Era l'ormai lontano 1986 quando un nuovo personaggio, Alex Kidd, debuttava sulla console SEGA con lo scopo di far concorrenza al più blasonato (e fortunato) Super Mario di Nintendo. Anche se gli sviluppatori hanno sempre dichiarato che i due giochi fossero diversi tra loro (e in realtà lo erano), le analogie si sprecavano: entrambi i giochi vedevano personaggi zompettanti nel più puro stile platform ed entrambi affrontavano degli improbabili nemici. In realtà il tempo ci ha poi detto chi vinse la sfida fra i due competitor con il prodotto Nintendo che fece sfracelli in tutto il mondo e con il povero Alex Kidd che, malgrado la simpatia del personaggio e i numerosi sequel che uscirono nel mercato fino al 1990, non riuscì a diventare un vero e proprio cavallo di battaglia della fortunata console, ruolo poi rivestito dal ben più famoso porcospino Sonic.
La diatriba era comunque limitata a una vera e propria console war mentre giusto in quel periodo il mercato videoludico aveva ben altro (e qualitativamente superiore) da offrire, principalmente sul mercato home computer (C64 in primis) sul quale fecero capolino, giusto per parlare di platform, veri e propri capolavori del calibro di Bubble Bobble, The NewZealand Story, Ghosts 'n Goblins, Rainbow Islands e compagnia bella. Per un motivo o per un altro quindi Alex Kidd non è mai riuscito a sfondare sul serio, pur vendendo una buona quantità di copie in tutto il mondo.
Nei giorni nostri il vintage adattato ai tempi moderni è tornato in auge e ne è testimonianza l'uscita sul mercato di remake più o meno buoni che, facendo leva sull'effetto nostalgia dei giocatori che hanno superato gli 'anta di età cercano di ritagliarsi una fetta di mercato (vedi Ghosts 'n Goblins Resurrection e Wonder Boy: Asha in Monster World). L'impresa è tutt'altro che semplice perché se è vero che bisogna realizzare una rimasterizzazione che non snaturi l'appeal della versione originale, è anche vero che gli utenti si attendono un gameplay che comunque si adatti a canoni più moderni.
Ci troviamo sul pianeta Aries, con il nostro protagonista specializzato nella disciplina shellcore (una specie di arte marziale del posto) e con la città del nostro Alex, Radaxian, minacciata dall'incursione di un cattivissimo che si fa chiamare Janken il Grande. Come capita spesso in questi casi la narrazione è solo un pretesto per giustificare il continuo saltare da una piattaforma all'altra, cercando di evitare i cattivi presenti su schermo e giungere di volta in volta alla fine dei vari livelli di gioco.
Il nostro Alex Kidd avrà a disposizione tre vite per superare i vari stage, rompendo vari blocchi di pietra per farsi largo ed evitando naturalmente di farsi "toccare" da qualunque oggetto in movimento, pena una morte immediata. Insieme ai blocchi di pietra ce ne sono altri indicati da una stella, che generalmente nascondono denaro da spendere poi nei vari store di intermezzo tra un livello e l'altro e altri ancora marchiati da un punto interrogativo che possono celare un potenziamento (come dei globi di fuoco da utilizzare per far fuori i nemici e i blocchi anche a distanza) oppure una sorta di stregone che ci inseguirà per tutto lo schermo uccidendoci all'istante se riesce a prenderci (e ci riesce quasi sempre). Alla fine di alcuni livelli potremo affrontare vari boss cimentandoci in una vera e propria morra cinese, all'apparenza casuale ma, a un secondo colpo d'occhio regolata da alcuni pattern sempre uguali dei vari boss. Di conseguenza un "sano" trial & error ci permetterà comunque di proseguire. Alla fine delle tre vite saremo comunque costretti a ricominciare il livello dall'inizio, potendo esclusivamente contare su alcuni checkpoint stabiliti comunque dal gioco e fissati in determinati punti assolutamente non evidenziati su schermo.
