Il nuovo gioco di Pixelated Milk ci porta a Varsavia, nel periodo più oscuro della storia della capitale polacca. Siamo nell'estate del 1944, con il mondo flagellato dalla seconda guerra mondiale: i russi sono in procinto di entrare in Polonia, mentre i tedeschi sono ancora presenti e tengono gli abitanti della città sotto il loro terribile dominio. Il governo polacco è in esilio a Londra e tenta un colpo di coda contro i crucchi. Dopo le vittorie iniziali però la rivolta finisce soffocata nel sangue dalla Waffen-SS grazie a una maggiore disponibilità di uomini e risorse, alla debolezza del nemico sfiancato dalla tirannia e all'incertezza dei sovietici che non compiono il passo decisivo nel momento opportuno.
La rivolta di Varsavia finisce quindi in carneficina con l'esercito di Hitler che, attaccato da più fronti, vuole dimostrare la propria egemonia ancora una volta, manco a dirlo, contro le popolazioni più deboli. I fatti narrati nel gioco hanno quindi un'importante rilevanza storica, pur restando sconosciuti a molti ma basti fare una capatina nella capitale della Polonia per cogliere i resti di una barbarie che viene ricordata ogni anno e che, con tante ferite mai rimarginate, ci raccontano le atrocità dell'Olocausto.
Pur impegnandosi in un contesto importante, il gioco di Pixelated Milk danza attorno alla storia senza tuttavia abbracciarla mai interamente. Lo scenario è quello appena descritto, di una città in ginocchio, di una popolazione attanagliata dalla miseria e della voglia di riscatto di alcuni personaggi che però non rispecchiano quasi mai gli eroi reali dell'epoca. D'altronde siamo davanti a una ricostruzione videloudica, non a un documentario e quindi è giusto che gli sviluppatori si prendano qualche licenza creativa. A trapelare fin da subito è l'angoscia di un ambiente che, fin dal breve filmato introduttivo ci viene raccontato in tutta la sua disperazione e devastazione.
Il gioco, in perfetto stile roguelike (mappe casuali, morte permanente e movimenti a turni... -NdR) si ispira pienamente a Darkest Dungeon, edito da Red Hook Studios nel 2016 che rappresenta ancora lo standard di riferimento per questa tipologia di prodotti. Malgrado lo stile di gioco sia lo stesso però i ragazzi di Pixelated Milk hanno provato a conferire un'identità propria al loro titolo con delle differenze che attingono a piene mani dall'incipit storico di Warsaw. Come ben sappiamo, o dovremmo sapere, la rivolta polacca finì soffocata nel sangue e le cose non cambieranno all'interno del gioco nel quale non potremo vincere contro i tedeschi, ma dovremo impegnarci per resistere il più possibile.
Una volta installato il gioco, noteremo a malincuore la mancanza di localizzazione nella nostra lingua: il gioco è stato tradotto in inglese, francese, tedesco, polacco e russo ma non in italiano, con buona pace di tutti quelli che masticano solo la lingua del bel paese. Il tutorial iniziale, molto striminzito per la verità, ci spiegherà come muoverci sulla mappa e come affrontare i nostri nemici, tralasciando purtroppo di approfondire le meccaniche dell'inventario e la giusta focalizzazione sulle abilità dei personaggi. Fin da subito comunque si capisce che Warsaw è un gioco suddiviso in una parte gestionale e in una tattica.
All'interno di un edificio segreto, sede della resistenza, faremo la conoscenza di diverse figure presenti nel gioco, come il reclutatore, l'infermiera, l'addetto alle scorte, l'archivista e altri che lasciamo a voi il piacere di scoprire. Ognuno di questi personaggi svolge un ruolo particolare nel bunker e imparare a conoscerli bene ci permetterà di gestire meglio le file della nostra resistenza. In realtà avremo a che fare con una sessantina di omini tutti utili alla causa per non parlare di altri volontari che si aggregheranno a noi durante il percorso. Diciamo fin da subito che le morti in Warsaw sono permanenti (parliamo di un roguelike dopotutto... -NdR) e che quindi perdere qualche personaggio chiave può anche compromettere l'intera avventura. A giocare un ruolo importante è il morale dei personaggi che ci circondano, cittadini compresi: molti si uniranno a noi se riusciremo a tenere alta la soglia del morale, mentre in caso contrario rischieremmo di vedere assottigliare le fila delle nostre unità. Proprio per questo ad assumere rilevanza fondamentale sarà la strategia da adottare prima di muovere le nostre truppe a caccia di crucchi e lo faremo scegliendo le missioni da affrontare di volta in volta (sarà impossibile giocarle tutte).
