Recensione PC
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Titolo del gioco:
P.A.M.E.L.A.
Anno di uscita:
2020
Genere:
Azione / Avventura
Sviluppatore:
NVYVE Studios
Produttore:
NVYVE Studios
Distributore:
Steam
Multiplayer:
Assente
Localizzazione:
No
Requisiti minimi:
Sistema operativo: Windows 7/8/10 (64-bit OS richiesto) - Processore: Intel Core i5-2300 2.8 GHz (o equivalente AMD)- Memoria: 8 GB di RAM - Scheda video: NVIDIA GTX 550 Ti (o equivalente AMD) DirectX: Versione 11 - Hard Disk: 4 GB di spazio disponibile - Prezzo: €22,99
Box
  • Ecco l'albero del genoma tutto da riempire, naturalmente giocando.
  • La simpatica P.A.M.E.L.A. si presenta e ci spiega cosa vuole da noi.
  • La gestione dell'AARM &egrave; davvero complessa, tutorial o non tutorial.
  • Ci attendono lunghe sessioni di esplorazione in corridoi ormai deserti.
  • Cosa sar&agrave; mai successo da queste parti?
  • Lo scanner &egrave; davvero utile. Dobbiamo prima trovarlo per&ograve;.
  • I mutanti hanno attaccato e infettato tutti.
  • Solo orrore e devastazione.
  • Prima del collasso l'umanit&agrave; aveva raggiunto un ottimo equilibrio.
  • Sotto la gestione di P.A.M.E.L.A. tutto sembrava filare liscio.
Redattore: Giuseppe 'Isg71' Iraci Sareri
Pubblicato il: 04-08-2020
Imbracciamo le armi e iniziamo una nuova avventura, perché stavolta dobbiamo "sopravvivere all'Eden".

La citazione con la storia di Dylan Dog (nr. 166) ci sta tutta per descrivere la trama del gioco di Nvyve Studios. P.A.M.E.L.A. ha avuto una lunga gestazione iniziata nel lontano 2015, e da allora annunci, promesse e continui rinvii ne hanno caratterizzato una creazione lunga e laboriosa alla ricerca di quell'ottimizzazione che però è stata raggiunta solo in parte. Stiamo parlando di un gioco che si propone come un survival horror fantascientifico in prima persona a chiaro stampo soulslike, con morti che ci vedranno ricominciare dall'inizio ad ogni nostro errore ma accumulando punti genoma che ci permetteranno di potenziarci partita dopo partita. L'idea del respawn affidato ai dormienti e guidato da una I.A. richiama un altro gioco molto simile recensito poco tempo fa: The Persistence. A cambiare tutta la miscela di contorno, dalla narrazione al comparto tecnico. Anticipiamo fin da subito che il titolo di Nvyve riesce a centrare solo in parte l'obiettivo, ma andiamo con ordine e iniziamo la nostra analisi.

DOPO LA CATASTROFE CI SIAMO NOI

Come già anticipato ci troviamo su un'isola di nome Eden, in un lontano futuro dove l'umanità ha raggiunto alti livelli tecnologici e sociali. Come in ogni paradiso che si rispetti, però, c'è sempre qualcosa che non va per il verso giusto. La diffusione di un virus ha causato una serie di mutazioni genetiche che hanno colpito uomini e macchine creando una sorta di guerra civile, al punto che l'intelligenza artificiale P.A.M.E.L.A. alla quale era stato affidato il compito di gestire la nuova società, prevedendo disastri futuri aveva creato una truppa composta da persone poste in crio-stasi, i dormienti. Questi soggetti al riparo da qualsiasi forma di contaminazione, avrebbero potuto essere risvegliati in caso di emergenza per cercare di indagare su quanto successo e ripristinare l'equilibrio perduto. E qui entriamo in gioco noi nelle vesti, manco a dirlo di un dormiente, guidato da P.A.M.E.L.A. e con il compito di cercare di far luce sull'accaduto. La nostra avventura quindi si articolerà in ambienti chiusi e aperti e la grande componente esplorativa ci vedrà un po' allo sbando alla ricerca di qualunque informazione utile che, alla stregua di un tassello di un puzzle andrà a comporre un mosaico finale che dovrebbe rivelarci la verità. Il gioco si snoda in un vero e proprio ambiente open world che metterà a dura prova il nostro senso dell'orientamento aiutati, almeno nelle fasi iniziali, esclusivamente dal nostro istinto.

