Il campanile nel lago di Resia sta lì, sornione, a raccontare storie passate, immerso in una splendida vallata che, un tempo, era popolata da greggi, persone e nella quale giaceva il piccolo e caratteristico villaggio di Curon. Emergendo imperioso dalle acque ricorda, a chiunque voglia ammirarlo, come a volte la storia resista alle ingiurie dell'uomo e come, malgrado si provi a cambiare le cose, il passato rimanga sempre lì per ricordarci che nulla è mai come sembra e che c'è molto più di quanto si possa vedere a occhio nudo. Non molti conoscono la storia narrata in A Painter's Tale: Curon, 1950, un progetto nato dalla collaborazione tra gli italianissimi ragazzi di Monkey Tales Studio e Italian Videogame Program con questi ultimi che pubblicano sul loro sito un intero database narrativo di località presenti nel Bel Paese a disposizione di chiunque voglia trovare spunti per la realizzazione di un videogioco.
Oggi sappiamo che il villaggio fu raso al suolo per lasciare spazio a un lago necessario per la creazione di una centrale idro-elettrilitica che avrebbe servito tutte le zone del circondario, ma nulla è mai trapelato circa le sensazioni di quella popolazione sradicata dalla loro terra natìa e spostata da un'altra parte (nella nuova Curon Venosta... -NdR); nulla sappiamo circa un vero e proprio atto di prepotenza che, come spesso la storia ha dimostrato, era per l'interesse di alcuni personaggi (mascherato da interesse collettivo) a discapito di poche persone. Adesso però possiamo riflettere sull'accaduto, provare a immedesimarci in quelle persone e, alla fine, arrivare a capire che non c'è mai progresso senza sofferenza.
Il protagonista del gioco è Tommaso, un giovane pittore che si reca sulle sponde del lago per ritrarre il famoso campanile di Curon. Dopo aver incontrato uno strano personaggio dalla lingua incomprensibile (tedesco... -NdR) il nostro ragazzo vede comparire una strana luce sul lago. Avvicinatosi si risveglia all'interno di una strana e sconosciuta abitazione e circondato da persone mai viste prima. La strana luce gli ha fatto fare un balzo indietro nel tempo fino al 1949. A quel tempo il lago non c'era ancora e Curon era una tranquilla cittadina che viveva prevalentemente di pastorizia, anche se vi circolavano strane voci circa la volontà, da parte di una ditta italiana di costruire un lago artificiale proprio sul loro paese. Dopo un iniziale e giustificabile senso di sbigottimento Tommaso farà la conoscenza di Ida e di Padre Alfred, coloro che lo hanno salvato dopo averlo trovato esanime alle porte del paese. Incontrerà nuovamente lo strano tipo già visto nel 2020, con la differenza che adesso riesce stranamente a comprenderne il linguaggio. Quel personaggio, conosciuto come il matto del villaggio sarà apparentemente l'unico collante fra le due diverse epoche. Il nostro Tommaso si trova quindi all'interno di una storia più grande di lui, farcita dalle ansie e dalle preoccupazioni degli abitanti di Curon, sopraffatti da decisioni più grandi di loro, ma avrà modo anche di conoscerli uno ad uno, al punto da affezionarsi al loro e da porli in primo piano quando si presenteranno decisioni importanti.
Grazie alla buona implementazione con il controller di gioco (per i nostri test abbiamo utilizzato come al solito quello di Xbox 360), inizieremo a muoverci prima all'interno della casa di Ida, poi anche all'esterno. Il nostro Tommaso, per deformazione professionale, si fermerà continuamente ad ammirare i vari quadri appesi alle pareti (premendo il tasto A), ognuno dei quali racconta una storia e un momento diverso. Girovagando per la locanda, l'albergo, la chiesa e altri luoghi adiacenti fedelmente riprodotti dalla controparte originale, tuttora visionabile all'interno del museo di Curon Venosta, avremo modo di conoscere tanti nuovi personaggi, ognuno dei quali dotato di proprie personalità, ambizioni, sogni e delusioni. Ida ad esempio vive di ricordi, in perenne attesa del ritorno del marito Karl mai tornato dalla guerra. Non incontreremo Karl, ma è come se lo facessimo semplicemente ascoltando i ricordi della moglie. Incontreremo Padre Alfred, il parroco del paese, preoccupato al pensiero che un estraneo viva a casa di una donna sola, così come faremo la conoscenza di Ludovica, giovane ragazza dai sogni più grandi di lei, che mira ad evadere da quel paese senza prospettive per costruirsi un futuro altrove. Conosceremo le "tre panchinare", la locandiera, l'albergatore Heinrich e per ognuno di loro riusciremo a farci un'idea profonda semplicemente dai pochi dialoghi presenti nel gioco.
