivamente gli sviluppatori hanno riservato per ultimo giusto il remake del primo capitolo della saga, quasi a voler accrescere il livello d'attesa dei videogiocatori e rilasciando i vari capitoli in senso inverso.


Il primo ad essere proposto è stato Mafia III, il più recente tra tutti (uscito infatti nel 2016) e quello che ha avuto bisogno di meno ritocchi rispetto agli altri più datati. Poi è stata la volta della remaster di Mafia II, sicuramente il più dibattuto della serie e adesso siamo pronti a vestire nuovamente i panni di Tommy Angelo e a rivivere la sua scalata nelle gerarchie della malavita. Fin dall'inizio il primo capitolo è stato il più atteso, non solo per i motivi che abbiamo citato poco sopra, ma soprattutto perché è quello che ha beneficiato di un restyling maggiore. Qua siamo nel campo di un vero e proprio remake e non di un semplice remastering con tutti i dubbi e le incertezze del caso. Riscrivere integralmente un gioco così famoso è sempre un rischio. L'adattamento grafico e sonoro sarà all'altezza delle nuove console? La sceneggiatura originale è stata riproposta in modo fedele oppure è stata snaturata? Come verrà accolto un gameplay vecchio di 18 anni nei giorni nostri, alla soglia di una nuova next-gen ? Scopriamolo quindi nella nostra analisi.

L'AMERICA DEL PROIBIZIONISMO

La crisi economica del '29 con il crollo della borsa di Wall Street ha incrementato la miseria già presente nelle strade americane, figlia di una criminalità dilagante e favorita dall'ondata migratoria che ha portato frotte di nostri connazionali a cercare fortuna nel nuovo mondo. Miseria, voglia di emergere, razzismo e un governo non all'altezza sono stati gli ingredienti ideali per la proliferazione della malavita organizzata. Boss sempre più spietati, seguiti da orde di soldati pronti a rischiare la propria vita per cercare di gustare i vantaggi offerti dai "soldi facili" e poi il proibizionismo che chiuse i rubinetti dell'alcool negando alle persone anche la valvola di sfogo per la propria disperazione. La letteratura narrativa e cinematografica ci ha mostrato in tutte le salse il disagio di quel tempo anche con veri e propri capolavori: Il padrino, gli Intoccabili fino alla perla cinematografica di C'era una volta in America diretto da Sergio Leone e musicato dal grandissimo Ennio Morricone sono solo alcuni esempi. Il comun denominatore di tutte le opere però, segno tangibile di un racconto profondamente realistico, è il disagio di quegli anni bui della storia americana. Il pregio del primo Mafia è stato anche e soprattutto questo: aver saputo raccontare, descrivendola bene, un'intera epoca dove la storia dei singoli viene intercalata in un contesto ben più grande.


Ci troviamo a Lost Heaven una città che ancora si lecca le ferite del crack economico, suddivisa in quartieri più o meno malfamati ciascuno dei quali controllato da un boss della malavita. Le strade parlano e raccontano storie di speranza di chi è partito dalla sua terra natìa in cerca di fortuna ed è finito in una lotta per la continua sopravvivenza quotidiana. In questo contesto ci siamo noi, con il nostro modesto lavoro di autista di taxi, continuamente avanti e indietro per i quartieri della città nel tentativo di racimolare una minestra a tavola e vantarci di aver resistito un giorno in più. Niente prospettive, niente lavori ben remunerati e soprattutto niente denaro in tasca: ce n'è abbastanza per cedere alle insane tentazioni quando anche solo l'aspettativa di una vita migliore fa capolino nella nostra misera esistenza. Lost Heaven è una città viva che prova comunque a rialzarsi dall'abisso nel quale è sprofondata e lo si intuisce dal continuo traffico e movimento che, tutto sommato, ce la rendono delicatamente simpatica e accendono in noi quel senso di deja-vu grazie e soprattutto alle opere del cinema che abbiamo citato sopra. È il fascino della disperazione che accende in ciascuno di noi l'immancabile voglia di riscatto e che ben si sposa con tutto il contesto narrativo presente in Mafia.

NIENTE ACCADE PER CASO

Il nostro protagonista, Tommy Angelo, inizia così il suo racconto, quando ormai nel 1938 brama la protezione della polizia per cercare di proteggere la sua famiglia dai malavitosi che gli stanno alle calcagna. Il suo racconto è preciso e dettagliato, farcito di un misto di rimorsi e rimpianti per essersi fatto trascinare in un vortice di crescente violenza sfuggita ben presto al suo controllo. Una narrazione che si rivela convincente fin da subito e che ci trascina nell'azione vera e propria grazie ai ricordi di Tommy con continui balzi avanti e indietro nel tempo che finiscono per esaltare la sapiente sceneggiatura. Tutto è iniziato nel 1930 quando, quasi per caso, Tommy dà un passaggio sul suo taxi a due personaggi in fuga, tali Sam e Paulie che, in segno di ringraziamento, gli presentano il boss locale, don Salieri. Tommy sa di trovarsi di fronte a persone della malavita, ma i due vestono bene e parlano di denaro, tanto denaro. Il profumo di una vita migliore scevra dalle preoccupazioni su come guadagnarsi la pagnotta è sufficiente per inebriare le narici di Tommy e fargli fare il passo successivo: mettersi a disposizione del boss ed entrare a far parte della famiglia. Da lì in poi sarà un crescendo di missioni di guida, furti, omicidi e tutto ciò che di sbagliato il mondo della mala è in grado di offrire. Naturalmente i soldi non piovono dal cielo, ma sono accompagnati da un costante rischio di rimetterci le penne dovendo affrontare altri disperati senza scrupoli che cercano di ostacolare il nostro boss nella scalata al potere. Morello ad esempio è il più pericoloso di tutti: controlla una fetta maggiore della città rispetto al nostro Salieri ed è ancora più spietato, incapace di controllarsi in un momento d'ira.