DIFFICOLTÀ VARIABILE

Fin dall'inizio dell'avventura sarà possibile selezionare il livello di difficoltà, spaziando ad esempio dalla permadeath alla possibilità di trovare in giro armi solo per il combattimento ravvicinato. Inoltre la natura soulslike del gioco si concreatizza con la necessità, una volta morti, di andare a recuperare l'armamentario del vecchio dormiente dal punto stesso in cui questi è stato ucciso. Un modo originale e sicuramente laborioso di creare una sorta di check point. Il livello di difficoltà comunque passa anche attraverso altri parametri: le armi ad esempio sono poche e le munizioni ancora meno, con il risultato che bisognerà fare attenzione a non sprecare nulla negli scontri contro i mutanti. I cattivi sono naturalmente di diverso genere, avendo la mutazione colpito sia gli esseri umani che i robot sentinella costringendoci ad un'esplorazione cauta, sempre sul filo del rasoio, anche se una volta appresi i loro pattern di attacco non sarà molto difficile averne ragione. Il tutto ruota attorno a un'esplorazione a tratti anche noiosa che ci vedrà ricercare in ogni oggetto utile (indicato su schermo da un punto interrogativo) eventuali potenziamenti, medikit e soprattutto di file log in grado di aprirci le chiavi di una trama intricata e inizialmente poco comprensibile.

IL SISTEMA DI CONTROLLO

Con l'ausilio del nostro solito controller Xbox 360 perfettamente supportato, finiremo per usare pochi tasti in un ventaglio di opzioni complesso all'inverosimile. La ricerca nei vari oggetti sarà possibile con l'ausilio del tasto X mentre il tasto A ci farà fare un piccolo balzo indietro utilissimo per resistere agli attacchi dei nemici. Nelle fasi iniziali, quando saremo sprovvisti di armi e dovremo ricorrere alla forza bruta con il tasto LB pareremo i colpi mentre con il grilletto posteriore RT sferreremo il nostro attacco. Il tasto B invece ci consentirà di accedere all'AARM, una interfaccia che cerca di riassumere tutto quanto in un colpo solo. Dall'inventario potremo vedere i nostri item, spostarli, equipaggiarli o utillizzarli per potenziare naturalmente parametri come l'armatura, le armi, e così via. Dalla stessa interfaccia terremo sotto controllo le barre di salute/energia e potremo anche accedere alla mappa di gioco e fare tantissime altre belle cosette. Inizialmente l'AARM crea più di un problema, almeno finché non avremo preso confidenza con la sua struttura e riusciremo a gestirlo nella maniera più opportuna. È presente nel gioco anche una buona funzione di crafting che, una volta recuperati gli item giusti, ci permetterà di gestire potenziamenti del dormiente o delle sue armi, creare barriere e scudi e molto altro che lasciamo a voi il piacere di scoprire. Buona parte del tempo la si passa nella ricerca sperando di trovare qualcosa di utile nei vari oggetti "esplorabili" che si trovano in giro.

LA MANCANZA DI LOCALIZZAZIONE

In un gioco come questo, la mancanza della lingua italiana, almeno per i sottotitoli rappresenta un handicap davvero pesante. Le varie clip di intermezzo peraltro ottimamente doppiate in lingua inglese, ad esempio, non sono neanche sottotitolate innalzando la difficoltà di comprensione e richiedendo una ottima (e non semplicemente buona) conoscenza della lingua straniera per capirci qualcosa. Inoltre anche durante le fasi in-game, i sottotitoli, la gestione dell'inventario, i file di log trovati in giro e tutto il resto rischiano di tagliare fuori dalla trama di gioco, ma anche dallo stesso gameplay, chiunque non abbia dimestichezza con l'inglese. Peccato, perché dato il lungo periodo di gestazione del gioco e l'ambizione degli sviluppatori sarebbe stato lecito attendersi una decisione diversa in questo senso. La gestione dell'inventario ad esempio è abbastanza laboriosa almeno nei primi momenti di gioco, complice una impostazione leggermente confusionaria in grado di mettere in difficoltà chiunque anche perché i tutorial sono comunque presenti, ma non esplicativi al punto giusto. Il risultato è che all'inizio proveremo i vari item un po' a casaccio correndo anche il rischio di non utilizzarli o di abbandonare quelli che invece potrebbero servirci.


