Il nuovo Open World di Jutsu Games, è inutile negarlo, segue le orme dei primi due capitoli del fortunatissimo GTA, anzi vi si ispira in tutto e per tutto spostando lo scenario dall'ambientazione urbana dei tempi moderni alla corrispettiva dei secoli bui. È un progetto che è durato un bel po' di tempo e del quale abbiamo seguito l'evoluzione anche con la nostra anteprima pubblicata ormai più di un anno fa. Adesso, finalmente, il gioco è stato pubblicato nella sua versione finale e siamo quindi pronti a tirare le somme sul lavoro degli sviluppatori che, possiamo anticiparlo, sono riusciti a limare buona parte delle imperfezioni presenti durante lo sviluppo di Rustler che adesso ha abbandonato il sottotitolo Grand Theft Horse. In realtà ogni riferimento a GTA è tangibile all'interno del gioco, a partire dalla stesura della mappa Open World, fino ad arrivare alla gestione delle missioni, sia primarie che secondarie, allo sviluppo del personaggio principale e molto altro. Da GTA deriva anche la natura goliardica del titolo, che prende in giro e si prende in giro con continui riferimenti anacronistici che spezzano l'atmosfera medievale intercalando continuamente elementi moderni.
Protagonista del gioco è un certo Guy (letteralmente "Tizio"), ubriacone e povero in canna che intraprende un percorso per cercare di uscire dall'anonimato e farsi strada nel mondo della malavita con l'unico intento di elevare il suo stato sociale, magari seguendo i consigli dell'amico Buddy. Quale miglior occasione che partecipare a un torneo riservato ai nobili del tempo magari falsificando i documenti? Guy è l'antieroe per eccellenza, vittima della madre che nei momenti liberi lo obbliga a dedicarsi ai campi, ma anche delle altre persone che lo trattano continuamente a pesci in faccia. Non ha un bel fisico, non è forte nel combattimento, gli manca il portamento, anzi è quanto di più grezzo sia possibile immaginare sulla faccia della terra, dal momento che rutta e scorreggia in continuazione in presenza di chicchessia. Tuttavia il nostro eroe ha una caratteristica molto importante nel suo DNA, talmente particolare che potrebbe permettergli di compiere il miracolo e aprirgli più di una porta: non ha niente da perdere e non ha paura di nessuno. Se è improbabile il protagonista però come potrebbe essere altrimenti per l'ambientazione? Su stessa ammissione degli sviluppatori, lo scorcio medievale raccontato in Rustler è assolutamente non simulativo risultando un mondo pieno di no-sense praticamente in ogni momento.
Sugli scenari di Rustler è possibile vedere di tutto. Giusto per fare qualche esempio, sulle strade sterrate ci sono segnali stradali moderni, le carrozze-ambulanza e le forze dell'ordine sono dotate di sirene, perfino le stesse missioni sono profondamente surreali e al contempo divertenti. Questo avviene perché le stramberie di Rustler sono davvero ben studiate, divertendo senza risultare caricaturali e alternando continuamente sorrisi e serietà con un tipo di gameplay che è la tomba del politically correct. Oltre all'impatto visivo il tutto viene esaltato anche nei dialoghi con richieste molto particolari come quando il becchino ci chiede di spaventare, travestendoci da morte con tanto di falce, una persona che gli intasa continuamente il WC oppure quando ci promette del denaro se gli portiamo dei cadaveri da seppellire per mantenere il profitto della propria attività. In mezzo ci sono poi missioni principali e secondarie che si alternano obbligandoci per certi versi a seguirle entrambe anche per guadagnare le ingenti somme di denaro che ci permetteranno successivamente di poter acquistare i tanto famigerati documenti falsi.
Naturalmente lo stile open world gioca la sua parte, lasciandoci la libertà di movimento più o meno senza vincolo alcuno: sarà possibile infatti gironzolare per i vari borghi cercando di fare ciò che più ci aggrada, magari rompendo le scatole alle persone, provocando le guardie o effettuando semplicemente omicidi e rapine a nostro piacimento.
Come detto in precedenza, il gameplay ricalca in tutto e per tutto i primi episodi di GTA, quindi chi ha giocato a suo tempo ai titoli Rockstar sa sicuramente di cosa stiamo parlando. Le analogie sono davvero tante, forse troppe, e passano dalla gestione degli inseguimenti e delle forze dell'ordine (ricalcando anche i cinque livelli di allerta presenti in GTA) alla stesura stessa delle missioni, con tutti i pro e i contro del caso: un briciolo di innovazione infatti sarebbe stata gradita. Quando commettiamo un illecito, le guardie ci inseguiranno e lo faranno in maniera sempre più insistente a seconda del tipo di danno che abbiamo provocato oppure del nostro ranking. Per venirne fuori potremo scappare (ma i cavalli delle forze dell'ordine sono estremamente veloci) oppure strappare i manifesti presenti in città con la nostra faccia stampata sopra oppure giungere a un improbabile Pimp my Horse dove il nostro cavallo verrà colorato e quindi reso irriconoscibile. Sotto questo aspetto gli sviluppatori hanno comunque optato per elargirci qualche piccolo sconto come, ad esempio, il darci per buona la nostra azione diversiva (manifesti o colorazione) anche se le guardie ci stanno osservando.
