E' durata cinque anni la trilogia che, iniziata nel 2013 con il primo Tomb Raider e proseguita nel 2016 con Rise of The Tomb Raider (con la versione PlayStation 4 uscita a fine dello stesso anno denominata "20 Year Celebration". -NdNew_Neo), mirava a raccontarci come Lara Croft sia diventata l'avventuriera che tutti ben conosciamo una volta raccolta l'eredità del padre. Siamo davanti quindi al capitolo conclusivo della serie, in questo prequel che ci ha offerto una crescita evolutiva della protagonista che da inesperta, paurosa e piagnucolona è diventata sicura di sè, impavida fino ai limiti di una consapevole arroganza. La crescita di Lara si è vista nell'arco dei tre capitoli e, ovviamente, potete godervela solo giocando tutti gli episodi (e ne vale la pena... -NdR), ma le differenze sono sostanziali già tra questo capitolo e il precedente. Rispetto a Rise of The Tomb Raider, la nostra Lara è molto più intraprendente e sicura, al punto da rasentare anche l'incoscienza rubando una intoccabile reliquia sottoforma di pugnale e scatenando di conseguenza una delle più temute profezie Maya: la fine del mondo. La furia degli elementi, sotto forma di tsunami e terremoti, comincierà a mietere vittime su vittime e ad accrescere il senso di colpa di Lara Croft che impiegherà tutto il resto dell'avventura per cercare di redimersi e di espiare al danno commesso.
Le location scelte per l'avventura di Shadow of Tomb Raider si trovano nell'America del Sud. Dopo un inizio in territorio messicano, con Lara che causerà il disastro di cui abbiamo parlato, ci si sposta in Perù, alla ricerca dello scrigno d'argento che dovrebbe neutralizzare i nefasti effetti del pugnale, come sempre in compagnia dell'amico Jonah. Naturalmente le cose si mettono subito male con l'elicottero che precipita e Lara che si trova subito da sola appesa a un albero. Da quel momento inizierà la vera e propria narrazione dell'avventura, con la conoscenza di alcuni adepti della setta della Trinità, che manco a dirlo ambiscono ad arrivare all'obiettivo prima di noi. Ci troveremo quindi a girovagare in foreste selvagge, metteremo piede in ben tre città (una più grande e due più piccole) con l'obiettivo di giungere alle varie mete intermedie prima dei nostri rivali. Ci toccherà nuotare, arrampicarci, strisciare, saltare e soprattutto curiosare per svelare cunicoli nascosti che ci porteranno a tombe segrete tutte da scoprire. Le mappe di gioco sono, al solito, abbastanza ampie ed esaltano la componente esplorativa del titolo: molto ben colorate e pregne di dettagli stimoleranno la nostra curiosità ad interagire tanto con gli scenari che con gli abitanti presenti, dai quali potremo carpire utili informazioni per trovare tombe nascoste o ottenere missioni secondarie.
Deviare dalla storia principale per dedicarsi alle missioni secondarie e alla ricerca di tombe nascoste è un atteggiamento sicuramente fruttuoso. Tutti i documenti, reliquie e quant'altro troveremo nelle location nascoste infatti rappresenta dei punti esperienza che sarà poi possibile spendere per il potenziamento di Lara. Basta trovarsi vicino a un fuoco da campo per investire in nuove abilità questa volta divise in tre aree: Guerriera, Esploratrice e Saccheggiatrice. E' inutile dire che tutte e tre le abilità si renderanno necessarie durante l'avventura, anche se la priorità dell'una nei confronti dell'altra dipende da noi e dal nostro modo di giocare. Non mancano le consuete Tombe della Sfida, difficili da scovare e da risolvere ma in grado di ricompensarci a dovere.
Ci sono anche alcune novità introdotte in questo capitolo della trilogia: adesso Lara potrà eseguire uccisioni dai rami degli alberi, appendendo a mo' di monito gli avversari uccisi, oppure si potranno utilizzare frecce avvelenate in grado di provocare allucinazioni ai nemici e di metterli temporaneamente uno contro l'altro. Questa volta il rampino servirà anche per calarsi esaltando ancora di più la componente spettacolare tipica di Tomb Raider: altezze vertiginose, baratri profondissimi, salti al limite dell'impossibile ci faranno provare ben più di un'emozione, a testimonianza di una fase platform ulteriormente migliorata e molto più coinvolgente.
Anche stavolta per fortuna potremo utilizzare la modalità sopravvivenza che ci permetterà di evidenziare sullo sfondo i punti di maggior interesse, compresi gli oggetti da raccogliere o le leve da attivare per sbloccare un determinato passaggio. A proposito degli enigmi, questi come al solito sono ben strutturati, impegnativi al punto giusto senza scadere nella frustrazione, ma comunque richiedono un piccolo sforzo cerebrale per poter essere superati. Anche questa volta, inoltre, la caccia rappresenta un'attività di contorno, in grado di darci qualche gradito premio ma ad ogni modo non indispensabile per la storia principale.