Ninja, Mutanti, botte e pizza sono un quartetto micidiale, come micidiale è il quartetto di Leonardo, Raffaello, Donatello e Michelangelo: ovviamente non parliamo degli artisti rinascimentali [anche se in rete c'è una Rap-Battle che...] ma dei tartarugoni che ne hanno ricevuto il nome dal loro maestro Splinter e se non sapete di chi stiamo parlando forse siete nella recensione sbagliata. Sulle TMNT sono stati realizzati negli anni decine di giochi, a molti dei quali più di un saltuario omaggio è arrivato dal recente Shredder's Revenge [da noi recensito QUI]. Konami, in collaborazione con Nickelodeon, ha dunque pensato bene di rispolverare una dozzina abbondante (13 in verità) di giochi che sin dai primordi hanno omaggiato i quattro mangiapizza sulle piattaforme NES, SNES, Mega Drive [o Genesis che dir si voglia], Game Boy, nonché alcuni Coin-Op da sala.
Intendiamoci: il lavoro svolto da Digital Eclipse è sostanzialmente di Emulazione: l'hardware originale, molto inferiore a quello della macchine moderne, viene replicato via software in modo che le ROM possano girare col minimo dell'ottimizzazione esterna. D'altronde la stessa lista dei giochi presenti non lascia spazio a sorprese:
Com'è facile evincere dalla lista, alcuni titoli compaiono in più di una versione; se talvolta le differenze sono sostanziali, come nel caso di Tournament Fighters, altre volte sono più marginali, come per esempio nei due Turtles in Time e in The Hyperstone Heist (che rimischia un po' i livelli ma è per tanti versi molto simile). Questo assottiglia un po' la lista, naturalmente – a che pro giocare la versione più “poor” di un gioco se è disponibile quella più “cool”? – per chi all'epoca ha amato una specifica versione sarà lieto di trovarla invariata. In più, ogni singolo gioco è presente nelle due versioni USA e JAP: a monte di una differente lingua per i sottotitoli, i giochi a volte presentano infatti differenze minori sparse qua e là, oppure livelli differenti di censura [per esempio, nell'abbigliamento di una lottatrice in Tournament Fighters, che in Giappone si intitola Mutant Warriors].
Il livello tecnico dell'emulazione è in generale buono, o comunque fedele all'originale: i giochi sono, beh... “come ce li ricordavamo” [anche se a volte il ricordo può essere un po' offuscato], annessi e connessi tutti i limiti legati alle macchine del tempo. Non parliamo solo di bassa risoluzione, anche perché per contrastare quella ci sono i filtri appositi, ma piuttosto di rognosità e imprecisione dei comandi o delle hitbox, di limiti al numero di sprite su schermo e di glitch di sfarfallamento nelle situazioni più concitate: qualcosa insomma su cui all'epoca passavamo sopra senza troppi pensieri e che ai giorni d'oggi fa storcere un po' il naso, e che se affrontati avrebbero trasformato una “semplice collection” in una vera e propria remaster.