Buona parte del gioco ruota attraverso il ritrovamento di keycodes utili per aprirci porte bloccate e moneta virtuale da spendere nei vari distributori trovati in giro per acquistare nuovi item che potrebbero servirci. Più avanti poi incontreremo altre macchine in grado di accendere l'illuminazione in determinate stanze, di riciclare alcuni oggetti presenti nel nostro inventario e così via. Ne consegue che con una complessità simile la mancanza di localizzazione taglia fuori tutti gli utenti che non hanno una buona/ottima conoscenza della lingua inglese e finisce per incidere naturalmente sulla nostra valutazione finale.

COMPARTO TECNICO

Dal punto di vista tecnico il gioco si comporta discretamente bene. Buono il comparto grafico con animazioni fluide e texture tutto sommato accettabili (soprattutto negli esterni) anche se malgrado l'ultima patch correttiva, qualche compenetrazione poligonale e qualche animazione legnosetta dei nemici ancora persistono. Un plauso anche all'ottimo doppiaggio in lingua inglese di P.A.M.E.L.A. che riesce ad esprimere l'angoscia di una situazione difficile da sopportare anche per una I.A., così come le musiche di accompagnamento adatte per l'atmosfera dark del gioco. La narrazione è buona per chi è in grado di comprenderla anche se a volte devia un po' troppo dal percorso con informazioni parzialmente ridondanti. Dal punto di vista del gameplay invece raramente ci siamo spaventati durante le nostre sessioni esplorative, segno di una impostazione che fallisce in parte lo stampo di survival horror che si vuole dare al gioco.


A lungo andare ci sono troppi, secondo noi, momenti morti nei quali non facciamo altro che cercare oggetti in giro analizzando tutto quello che si trova su schermo, alternati a pochi momenti di azione vera e propria. La gestione dell'inventario laboriosa e la tanta carne sul fuoco messa nel gioco dagli sviluppatori invece rappresenta un'arma a doppio taglio minata dalla mancanza della lingua italiana che rischia seriamente di rovinare il divertimento a buona parte dei giocatori e richiede comunque un certo periodo di pratica anche a tutti gli altri. Qualcosa di buono comunque c'è ma lo si apprezza dopo le fasi iniziali, quando si riesce a prendere confidenza con l'AARM e quindi a godersi veramente il mondo di P.A.M.E.L.A.


In conclusione quindi siamo di fronte a un gioco da consigliare esclusivamente a chi adora queste lunghe esplorazioni a stampo sci-fi e soprattutto conosce molto bene la lingua inglese. Gli altri potrebbero rimanerne profondamente delusi.

Modus Operandi:

abbiamo giocato a P.A.M.E.L.A. grazie a un codice fornitoci dagli sviluppatori tramite Terminals.io.

P.A.M.E.L.A. è un gioco che punta in alto, con una storia intrigante e con tantissime cose da fare. Paga pegno per la complessità della struttura di alcune fasi del gameplay, come la gestione dell'AARM e soprattutto per la mancata localizzazione in italiano quanto meno per i sottotitoli. Bisogna giocarci per un bel po' prima di comprenderne le meccaniche, anche se la bilancia pende più dal lato dell'esplorazione che dal lato dell'azione vera e propria. Ne viene fuori un gioco da consigliare prevalentemente ai fan del mondo sci-fi che hanno una conoscenza elevata della lingua inglese. Tutti gli altri correrebbero il rischio di annoiarsi e di non comprenderne buona parte della struttura.
  • Storia interessante
  • Graficamente apprezzabile
  • Tantissime cose da fare
  • Gameplay complesso
  • Alcune sessioni sono un po' noiose
  • Assolutamente non indicato per chi non conosce (bene) la lingua inglese
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