Recensione PC
PC
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Titolo del gioco:
Death Stranding
Anno di uscita:
2020
Genere:
Azione / Avventura
Sviluppatore:
Kojima Productions
Produttore:
505 Games
Distributore:
Halifax
Multiplayer:
Online
Localizzazione:
Completa (audio & video)
Requisiti minimi:
Sistema Operativo: Windows 10 - CPU: Intel Core i5-3470 o AMD Ryzen 3 1200 compatibili AVX (Advanced Vector Extensions) - RAM: 8 GB - Scheda Video: GeForce GTX 1050 3 GB o AMD Radeon RX 560 4 GB - DirectX 12 - Hard Disk: 80 GB - Prezzo: €59,99
Box
  • Larghi spazi desolati e soprattutto tanta fatica.
  • Usare i mezzi pu&ograve; essere risolutivo, ma non per questo meno rischioso.
  • Passaremo tantissimo tempo da soli, senza incontrare nessuno.
  • Il Bridge Baby (BB) ci aprir&agrave; le porte dell'aldil&agrave;... ora possiamo davvero percepire la presenza di tutti
  • Tanta tecnologia, ma soprattutto tanta presenza di qualcos'altro.
  • I pericoli sono sempre dietro l'angolo, meglio muoversi con circospezione.
  • Gli appassionati dei bei paesaggi rimarranno soddisfatti in Death Stranding.
  • La comunit&agrave; PC ha cominciato a mettere online tantissime immagini, una pi&ugrave; bella dell'altra.
  • Servir&agrave; anche riposare ogni tanto.
Redattore: Giuseppe 'Isg71' Iraci Sareri
Pubblicato il: 07-08-2020
Sam è un uomo solo, con seri problemi di comunicazione e con un passato misterioso. Ma il suo gran cuore lo rende l'uomo più adatto per salvare il mondo.

Death Stranding approda su PC dopo quasi un anno dall'uscita su PS4: un esordio costellato di lodi e critiche per un gioco che presenta un'amalgama di generi diversi e dalle grandi ambizioni. Con un comparto tecnico da tripla A l'opera di Hideo Kojima ha spaziato nel ventaglio delle emozioni umane, provando a rivoluzionare il concetto stesso di vita e morte, di solitudine e comunità e soprattutto creando dal nulla un mondo fantasy dai contorni definiti e al contempo sfumati. Una grande sfida che ha raccolto, a suo tempo, più consensi che critiche e che adesso viene riproposta alla vasta platea di giocatori PC, più esigenti per definizione ma anche più inclini a cogliere la componente simulativa di Death Stranding. Tra una battaglia di risoluzioni e framerate e le problematiche di configurazioni hardware all'altezza della situazione, la sfida per gli sviluppatori si sposta su un altro fronte anche se l'esperienza di Death Stranding merita, comunque, di essere vissuta. A corredo di un'ottima narrazione troviamo anche un cast di alto livello con attori più che conosciuti nel mondo del cinema e che sono stati "introdotti" nella trama di gioco in modo semplicemente perfetto.

SAM PORTER BRIDGES

Non si può parlare di Death Stranding senza cominciare dall'enigmatico protagonista, interpretato dal noto attore Norman Reedus. Chi segue la famosissima serie TV "The Walking Dead", che ha reso famoso Norman facendolo conoscere a tutto il mondo, sa che non si poteva fare scelta migliore per il protagonista di questo gioco. In The Walking Dead, Daryl Dixon è il personaggio più amato dai fan: parla poco, osserva molto e ha un alto senso del concetto di amicizia e famiglia: con coraggio da vendere, letale nei combattimenti e silenziosissimo nei suoi movimenti, con la sua fida balestra ha sempre fatto strage di zombie surclassando nei cuori degli appassionati della serie anche un personaggio carismatico come Rick Grames.


Il ruolo di salvatore della patria in un mondo distopico come quello nato dalla fantasia di Kojima prevede infatti un personaggio silenzioso ma al contempo determinato che si ponga nel ruolo di collante tra la realtà della vita e quella della morte dopo che una catastrofe globale ha sconvolto la vita delle persone in un futuro abbastanza lontano. Un personaggio che, sprezzante del pericolo e consapevole delle proprie possibilità, cerchi in modo certosino, quasi come una formica in prossimità dell'inverno, di caricarsi sulle spalle l'onere di ripristinare i collegamenti tra le persone, colpite da un isolamento che le ha rese fragili e senza alcuna prospettiva. Nasce così il ruolo importante del corriere, di colui che provi, a rischio della vita, a soccorrere i più fragili, cercando di ripristinare la rete chirale, strumento ibrido tra la tecnologia che conosciamo tutti e un qualcosa di arcano, misterioso, tanto impalpabile da essere dannatamente reale. Il ruolo di Sam passa attraverso la sua capacità di "comunicare" con entrambi i mondi grazie al suo collegamento con il Bridge Baby, un bambino mai nato collocato in un limbo che gli permette di percepire la presenza di vivi e morti, in un rapporto empatico che si spinge fin quasi alla vera e propria simbiosi di pensieri e ricordi.