Vero fulcro della produzione è il diario, all'interno del quale annoteremo tutte le storie apprese in giro, dei bozzetti dei vari personaggi e, naturalmente, i vari quadri che osserveremo durante la nostra avventura. È un vero piacere sfogliarlo per approfondire la conoscenza su quello che era Curon prima che la demolizione e il lago la cancellassero dalla faccia della Terra: una cancellazione che non è mai avvenuta del tutto, anche grazie a quel campanile che si erge maestoso dalle acque quasi a voler testimoniare una sorta di resistenza contro le decisioni dell'uomo. Nelle ore notturne, spesso i sogni vedranno il nostro Tommaso correre per il paese ascoltando le testimonianze locali che in realtà serviranno da pretesto per la raccolta di nuove sensazioni/informazioni. Il vero scopo del gioco è quello di suscitare in noi abbastanza curiosità da voler approfondire la storia di Curon, una storia che va ben oltre la semplice demolizione e ricostruzione di un paese e ci mette nella condizione di affezionarci a tutti i personaggi presenti nella storia. Questo avviene grazie a un sistema di dialoghi semplice ma efficace con le parole giuste dette al momento giusto, ma anche con le giuste ambientazioni e uno stupendo accompagnamento musicale del quale parleremo più avanti.
Dal punto di vista tecnico siamo davvero ai minimi termini. La grafica cubettosa appositamente stilizzata fa comunque il suo dovere, così come gli scenari che non brillano certo per definizione ma lasciano trapelare l'impegno degli sviluppatori. A risentirne sono le animazioni particolarmente legnose e spesso poco rispondenti all'input dei comandi per non parlare di fastidiosi crash avvenuti durante il gioco che ci hanno costretti a riavviare daccapo l'intero pacchetto. La nota più stonata è rappresentata dallo scellerato sistema di salvataggio, assolutamente non gestibile che ci ha costretti più volte a rigiocare il capitolo dall'inizio (perché avevamo interrotto o per via dei suddetti crash). Altra nota dolente è la durata complessiva dell'esperienza che si concludera praticamente in tempi brevissimi, anche perché il tutto si limita a un racconto interattivo con un percorso che più lineare non si può ammettendo pochissime deviazioni dal percorso.
Non ci saranno enigmi da risolvere, tranne piccolissimi e semplicissimi puzzle, e non ci sarà da spremere le meningi. Tutto l'universo esplorabile si riduce a un piccolo borgo di Curon sufficiente però a descrivere lo stato d'animo dell'intero villaggio. Sempre dal punto di vista tecnico invece un elogio particolare merita la colonna sonora della bravissima Marta Ascari: bellissime note che, con la delicatezza di un pianoforte, sono capaci di raccontare egregiamente tutte le emozioni e i momenti vissuti nel gioco. Dalla malinconia dei racconti di Ida, alle note più forti sull'avanzamento della fine di Curon, brano dopo brano per delle musiche di accompagnamento che oltre ad entrare immediatamente nella nostra mente esalteranno ogni singolo attimo di gioco.
In base a quanto detto risulta apparentemente inspiegabile la volontà di procedere fino alla fine, eppure... A Painter's Tale riesce ad appassionarci alla sua storia, coinvolgerci nelle storie dei personaggi che impareremo a conoscere passo dopo passo fino al punto che ci sembrerà di conoscerli da sempre. Vivremo i loro drammi come fossero i nostri, così come condivideremo i loro sogni, i rancori, la loro stessa disperazione. È difficile spiegare il fenomeno, ma è l'insieme della produzione che funziona. Alla fine della storia vorremo approfondire la storia di Curon, attraverso le informazioni sul diario e ricerche che faremo su internet, segno inequivocabile di un obiettivo raggiunto in pieno dagli sviluppatori. Gli appassionati delle avventure grafiche probabilmente resteranno delusi, a causa di una storia nella quale fondamentalmente faremo da spettatori, ma onestamente parlando è un bel film tutto da vedere (anche se troppo breve), ricordando sempre le parole di Tommaso quando dice "potrete decidere voi quello che volete, ma io sarò sempre pronto a raccontare a tutti la verità".
Modus Operandi:
Abbiamo vissuto la storia di Curon grazie a un codice fornitoci da IVIPRO.