Naturalmente le citazioni si sprecano ma sarà bravura del giocatore coglierle una dopo l'altra: così quando Morello fa fuori un pugile brandendo una chiave inglese sembra di trovarsi davanti alla sfuriata di Al Capone con una mazza da baseball in un ristorante ne "Gli Intoccabili" o ancora la gesticolazione di Ennio Salieri durante i suoi discorsi ci ricorda le movenze di un giovane Robert de Niro ne "Il padrino II". C'è molto altro ovviamente e questo è possibile grazie anche a un'ottima caratterizzazione dei personaggi principali che, in questo remake, hanno beneficiato di nuove cutscene e di una regia ancora più consapevole e perfezionata. In questo contesto anche il contabile Frank e il balbuziente meccanico Ralphie, oltre al fornitore di armi di fiducia Vincenzo riescono a calamitare la nostra attenzione come quando, davanti a un bel film, osserviamo con attenzione uno dei personaggi su schermo nella continua e trepidante attesa di un suo improvviso exploit. Il concept originale è stato pienamente mantenuto e integrato, come dicevamo, con l'aggiunta di altre parti ed è quindi naturale che qualcosa sia cambiata anche nella caratterizzazione degli attori sulla scena. Tommy ad esempio è diventato, in questa nuova versione, più riflessivo, malinconico, in un conflitto interiore che giustifica meglio la scelta finale di pentirsi e di passare dalla parte dei buoni rispetto alla spavalderia paventata per tutta la durata del gioco originale. Di contro qualcuno ci ha perso come Paulie che, complice un doppiaggio un po' troppo spinto nelle inflessioni dialettali ha perso parte della sua autorevolezza.

LA RIVISITAZIONE DEL GAMEPLAY

Come dicevamo questa Definitive Edition si è posta l'obiettivo di integrare il gioco originale evitando per quanto possibile di snaturarne l'essenza. Il nuovo gameplay è effettivamente più funzionale, soprattutto durante gli scontri a fuoco. Adesso Tommy potrà ripararsi praticamente dietro ogni cosa, sporgendosi per rispondere al fuoco di chi attenta alla sua vita: il combat system è stato preso a piene mani da Mafia III, per il quale rappresenta un vero e proprio punto di forza. Adesso gli scontri a fuoco sono sicuramente più interessanti e meglio bilanciati, così come il sistema di guida ha beneficiato di una componente arcade o simulativa interamente affidata alla nostra scelta iniziale prima di cominciare la partita. L'idea, parzialmente riuscita, mirava ad avvicinare le fasi action di Mafia ad uno standard di gestione degli scontri più vicino ai giorni nostri. Diciamo parzialmente perché se da un lato il nuovo sistema di controllo/gestione si rivela abbastanza intuitivo dall'altro abbiamo a che fare con un' I.A. (intelligenza artificiale) dei nemici non sempre all'altezza della situazione.


Controllare Tommy è semplice: con le due levette muoveremo il nostro alter ego e l'inquadratura della videocamera mentre i tasti LT ed RT ci permetteranno di prendere la mira e sparare. Il tasto A ci servirà per nasconderci dietro la parete più prossima, con X ricaricheremo la nostra arma e con Y ci arrampicheremo. Di particolare importanza il tasto B che ci permetterà un attacco corpo a corpo contro i nostri nemici, utile per le eliminazioni silenziose una volta che ci saremo avvicinati con circospezione (basterà premere la levetta analogica di destra per muoverci senza fare rumore). Il sistema di puntamento può essere gestito dalle opzioni iniziali, in concomitanza con la scelta del livello di difficoltà (ce ne sono ben 4): interessante la modalità classica che avvicinerà ancor di più questa Definitive Edition al gameplay del gioco originale pur mantenendo le innovazioni apportate nella nuova versione. Il sistema di mira presta il fianco a qualche incertezza ma, tutto sommato, è coerente con la scarsa attitudine alle armi facente parte della storia di Tommy. Diverso il discorso per l'I.A. (Intelligenza Artificiale) dei nostri nemici che alterna momenti di straordinaria lucidità con i cattivi che proveranno ad accerchiarci oppure a stanarci utilizzando esplosivi di ogni genere ad altri invece di straordinaria follia con personaggi che ci verrano quasi incontro come fossero semplice carne da macello. A prevalere purtroppo è in linea di massima la seconda ipotesi. Non vanno meglio neanche i vari NPC che incontreremo in giro per le strade di Lost Heaven con automobilisti che compieranno manovre inspiegabili o pedoni che sembrano manifestare tendenze suicide lanciandosi davanti al nostro veicolo.