IL CAOS DOPO IL BOTTO

La Cronopioggia ha devastato la vita sul pianeta, alterando la naturale evoluzione di persone e cose e sfidando i paradigmi del tempo e dello spazio. Una pioggia acida, in grado di accelerare il processo di invecchiamento in tutti gli esseri viventi che ne vengono a contatto, aprendo un varco nel mondo dell'aldilà che, in Death Stranding si colloca proprio sulla spiaggia. Le Creature Arenate hanno fatto capolino nel mondo, causando devastanti esplosioni (voragini) quando l'anima del morto ritorna al proprio corpo e costringendo le persone a rifugiarsi nelle Knot Cities e preferire l'isolamento totale a una morte quasi certa. Sam non è immune alla cronopioggia, può muoversi all'aperto grazie al suo speciale "abbigliamento" da corriere: ecco quindi che la prospettiva di salvare sua sorella scomparsa lo convince ad accettare l'incarico della Bridges e ad iniziare un lento e progressivo lavoro di ricostruzione con l'obiettivo finale di ricollegare tutte le isolate città sul territorio e di ricomporre l'UCA (United Cities of America).


Durante la storia faranno la loro comparsa altri personaggi, anche loro interpretati da attori famosi come il dottor Deadman (Guillermo del Toro), gli scienziati Heartman (Nicolas Winding Refn) e Mama (Margaret Qualley) oltre a Fragile (Lea Seydoux) che aiuteranno Sam nella titanica impresa. Ma i problemi non finiscono di certo qui: oltre alle Creature Arenate c'è da fare i conti anche con i Muli, persone che vivono rubando i carichi altrui e i terroristi coordinati da un certo Clifford Unger (interpretato da Mads Mikkelsen). Ne nascono regole di ingaggio che a volte ci vedranno affrontare i nemici a testa bassa, altre volte ci indurranno a preferire un approccio stealth, momenti che sono quasi "di contorno" in un gameplay che ci vedrà prevalentemente affrontare lunghe scarpinate per effettuare le nostre consegne da un punto all'altro della mappa.

HIDEO KOJIMA

L'ideatore di Death Stranding, fondatore di Kojima Productions (dopo aver "forzatamente" lasciato Konami nel 2015) ha sempre manifestato la sua passione per il cinema e la letteratura che gli sono valse l'appellativo di autore nel mondo dei videogames. La sua collaborazione con Konami gli ha permesso di pubblicare Metal Gear per piattaforma MSX e poi di offrirci uno dei giochi più famosi della storia, Metal Gear Solid, edito nel 1998 per Sony Playstation. Fondamentalmente ha gettato le basi per la nascita del genere stealth quando ancora tutti i giochi venivano classificati indiscriminatamente come action game.


Kojima Productions ha stretto un rapporto di collaborazione con Sony per l'uscita in esclusiva di Death Stranding per PS4, rilasciato l'8 novembre 2019, adesso convertito anche per PC grazie al sodalizio con 505 Games.

L'UNICITÀ DI DEATH STRANDING

Non è nostra intenzione insistere sul comparto narrativo del gioco: Death Stranding è un'esperienza che va vissuta passo dopo passo, all'unisono con la crescita delle capacità di Sam e con la comparsa di numerosi altri personaggi in gioco. Analizzando i singoli aspetti potremmo parlare di un gioco stealth, a volte action, altre volte simulativo con il rischio di sbagliare in ognuna di tali affermazioni. Malgrado il plot dominante nel gioco lo identifichi come un simulatore di consegne, in realtà il lavoro di Kojima Productions assume una caratterizzazione tutta sua, che lo rende unico nella sua globalità. Un progetto certamente ambizioso che fonda le sue (solide) basi su una narrazione che regge dall'inizio alla fine e che, al netto di piccole sbavature o ridondanze, è in grado di donarci un'esperienza videoludica complessivamente appagante.


Il mondo presentato ci dona il lavoro di una mente geniale ma va anche oltre andando a toccare le corde di certi dogmi e mettendoli in seria discussione. Il rapporto tra la vita e la morte appare tangibile, quasi palpabile, finalmente concreto con la personalizzazione di certe entità che raramente abbiamo visto in rapporto con la vita così come la intendiamo noi. Saltano tutti gli schemi nel momento in cui subentra qualcosa in grado di alterare le regole dello spazio-tempo per non parlare di alcuni coinvolgimenti emotivi che ci obbligano a soffermarci sull'importanza della comunicazione. Al giorno d'oggi abbiamo finestre continuamente aperte sul mondo grazie alla tecnologia, ma abbiamo dimenticato l'importanza del dialogo diretto, del contatto, dello scambio di sguardi e soprattutto l'importanza della trasmissione/ricezione di emozioni.


Death Stranding ci costringe a uno sforzo immane per ripristinare una rete di contatti dopo averci mostrato la gravità della solitudine delle persone e lo fa attraverso una rete fantasiosa, inesistente quasi a voler rimarcare la necessità di cambiare le nostre abitudini attuali. Di riflessioni come queste è piena tutta la trama del gioco che, quasi senza farcelo capire, ci pone di fronte a continue domande sull'importanza del rapporto umano fra gli esseri viventi: quale miglior modo quindi di porre degli ostacoli alla comunicazione rimarcando le problematiche della solitudine? La popolazione è fragile, isolata e serve quindi qualcuno che si faccia carico dell'onere di ripristinare tutti i collegamenti perché altrimenti l'umanità non sopravvive. Ecco quindi dove risiede l'unicità di Death Stranding, in un gioco che va ben oltre il semplice intrattenimento videoludico e riesce a porre in secondo piano addirittura la stessa performance di un gameplay non sempre perfetto, focalizzando la nostra attenzione sui personaggi, sugli scenari, sull'ambiente di gioco.