Con l'uso del mouse ci muoveremo per le vie della città alla continua ricerca di eventi importanti anche se il continuo girovagare sarà limitato dai punti azione che ci verranno assegnati di volta in volta e che si ridurranno ad ogni nostro movimento. Nei sei quartieri nei quali è divisa Varsavia ci troveremo davanti a missioni sempre diverse, sia perché si divideranno in narrative e di combattimento, ma anche perché differiranno negli obiettivi e soprattutto nella curva di difficoltà. Sarà importante assimilare l'abc della strategia di gioco, attraverso una pletora enorme di parametri da tenere in considerazione come il sistema di copertura delle truppe, la disponibilità di munizioni, gli status, la stamina e così via. In poche parole Warsaw non è un gioco semplice, anzi a volte è troppo spietato nel punire i nostri errori e richiederà parecchie ore di gioco e una certa padronanza delle sue meccaniche prima di poter ricevere qualche soddisfazione. Ad ogni modo non tutte le missioni saranno subito indicate sulla mappa, ma molte compariranno man mano che ci avvicineremo a loro.
Durante i movimenti sulla cartina, la stessa verrà inquadrata dall'alto mentre nelle sessioni di combattimento lo scenario si trasformerà magicamente in una sorta di platform 2D con i due gruppi a fronteggiarsi fra loro. In alto allo schermo ci sarà una barra che indicherà le attivazioni restanti in quel turno; barra che scenderà tragicamente ogni volta che verrà attivata l'abilità di uno dei personaggi interessati nel conflitto e lo stesso farà la barra della stamina (che però si rigenererà di un punto a ogni nuovo turno). In questo modo, avendo abbastanza stamina, ogni personaggio può compiere più azioni nell'ambito dello stesso turno. Le abilità si dividono in attive (danno dei bonus ai nostri giocatori) e passive (infliggono danni agli altri).
Ad ogni scontro a fuoco potremo utilizzare al massimo quattro unità e sarà fondamentale, oltre alla scelta dei soldati anche valutare bene lo scenario giusto per schierare bene le nostre coperture, valutare la presenza di ostacoli e, non di minore importanza, posizionare bene i nostri uomini in base alle loro caratteristiche individuali. A peggiorare le cose c'è la perenne scarsità di munizioni che ci costringerà a continui perlustramenti in cerca di rifornimenti. In linea di massima i proiettili si riducono a tre generici calibri (a corta o lunga gittata e esplosivi) ma nel gioco non sempre rispecchiano, purtroppo, l'efficacia delle loro controparti reali: capita a volte di vedere granate fare meno danni di un fucile, giusto per fare un esempio. Il più delle volte i combattimenti richiedono del tempo, anche troppo, impiegando diversi minuti prima della loro risoluzione, caratteristica questa che può piacere ad alcuni e dispiacere ad altri.
Fin dal filmato introduttivo, Warsaw prova ad emozionarci toccando le corde della nostra empatia. Va detto che non sempre ci riesce anche se, in linea di massima, ci affezioneremo ai nostri soldati, sia per la loro simpatica riproduzione su schermo in puro stile cartoon ma pregno di dettagli, sia perché la morte permanente di alcuni di loro rischia di mandare all'aria tutta la nostra partita. La devastazione della città è palpabile in ogni angolo, complice anche una colonna sonora ispirata. La parte grafica comunque, pur nella sua essenzialità, ci presenta dei personaggi ottimamente disegnati e dei fondali d'impatto: non siamo a chissà quali livelli stilistici, ma sicuramente i programmatori hanno fatto un buon lavoro sotto questo aspetto.
A far la differenza è quindi proprio il gameplay: siamo davanti a un gioco difficile, che non perdona i nostri sbagli e che ci vedrà compromettere ore di gioco per una scelta strategica sbagliata. Non dimentichiamo comunque che saranno richieste ore e ore di gioco e di tentativi falliti prima di padroneggiare un sistema di controllo non proprio brillantissimo a causa anche di un tutorial piuttosto scarno e della mancanza di localizzazione nella nostra lingua. È naturale che i fan del genere, soprattutto coloro che si sono già cimentati con la difficoltà di Darkest Dungeon non avranno alcuna difficoltà ad interagire con le dinamiche di Warsaw. Tutti gli altri invece farebbero bene ad armarsi di tanta pazienza cercando magari un apprendimento graduale e lento.
In conclusione Warsaw, in quanto roguelike al 100% è rivolto a chi ama questo genere di giochi e vuole cimentarsi con un titolo che coglie l'occasione per far conoscere una fetta di storia molto importante e non nota a molti. È comunque un gioco che, superati gli scogli iniziali e chiuso un occhio sulle sue piccole problematiche (principalmente legate al livello di difficoltà) potrebbe anche regalare parecchie soddisfazioni
Modus Operandi:
abbiamo girato per le vie di Varsavia grazie a un codice fornitoci dagli sviluppatori, tramite Take The Potion.