Naturalmente non siamo degli sprovveduti e dalla nostra abbiamo anche un discreto set di scudi e armi (spade, alabarde, lance, mazze, ecc..) da imparare ad utilizzare per avere ragione degli scontri ravvicinati con i nostri nemici. L'unica arma a permetterci colpi a distanza comunque rimane la nostra fida balestra che però, dati i tempi necessari al suo caricamento, non sarà possibile usare durante una corsa o mentre siamo sotto attacco. Comunque completando le missioni di ogni fazione, guadagneremo abbastanza soldi da spendere per acquistare una casa che diventerà il nostro nuovo avamposto aggiungendo sulla mappa nuove posizioni dove salvare la partita e attivando nuovi spostamenti rapidi. Inoltre raccogliendo alcuni oggetti su schermo o completando le missioni potremo guadagnare dei punti abilità da investire sulla crescita di Guy per migliorarne l'attitudine al combattimento, alla balestra, ai cavalli e alle interazioni.
Muoversi nel gioco è abbastanza intuitivo, grazie anche al buon supporto del controller di gioco (ci siamo affidati al solito pad di Xbox 360) anche se non ci sono tutorial iniziali in grado di illustrarci bene l'assegnazione dei comandi, costringendoci più volte a mettere il gioco in pausa per andare a leggere la configurazione degli stessi. Giusto per fare un esempio, nella missione del becchino, ci è comparso su schermo di utilizzare il tasto "tab" per spaventare le persone, costringendoci ad andare a vedere i comandi e scoprire che l'equivalente su pad era la direzione giù della crocetta direzionale. Principalmente ci muoveremo con la levetta sinistra, utilizzeremo la crocetta per cambiare l'arma in uso mentre i dorsali LT e RT ci permetteranno rispettivamente di parare i colpi avversari o di colpirli a nostra volta. Un occhio particolare va riservato sempre alla barra della Stamina (resistenza) che tenderà a scendere man mano che utilizziamo i nostri colpi e le nostre parate o man mano che corriamo con il rischio (una volta giunta a zero) di lasciarci con il fiatone e quindi inermi nei confronti dell'avversario.
Nelle prime battute di gioco alcune imperfezioni nel combat system ci porteranno a continue morti sotto l'attacco degli avversari così come ci incastreremo più volte sullo sfondo con il nostro cavallo che, pur dotato di retromarcia (!) non è proprio semplice da manovrare. Man mano che giocheremo le cose miglioreranno sensibilmente, principalmente perché ci abitueremo agli strani controlli del gioco. Rispetto alla versione in fase di sviluppo il gioco salva un po' più spesso, soprattutto alla fine di ogni piccola missione.
A far da contorno alle nostre scorribande, contribuisce una buona colonna sonora presentata sotto forma di bardi che ci seguiranno continuamente, una volta ingaggiati, accompagnandoci con canzoni che rappresentano un vero e proprio mix tra musica medievale e brani più moderni, presentando addirittura veri e propri pezzi rap e beat, in antitesi con l'ambientazione ma in linea con lo stile di tutto il gioco, tanto che potremo cambiare brano sferrando un cazzotto in testa al bardo stesso.
Il comparto grafico, nella sua semplicità, si presenta bene con uno stile cartoonoso gradevole alla vista, anche per la sapiente scelta dei colori (soprattutto per il ciclo giorno/notte) e con animazioni tutto sommato fluide e con poche incertezze. La struttura del gioco comunque regge abbastanza bene, complice una longevità ben studiata e misurabile intorno alle 10 ore (per il completamento di missioni principali e secondarie) che, in questo modo, impedisce una certa ripetitività dello stesso gameplay eliminando missioni messe lì tanto per allungare il brodo. Naturalmente non è tutto rose e fiori, ogni tanto abbiamo incrociato qualche piccolo bug come incastri sullo scenario o movimenti strani dei PNG (personaggi non giocanti) comunque niente che non possa essere corretto con qualche patch. Lo stesso possiamo dire per la traduzione dei testi in italiano, con sottotitoli che ogni tanto ci abbandonano alla lingua originale oppure che presentano piccoli strafalcioni. Non stiamo parlando di un titolo tripla A ma, a conti fatti, Rustler offre quello che promette con un mondo (non molto ampio per la verità ma neanche minuscolo) tutto da esplorare e con tantissime cose da fare, il tutto condito da tantissimo humour e una pletora enorme di citazioni. Se amate GTA e stravedete per gli Open World allora dovete assolutamente dargli una possibilità.
Modus Operandi:
abbiamo esplorato l'universo di Rustler grazie a un codice fornitoci dagli sviluppatori tramire PR Outreach.