Recensione PC
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Titolo del gioco:
Daymare:1998
Anno di uscita:
2019
Genere:
Azione / Avventura / Survival Horror / Indie
Sviluppatore:
Invader Studios
Produttore:
Destructive Creations
Distributore:
Steam
Multiplayer:
Assente
Localizzazione:
Solo testo (no audio)
Requisiti minimi:
Sistema operativo: WINDOWS 7, 8, 8.1, 10 (64-BIT Required) - Processore: Intel Core i5-4460, 2.70GHz or AMD FX-6300 o superiore - Memoria: 8 GB di RAM - Scheda video: NVIDIA GeForce GTX 760 or AMD Radeon R7 260x con 2 GB Video RAM - DirectX: Versione 11 - Hard Disk: 23 GB di spazio disponibile - Prezzo: €29,99
Box
  • Mamma mia quanto &egrave; brutto!
  • Downtown... un bel posticino.
  • Anche gli effetti speciali non sono male.
  • Caspita ci ha presi... e adesso?
  • Il nostro Liev non guarder&agrave; in faccia nessuno... conta solo la missione per lui.
  • Il nostro Sem di fronte a una difficile scelta.
  • E adesso come la mettiamo?
  • Zombie davanti e anche dietro? Abbiamo abbastanza munizioni... o no?
Redattore: Giuseppe 'Isg71' Iraci Sareri
Pubblicato il: 17-09-2019
Un'apocalisse zombie ha messo in ginocchio un intero villaggio. Bisogna andare lì per scoprire cosa è successo e, soprattutto, per arginare la terribile minaccia.

Con l'approssimarsi di una nuova stagione della serie zombie per eccellenza, The Walking Dead, i non morti tornano di moda sui nostri schermi anche se, per la verità, non se ne sono mai andati. Da decenni ormai abbiamo a che fare con loro, dalle opere letterarie ai fumetti, dai videogames ai film. Gli appassionati del genere sono quindi diventati milioni in tutto il mondo e, per forza, devono farne parte anche i ragazzi di Invader Studios che, per la loro prima opera, si sono ispirati nientemeno che a un titano della produzione videoludica come Resident Evil. L'ambizione iniziale infatti mirava a creare un remake del secondo capitolo di una delle saghe più famose al mondo ma poi sappiamo come sono andate le cose (qui la nostra recensione del remake di Resident Evil 2). I nostri italianissimi Invader Studios però non si sono dati per vinti e hanno puntato su un plot inedito che però contenesse, all'interno, tutta la loro passione per Resident Evil e i survival horror in genere. Vediamo come sono andate le cose.

C'È SEMPRE UNA CATASTROFE DI MEZZO

L'ultima cosa che vorremmo fare in un gioco simile, dove gli ideatori hanno puntato tantissimo sulla storia, è quella di spoilerare qualche contenuto di troppo. Di conseguenza ci limiteremo a dare solo qualche accenno alla trama di gioco, giusto per stuzzicare la vostra curiosità. Ci troviamo a Keen Sight, nelle Northfalls islands e, cronologicamente, all'indomani del 12 agosto 1998. Da una base scientifica presente nei dintorni della cittadina, arrivano notizie poco incoraggianti circa un esperimento andato male che ha contaminato tutte le persone all'interno della base, trasformandole in zombie. In realtà le cose sono un pochino più complesse, ma lo scoprirete andando avanti nel gioco. Oltre alle cause del disastro c'è da capire se si è trattato di un incidente oppure no e quindi largo a tutte le teorie complottistiche immaginabili.


