La terza espansione di Frostpunk, attesa almeno dall'uscita di The Last Autumn chiude il cerchio sulla bella storia del gioco ideato da 11 bit studios. Se ci avete seguiti nei precedenti articoli, come quando parlammo di The Rifts o dello stesso Frostpunk versione console, avete ormai le idee chiare su storia, modalità di gioco e su come il tutto abbia rappresentato una ventata d'aria fresca nel panorama videoludico con una giocabilità che ricordava addirittura Black & White 2. Anche il nostro prode redattore A77, profondamente affascina dal gioco, gli dedicò una realizzazione speciale (a mano) che potete ammirare qui. Frostpunk è tante cose: è gestione delle risorse, sopravvivenza in un ambiente ostile, rigiocabilità grazie all'aleatorietà di certi eventi e soprattutto è una bellissima storia, ben narrata e strutturata e, proprio per questo, apprezzabile dall'inizio alla fine.
Dopo aver giocato il titolo principale siamo sopravvissuti alla tempesta e, attraverso le mappe aggiuntive abbiamo assistito alla Caduta di Winterhome, alla gestione delle Arche, alla costruzione dei ponti tra i vari promontori, per poi catapultarci cronologicamente a prima dell'avvento della glaciazione quando siamo stati impegnati a costruire il generatore. Adesso che la tempesta è passata, dovremo cercare di sopravvivere, riattivando quella rete di comunicazioni in grado di metterci in contatto con altri sopravvissuti presenti nelle lande ghiacciate, perché da soli non potremo mai farcela.
On the Edge ci vede alla guida di un avamposto, asservito al comando di New London, dal quale dipende in tutto e per tutto. Sono ben poche le risorse che abbiamo a disposizione e questa volta i canoni di sopravvivenza sono ben diversi a quelli ai quali siamo abituati. Innanzitutto non c'è un generatore: per riscaldare i nostri abitanti saremo costretti a utilizzare dei bracieri o dei radiatori (da sbloccare prima nelle officine) che comunque andranno a carbone. Avremo le solite (poche) risorse disseminate per lo scenario come dei ruderi da demolire vicino la radiovedetta o delle casse di legno buttate in giro, ma soprattutto ai piedi della montagna che ci sovrasta avremo a disposizione una enorme, apparentemente inesauribile miniera di acciaio. La mancanza di serre e della possibilità di cacciare ci metteranno subito in condizione di inferiorità con i nostri "padroni londinesi" che ci offriranno cibo crudo in cambio di risorse, come acciaio e nuclei di vapore da estrarre dalla miniera.
La costruzione degli uffici amministrativi ci permetterà di contattare in qualsiasi momento i capi per avanzare le nostre richieste (attraverso il sistema della domanda multipla) e sentire le loro direttive. Se saranno disposti ad ascoltarci, il che non avviene sempre, proveranno a risolvere i nostri problemi legiferando per noi (siamo una loro colonia dopotutto). Di partita in partita queste decisioni cambieranno, denotando una certa aleatorietà nel tutto: ad esempio una volta ci hanno ordinato di seppellire i cadaveri in fosse comuni, un'altra di costruire un cimitero. Scelte diverse che finiscono poi per influenzare anche se parzialmente il resto del gioco.
Le richieste di Nuova Londra si fanno sempre più pressanti e il cibo che ci forniscono è sempre meno: comportamento questo che oltre a far aumentare il malcontento nei nostri cittadini finirà per infastidire pure noi. Inizialmente dovremo accettare la tirannia per ragioni di ovvia necessità, dato che senza cibo i nostri concittadini inizieranno ad ammalarsi e morire destinando la nostra partita a uno spiacevole game over. Ma poi, mentre i nostri esploratori (gestiti al solito dalla radiovedetta) si muoveranno per le lande ghiacciate, alcune nuove possibilità si apriranno all'orizzonte. Ad esempio una volta giunti a Hot Springs, vi troveremo una colonia di altri sopravvissuti ottimamente organizzata che ci proporrà di aprire una nuova linea di commercio: cibo in cambio di altre risorse che a loro servono. Dovremo solo approntare una squadra di costruzione e mandarla nel nuovo insediamento per tracciare una rotta commerciale. Facile quindi prendere la decisione di ribellarsi soprattutto quando New London ci minaccia chiedendoci di consegnargli le risorse che Hot Springs ci ha donato. Da questo preciso istante potremo decidere il nome del nostro avamposto e soprattutto potremo legiferare per conto nostro.
