Effettivamente il gioco dei ragazzi polacchi del team One More Level di turpiloqui ne tira fuori parecchi dalla bocca degli avventori che decidono di cimentarvisi. Mai come in questo caso la definizione "hardcore" calza così a pennello: Ghostrunner è un connubio di platform misto a parkour, con tanta azione ma soprattutto è un gioco che non perdona il minimo errore. Quando lo si installa e ci si appresta a giocarlo bisogna partire con una sola ed unica convinzione: si sbaglierà continuamente e di conseguenza si morirà a ripetizione. Questo avviene perché la calibrazione del livello di difficoltà, impietosamente tarato verso l'alto, ci renderà la vita impossibile il più delle volte in un mix di soddisfazione/frustrazione che, come in un tira e molla, ci farà pensare di mandare tutto al diavolo salvo, quasi in contemporanea, riprendere il pad in mano per provare un'altra volta. È una situazione inusuale, quasi paradossale quindi che trova la sua spiegazione in un contesto videoludico veramente ben realizzato che presta il fianco solo ad un gameplay molto (troppo) difficile e che rende Ghostrunner un gioco da amare alla follia, da odiare disperatamente oppure da completare e basta in un continuo alternarsi di amore e odio.
La trama di gioco è minimalista, mantenendo al contempo uno sviluppo narrativo accattivante pur fungendo quasi esclusivamente da pretesto al mattatoio che siamo chiamati ad affrontare. Il nostro cyber-ninja, il ghostrunner numero 74 inizia la sua storia con un fallimento anche se, fin da subito, avrà la possibilità di vendicarsi. Richiamato dall'Architetto avrà una nuova chance per fermare le forze di Mara, la keymaster della Torre che ha detronizzato lo stesso Architetto con un colpo di stato e lo farà scalando i vari livelli dell'enorme costruzione fino ad affrontare la regina cattiva e gustare la sua vendetta. Dopo la nostra caduta, avvenuta cronologicamente 20 anni prima del momento attuale, veniamo recuperati e salvati da un gruppo di ribelli, gli Scalatori che, una volta riparato il nostro corpo, ci mettono nuovamente a disposizione dell'Architetto per soddisfarne la voglia di riscatto. La Torre Dharma, rappresenta in realtà l'ultimo baluardo della civiltà umana così come la conosciamo e ospita tutti i superstiti che vivono al suo interno e vengono guidati dalle leggi del keymaster. La sua struttura è, naturalmente, a forte stampo futuristico con atmosfere cyberpunk che ci accompagneranno per tutta l'avventura. Non siamo degli esseri umani, e neanche dei robot, siamo qualcos'altro e in quanto tali potremo muoverci sia nella realtà che nel cybervuoto, una dimensione che ci permetterà di aggirare le leggi fisiche del mondo reale.
Le prime battute di gioco servono, come al solito, anche da tutorial, giusto per familiarizzare con i comandi di gioco, passaggio questo che si rivela fondamentale fin da subito quando cioè ci rendiamo conto che ogni nostro errore provocherà la morte del ghostrunner. Inizieremo con piccole arrampicate e familiarizzando con la "camminata sui muri", azione questa che faremo quasi di continuo in ognuno dei 17 livelli di gioco ma solo su apposite pareti opportunamente contrassegnate e non dove ci pare a noi. Ad attirare subito la nostra attenzione è il tempismo richiesto per i salti che, come nel più disgraziato dei platform, richiederanno tentativi su tentativi per superare le varie locazioni di gioco. Il parkour richiesto però non si limita solo ai salti e alle pareti ma si estende anche ad arrampicate, all'uso del rampino e a molto altro, tutto all'insegna di un alto livello di difficoltà e di frenesia. I movimenti del ghostrunner saranno il più delle volte veloci e ci costringeranno a prendere decisioni in fretta soprattutto quando dovremo abbinare salti a difesa o attacco con i nemici su schermo. Sotto questo aspetto la scelta della visuale in prima persona aiuta molto poco, anzi spesso complica un po' le cose per ovvie problematiche di campo visivo prevalentemente quando i tanti nemici su schermo, piazzati manco a dirlo in posizioni strategiche ci faranno fuori ancor prima che riusciamo ad individuarli.
La nostra arma principale è un'affilatissima katana, in grado di affettare i vari nemici con un colpo solo. Il problema è che anche gli altri potranno farci fuori con un sol colpo, di conseguenza la precisione dei nostri fendenti e soprattutto il posizionamento corretto del ghostrunner diventa assolutamente fondamentale. In realtà siamo davanti a un gioco che ci costringerà a continui tentativi per superare i vari ostacoli anche se, per fortuna, i checkpoint si sprecano, praticamente ce n'è uno ogni per ogni balzo o scontro superato. Di conseguenza moriremo perché abbiamo calibrato male il salto, oppure perché una volta arrivati a destinazione non avevamo visto un nemico pronto a spararci o perché anche fatto fuori il primo ce n'è un secondo appostato ancora meglio e così via. Ogni occasione è buona per tirare le cuoia e riprovare memori dell'esperienza precedente. Come se non bastasse ad ogni nostro progresso si accompagna il progresso della difficoltà dei vari livelli che, in certi casi, esagerano anche, chiedendoci una precisione maniacale in una combo di movimenti, attacchi e schivate tutte all'insegna della adrenalina più pura. A complicare le cose ci si mettono le abilità speciali, tipiche del cybervuoto del nostro ninja che, durante un salto, potrà anche rallentare il tempo schivando i colpi avversari e poi balzando rapidamente su di loro e facendoli fuori: facile a dirsi, molto meno a farsi, soprattutto durante le battute iniziali o almeno finché non avremo preso confidenza con il gameplay.
L'accesso al Subsystems Calibration Panel, ci permetterà di installare degli upgrade nell'albero delle abilità del nostro ninja. In una sorta di tavola con 36 slot liberi (e quattro fissi), potremo incastonare come in un vero e proprio tetris degli item reperibili nei vari livelli del cybervuoto, che ci permetteranno di migliorare le nostre prestazioni in-game. In realtà la tavola è suddivisa in quattro macro-aree, definite lampo, tempesta, marea e supremo ed espandibili con una serie di blocchi aggiuntivi. Queste abilità, selezionabili naturalmente una per volta, ci consentiranno di acquisire particolari abilità da abbinare al nostro scatto e alla nostra capacità di rallentare il tempo. Naturalmente tutto ha un costo e queste mod non fanno eccezione, dal momento che consumano la nostra barra di concentrazione da riempire poi con nuove uccisioni perfette. Non saranno fondamentali per completare il gioco, ma daranno comunque un grande aiuto soprattutto, giusto per fare un esempio, quella che ci permetterà di evidenziare su schermo i nostri nemici per non parlare di altre che, naturalmente non vi riveliamo per evitare fastidiosi spoiler. Come già anticipato comunque man mano che il nostro ghostrunner acquisirà nuove abilità, noteremo che anche i nemici si attrezzeranno sempre meglio per la lotta, giusto per mantenere costante il divario tra noi e loro: questo significa che i potenziamenti sono quantomeno necessari per evitare di rimanere troppo indietro e quindi porci in situazione di svantaggio.