Nei panni del primo personaggio giocabile, l'agente speciale Liev, ci recheremo nei pressi della base Aegis (il nome non ricorda l'Aegis1 di "Sfida tra i ghiacci" con Steven Seagal? -NdR) e cominceremo ad indagare su quanto successo. Dopo un filmato introduttivo, giusto per iniziare a immedesimarci nella storia, ci troveremo davanti alla prima soglia da varcare. Il gioco è in terza persona, ma con una visuale a 2/3, alla Dead Space per intenderci e, fin da subito, richiamerà alla nostra memoria diversi ricordi dovuti alle innumerevoli citazioni presenti su schermo e riferite prevalentemente ai capisaldi del genere anni '90. All'inizio ci verranno proposte azioni semplici, giusto per prendere confidenza con i comandi di gioco, ma sarà necessario un po' di tempo per prendere confidenza con l'inventario che portiamo installato sul nostro braccio: grazie al tasto select potremo accedervi per visionare le varie schede inerenti gli oggetti che ci portiamo dietro, il nostro stato di salute, la mappa di gioco e i documenti rinvenuti.

DIVERSI EPISODI E DIVERSI PERSONAGGI

La trama di gioco non è lineare, ma dipanata in diversi episodi che, oltre al centro ricerca ci porteranno ad esempio anche in un villaggio lacustre (Silent Hill o Venerdì 13?) o in un bosco. Nel corso dell'avventura manovreremo tre personaggi diversi, a iniziare dal soldato Liev, che antepone ordini e riuscita delle missioni alle vite innocenti che gli si parano davanti, oppure il pilota di elicotteri Raven, ridotto a mercenario dopo il benservito rifilatogli dalla Nasa, per finire con il ranger Samuel, un allucinato psicotico con più problemi che soluzioni. La caratterizzazione di tutti i personaggi è abbastanza approfondita e lo si vede in quello che dicono e come si muovono sullo scenario anche se Samuel sta sicuramente una spanna sopra gli altri. Girovagando per la mappa troveremo tantissimi documenti che ci approfondiranno la trama di gioco mentre altri ci riveleranno semplicemente un codice da utilizzare su un sito internet creato apposta dagli sviluppatori per accedere a ulteriori informazioni sulla storia. Giusto per concludere il discorso sul comparto narrativo, questo si presenta molto dettagliato e stracolmo di spunti interessanti, anche se a volte tende ad esagerare con le informazioni non riuscendo a creare il giusto livello di suspence nel giocatore. In sostanza non ci metteremo molto a capire dove gli ideatori del gioco vogliono andare a parare e, nelle fasi finali del gioco, ci troveremo innanzi a una certa ridondanza di argomentazioni

OCCHIO A NON SPARARE TROPPO

I richiami a Resident Evil sono davvero tanti, anche se abbiamo riscontrato anche tantissimi riferimenti a Dead Space sulle ambientazioni e principalmente si focalizzano sulla difficoltà del gameplay. In Daymare infatti le munizioni scarseggiano e le scene action sono intervallate con altre di lunghissima esplorazione condita da tanta suspence. Ci troveremo a muoverci guardinghi praticamente su ogni scenario, pronti alla comparsa improvvisa di qualche zombie e questa tendenza del gameplay la si vede già fin dalle prime battute del gioco. I contorni presenti sulla scena sono abbastanza lugubri e sanguinolenti, con morti disseminati qua e là che non potremo non osservare mentre cercheremo ad esempio di risolvere uno dei vari enigmi ambientali: in realtà questi si limitano a tirare qualche leva o a scoprire qualche codice ma comunque contribuiscono alla varietà di gioco.


L'esplorazione si rende necessaria anche per reperire delle casse con armi e munizioni dal momento che i nostri nemici sono delle vere e proprie spugne da proiettile. In realtà potremmo risparmiare qualche colpo mirando direttamente alle loro teste, ma è meno facile di quel che sembra. Inoltre gli sviluppatori hanno implementato uno strano sistema di ricarica della nostra arma. Una ricarica veloce farà cadere per terra il nostro caricatore (ci toccherà raccoglierlo dopo, non ce ne sono poi tanti), a differenza di una ricarica lenta che invece non presenterà questo problema. Ci converrà quindi scegliere bene gli item da associare alla selezione rapida (magari due slot di munizioni) per cercare di ovviare a questa difficoltà nelle situazioni più concitate. In realtà si finisce con il prenderci la mano soprattutto perché il problema principale saranno i nostri nemici e non di certo le nostre armi.