A suo tempo Alex Kidd non faceva sconti a nessuno, distinguendosi per una difficoltà inaudita che rendeva le poche ore necessarie per completarlo un vero e proprio calvario per ogni giocatore, non solo per le caratteristiche del personaggio ma anche per una struttura di animazioni e gameplay vero e proprio che lo facevano assomigliare a un vero e proprio mezzo di tortura piuttosto che a una forma di intrattenimento. Alcuni nemici sono veloci, anche troppo rispetto alle nostre forze e mai come in questo caso alcuni difetti di programmazione, sui quali si poteva sorvolare all'epoca ma non oggi rendono il gioco molto frustrante e in grado di tirar fuori da ogni giocatore turpiloqui di ogni genere. D'altronde chi possedeva un Sega Master System non aveva a quel tempo tantissime alternative (a differenza delle altre piattaforme) e quindi una possibilità bisognava dargliela per forza, oggi invece sappiamo che non è così. Gli sviluppatori hanno introdotto ad esempio l'opzione vite infinite ma non pensate che questo basti a farvelo completare agevolmente perché alcuni livelli li ripeterete fino alla nausea e spesso non per colpa vostra. Ci sono anche idee carine come la possibilità di utilizzare una moto o un elicottero per brevi tratti, ottenendo una immunità temporanea ma parliamo di poca roba in fondo.
Analizzando il gioco con un occhio più critico non possiamo fare a meno di evidenziare alcuni difetti, già presenti nella versione originale, purtroppo riprodotti pari pari in questa remaster. Buona parte dei problemi sono legati alla struttura dei livelli, alcune volte davvero impossibili per la posizione di ostacoli e nemici su schermo, altre volte per problematiche legate alle hitbox. Il nostro Alex Kidd infatti occupa uno spazio superiore a un blocco tanto che non riesce a passare sotto un blocco in pietra malgrado lo spazio visibile sia all'apparenza sufficiente. Inoltre il range disponibile per i nostri colpi è sicuramente limitato tanto chele nostre hit coprono lo spazio di un blocco (quindi inferiore alla nostra altezza). La risultante è che c'è una zona di vulnerabilità nei confronti dei nostri nemici che corrisponde più o meno alla nostra testa. Il tutto si traduce, in parole povere, con un inasprimento grave della curva di difficoltà dal momento che alcuni nostri nemici ci colpiscono senza che possiamo farci nulla anche in considerazione del fatto che alcuni cattivi su schermo godono di hitbox ben più ampie (come il ranocchio nel livello subacqueo già dopo il primo stage). La lotta è sicuramente impari anche perché come dicevamo non c'è il minimo margine di errore.
Per andare avanti quindi bisogna seguire alla lettera lo schema che hanno pensato gli sviluppatori altrimenti si finisce con il morire ogni volta (e il dover ricominciare daccapo), non c'è possibilità di eseguire una run diversa cambiando percorsi o movimenti. Questa problematica, presente nella versione storica del gioco è stata riprodotta anche in questa rimasterizzazione e si abbina purtroppo alla legnosità (e lentezza) dei movimenti del nostro Alex Kidd e allo scrolling vincolato a una singola percorrenza (con l'impossibilità di tornare sui propri passi). I livelli aggiuntivi presenti in questa riedizione hanno prolungato di poco la longevità di gioco, ma si mantengono allo stesso livello di difficoltà di tutti gli altri.
Nulla da dire sul comparto grafico, colorato e gradevole alla vista così come sulle animazioni tutto sommato fluide e scevre da bug di ogni genere. Per notare la differenza, basta utilizzare il tasto dorsale RT del controller (abbiamo usato il PAD di Xbox 360) che permette di "switchare" tra la versione moderna e quella storica. Lo stesso si può dire anche per il comparto sonoro con i brani dell'epoca opportunamente riarrangiati secondo canoni più moderni. Abbastanza scarno (per non dire inesistente) il tutorial di gioco: veniamo subito lanciati in mezzo all'azione senza alcuna spiegazione, trovandoci spesso a morire senza capirne il perché.
In conclusione Alex Kidd in Miracle World DX si propone quasi esclusivamente ai fan del gioco originale, a chi cioè risulta per un motivo o per un altro legato a quell'ormai superato modo di concepire un platform. Tutti gli altri invece potrebbero non apprezzare il lavoro di Jankenteam (che comunque a sua parziale discolpa ha dovuto ricreare tutto da zero dato che SEGA non ha fornito il codice originale) semplicemente perché anche se il gioco è bello da vedere manca di alcune caratteristiche fondamentali per un platform: la possibilità di scegliere più percorsi, hitbox ad armi pari tra buoni e cattivi, nessuna area scoperta nelle battaglie e così via. Allo stato attuale e al prezzo proposto quindi (un po' altino nel rapporto qualità/prezzo) ci sentiamo di consigliare l'acquisto del gioco solo ai fan sfegatati di Alex Kidd. Tutti gli altri invece dovrebbero guardare altrove perché a differenza di quel lontano 1986 adesso la concorrenza non manca.
Modus Operandi:
abbiamo provato ad esplorare l'universo di Alex Kidd grazie a un codice fornitoci dagli sviluppatori tramite Terminals.io.