Lo scopo di On the Edge è quello di stabilizzare la nostra condizione e poi iniziare tutta una rete di scambi con altri disperati sparsi sullo scenario, fermo restando che, come Frostpunk insegna, basta davvero poco per mandare all'aria tutta la partita perdendo il controllo di speranza o malcontento. Non sarà impresa semplice e le prime volte sbatteremo il muso su diversi ostacoli, giusto perché le condizioni di partenza sono diverse rispetto alle città gestite negli altri capitoli del gioco. Oltre alla già citata mancanza del generatore, non potremo contare su frese meccaniche e soprattutto sugli automaton (il gioco ci dice che hanno difetti di funzionamento una volta impiantata la fabbrica), il che focalizza l'attenzione sulla componente umana. In giro troveremo pochi superstiti e, di conseguenza, per le cose che ci sono da fare non potremo permetterci di far morire i nostri abitanti.
Chi ama Frostpunk troverà pane per i suoi denti. È vero che la durata del DLC non è proprio elevata e che la varietà apportata al gioco è riducibile a poche innovazioni rispetto a The Last Autumn, però ogni partita tenderà ad essere diversa dalla precedente. Oltre alla già citata varietà legislativa di New London altri eventi saranno diversi di volta in volta, come quando la nostra squadra di esploratori è scomparsa nella città di Tesla mentre nella partita successiva sono riusciti a entrare e a raccogliere alcune risorse. Inoltre, ma questo già lo sapete, Frostpunk punta la sua forza sulla totale libertà decisionale del giocatore che può risolverne le quest ogni volta in maniera diversa dalla precedente. Meglio puntare sul Frantumacarbone o sulla Miniera? Entrambe possono rivelarsi delle scelte vincenti! Come se non bastasse ci sono le modalità infinite dove davvero è messa a dura prova la nostra resistenza, possibilità questa estesa anche al nuovo scenario On the Edge (tradotto in italiano come Labili Confini).
Dal punto di vista tecnico c'è ben poco da dire, il gioco gira con la fluidità di sempre e i nuovi edifici sono ben disegnati come al solito. Apprezzabili poi le nuove sei tracce aggiunte alla colonna sonora dal solito bravissimo Piotr Musiał. Sicuramente questa espansione è un piccolissimo passo indietro rispetto a Last Autumn, ma s'incastra perfettamente nel gioco contribuendo allo sviluppo narrativo e soprattutto regalando altro divertimento a chi ha già completato il gioco di 11 bit Studios in ogni sua parte. Questo dovrebbe essere l'ultimo contenuto aggiuntivo rilasciato per Frostpunk, di conseguenza non sappiamo se il futuro ci riserverà un sequel del gioco base o qualche altra piccola sorpresa. Sicuramente questo è un progetto di indubbio valore che merita assolutamente di essere portato avanti, speriamo che gli sviluppatori vorranno darci ascolto.
In conclusione On the Edge va consigliato senza neanche pensarci su a tutti gli appassionati dell'universo di Frostpunk. Chi invece non conosce il gioco principale potrebbe puntare direttamente alla Game of the Year Edition (che, speriamo, arriverà presto su console. - NdNew_Neo), e beccarsi tutto quanto in un colpo solo.
Modus Operandi:
abbiamo giocato On the Edge grazie a un codice fornitoci dagli sviluppatori attraverso Terminals.io.