DARQ è un platform 2.5D che centra la sua storia non tanto sull'abilità manuale del giocatore quanto sulla risoluzione di cervellotici enigmi necessaria per andare avanti. Guardando le prime immagini del gioco è chiarissimo ogni riferimento allo stile di Tim Burton (Nightmare Before Christmas) grazie all'atmosfera dark e a una palette di colori tendente al cupo, con pochissimi e sfumati colori, ma anche grazie allo stile dei personaggi che richiamano palesemente non solo il capolavoro cinematografico appena citato ma anche Little Nightmares e compagnia bella. Stiamo parlando di un vero e proprio puzzle-game con enigmi a profusione consistenti in leve da attivare e strani congegni da mettere in funzione per non parlare della ridefinizione del concetto di fisica giustificata dal mondo dei sogni. Uscito nel 2019 per PC, adesso il gioco vede la luce anche sulle console next-gen godendo sulla Xbox Series X - in edizione Complete Edition - usata da noi per il test anche del 4K e di 60FPS stabili in ogni momento.
Il comparto narrativo di DARQ ci lancia subito nel vivo dell'azione, senza alcuna prefazione ma con lo scopo di spiegare pian piano una storia che, solo apparentemente serve da pretesto al gameplay. Il nostro protagonista, Lloyd, è un giovane e pallidissimo ragazzo sofferente di disturbi del sonno, che lo portano a non godere ogni volta del meritato riposo e a vivere continuamente avventure oniriche fatte di sogni lucidi e soprattutto tangibili. Quello che non ci viene raccontato con filmati introduttivi, tuttavia ci viene spiegato man mano che percorriamo i vari livelli di gioco (ognuno corrispondente a un sogno diverso) riempiti di elementi d'arredo che hanno sempre una storia da raccontare. Di livello in livello, sette in totale più i due aggiuntivi presenti nei DLC usciti subito dopo la pubblicazione del gioco principale (quella da noi recensita è per l'appunto la Complete Edition. -NdR), affronteremo enigmi diversi chiaramente connessi al tipo di ambientazione, con lo scopo di completare il nostro percorso e completare il sogno, cercando di chiarire finalmente le problematiche che affliggono Lloyd. Inizieremo in una strana stanza, salvo poi spostarci all'interno di una stazione, poi in una desolata e inquietante città e così via. Naturalmente siamo nel mondo dei sogni, quindi dobbiamo aspettarci enigmi improbabili con soluzioni ancora più improbabili.
Fin dalle battute iniziali ci renderemo conto di doverci confrontare con canoni tutt'altro che convenzionali. Ad esempio rinunceremo alla legge di gravità, con il nostro protagonista in grado di camminare sul muro, sul tetto o ovunque voglia e possa. Questa scelta, giustificata dall'atmosfera onirica rende ancora più complessa la risoluzione di alcuni puzzle, per i quali tenteremo continuamente probabili soluzioni in una sorta di trial & error finché non ci abitueremo a guardare il problema da prospettive differenti. I controlli di gioco sono molto semplici, con il nostro Lloyd in grado di camminare, correre (con il tasto dorsale RT), cambiare la prospettiva degli ambienti (tasto A) e soprattutto di interagire con i vari dispositivi presenti sulla scena utilizzando il tasto X del controller. Abbiamo una sorta di inventario richiamabile con il tasto Y oppure direttamente con l'interazione sugli oggetti interessati e indicati su schermo da una piccola icona. Il gameplay è quindi semplicissimo dal momento che le mire di DARQ sono ben altre. L'ambientazione platform è semplicemente da contorno: non ci verrà richiesto di saltare arrampicarci e così via, quanto di spremere le meningi nel trovare una soluzione a enigmi che si fanno man mano sempre più difficili.
I capitoli non sono lunghi e gli enigmi tutto sommato si risolvono perdendoci un po' di tempo e spremendo le meningi, ma tutta la storia ha comunque una durata abbastanza breve. Ci vogliono all'incirca 3-4 ore (considerati anche i due DLC The Tower e The Crypt) per completarlo, ma il tempo trascorso in compagnia del gioco è comunque denso di soddisfazioni. Alcuni puzzle sono più difficili e ci faranno dannare un po' di più (quello davanti al luna park ad esempio), ma in linea di massima tutto dura molto poco. Non ci saranno comunque solo puzzle da risolvere, in alcuni scenari compariranno strani personaggi che ci faranno fuori al minimo contatto e che dovremo accuratamente evitare. Utile quindi muoversi con circospezione aiutati anche dal tasto B del controller che ci permette passi leggeri e felpati. Comunque il dover tornare indietro più volte sia per il trial & error citato sopra, sia perché certi enigmi richiedono un continuo andirivieni toglie un po' di mordente a questi "cattivi" che compaiono sempre nello stesso punto utilizzando sempre gli stessi pattern di movimento.
DARQ è un gioco particolare, data la sua ambientazione, che comunque risulta gradevole malgrado lo spaesamento iniziale dovuto alla mancanza di una presentazione vera e propria. Gli enigmi tutto sommato sono piacevoli da affrontare anche se a volte possono presentarsi in maniera quasi incomprensibile, principalmente per la difficoltà della prospettiva e la necessità di abituarsi allo strano gameplay. Preso nel suo insieme, c'è comunque qualcosa che stona... la sensazione che ci pervade è che si sarebbe potuto fare qualcosa in più. Il design dei livelli è ben realizzato e accattivante, così come le animazioni fluide e coerenti con i personaggi in gioco ma sicuramente non avrebbe guastato l'implementazione di qualche meccanica in più dato che alla fine il tutto si riduce a pochi, reiterati movimenti. L'esperienza di gioco ne esce comunque a testa alta: non siamo di fronte a un capolavoro, sia chiaro, ma DARQ riesce a intrattenere e a coinvolgere quel tanto che basta per stimolare il giocatore a provare, tentativo dopo tentativo a venire a capo di tutta la matassa. Per il suo gameplay rimane un gioco di nicchia, rivolgendosi a chi ama spremere le meningi su un videogame, ma proprio questi giocatori potrebbero farci un pensierino.
Modus Operandi:
abbiamo vissuto i sogni di Lloyd grazie a un codice fornitoci dagli sviluppatori tramite Terminals.io.