Recensione PC
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Titolo del gioco:
Yume Nikki -Dream Diary-
Anno di uscita:
2018
Genere:
Azione / Avventura
Sviluppatore:
Kadowaka Corporation, Active Gaming Media Inc.
Produttore:
AGM Playism
Distributore:
Steam
Multiplayer:
Assente
Localizzazione:
Solo testo (no audio)
Requisiti minimi:
Sistema operativo: Windows 7/8/10 (64-bit OS richiesto) - Processore: Intel Core 2 Quad Q6600 @ 2.4 GHz, AMD FX 8120 @ 3.1 GHz - Memoria: 4 GB di RAM - Scheda video: NVIDIA GT 630 / 650m; AMD Radeon HD6570; HD Graphics 4000 (o equivalente) - DirectX: Versione 9.0c - Memoria: 4 GB di spazio disponibile - Scheda audio: 100% DirectX 9.0c compatibile - Prezzo: €19.99
Box
  • La nostra avventura partir&agrave; proprio nella stanza di Madotsuki
  • Stessa stanza, ma dentro un incubo
  • Tutto il gioco si svolger&agrave; all'interno dei sogni di Madotsuki
  • Hub centrale dove scegliere dove andare
  • Molte situazioni incuteranno ansia nel giocatore
  • Saranno presenti anche enigmi e puzzle da risolvere
  • Non solo luoghi oscuri ma anche fantasiosi e sovrannaturali
  • Sar&agrave; presente anche del leggero platforming
  • Saranno tantissime le citazioni all'originale Yume Nikki
  • All'interno dei livelli saranno presenti delle note visibili nel diario di Madotsuki
  • Non solo nemici ma anche personaggi bizzarri ma innocui
  • Nella stanza di Madotsuki sar&agrave; presente anche un simpatico minigioco non collegato al gioco principale
Redattore: Ivan 'MrIvan' Guzzardi
Pubblicato il: 30-07-2018
Madotsuki dovrà esplorare mondi spaventosi e soprannaturali per riuscire a capire ciò che la sua mente desidera. Accompagnala nel suo viaggio all’interno dei suoi sogni.

Quanti di voi sognano di sviluppare un proprio videogioco? Probabilmente ad alzare la mano sareste in tanti, ma crearne uno valido richiede pazienza, passione, bravura e tantissime altre cose. Fortunatamente con il passare degli anni sono usciti nel mercato diversi software che facilitano moltissimo lo sviluppo e la programmazione di un videogioco. Basti pensare, ad esempio, a programmi come RPG Maker che, grazie alla sua interfaccia intuitiva, permette di creare prodotti validi anche senza la conoscenza di un linguaggio di programmazione o di tool di grafica, seppur per creare qualcosa di realmente professionale occorre ancora studiare questi elementi. Ed è grazie a RPG Maker che nacquero tantissimi prodotti, tra cui anche Yume Nikki, videogioco creato da un singolo individuo chiamato Kikiyama, che rimane ancora oggi uno dei giochi più misteriosi e, allo stesso tempo, disturbanti presenti nel mercato videoludico.

 

Dopo ben 14 anni dalla sua uscita, fa la sua comparsa Yume Nikki - Dream Diary-, gioco indipendente sviluppato da Kadokawa Corporation e Active Gaming Media Inc e uscito su PC il 23 Febbraio 2018. Il gioco si predispone come una sorta di reboot o, per meglio dire, una reinterpretazione in grafica 3D di ciò che ha rappresentato il capitolo originale uscito ai tempi del 2004, il tutto sotto la supervisione del creatore originale Kikiyama.

E’ TEMPO DI SVEGLIARSI

Impersoneremo una ragazzina di nome Madotsuki che passa la maggior parte del tempo a stare chiusa nella sua stanza, essendo lei una hikikomori. Per chi non lo sapesse, il termine hikikomori indica una persona che ha perso la voglia di socializzare con qualunque tipo di essere vivente e che decide di isolarsi completamente da tutti e tutto. Madotsuki, infatti, non uscirà mai dalla sua stanza e occuperà la maggior parte del suo tempo a dormire e sognare strani mondi che il suo cervello genererà. Sarà compito nostro esplorare questi mondi insieme a lei.

 

Yume Nikki -Dream Diary- (che chiameremo da ora in poi solo Dream Diary per comodità, mentre ci riferiremo al capitolo originale chiamandolo semplicemente Yume Nikki) non possiede alcun tipo di trama e all’interno del gameplay non saranno presenti ne dialoghi ne particolari descrizioni. Eppure riesce comunque a raccontare una storia grazie all’esplorazione che noi giocatori eseguiremo. Come il suo capitolo originale, anche qui ogni mondo potrà dirci qualcosa di più sulla psiche di Madotsuki e sul perché abbia deciso di chiudersi così tanto abbandonando totalmente la vita sociale. Sia chiaro che nel corso di tutto il gioco non ci verrà mai data una risposta concreta, ma tutto quello che riusciremo ad estrapolare di “trama” sarà solamente il frutto di varie speculazioni e teorie che ognuno di noi farà. Si tratta in tutto e per tutto di una narrazione silenziosa che vuole lasciare a noi l’arduo compito di interpretare tutto ciò che vedremo.

IL LUNGO SOGNO DI MADOTSUKI

Dopo una piccola introduzione, ci ritroveremo nella stanza di Madotsuki che si sarà svegliata da un terribile incubo. Da qui in poi, il gioco ci lascerà in balia del gameplay. Una delle particolarità di Dream Diary è la possibilità di esplorare la stanza della fanciulla anche quando saremo svegli. Sarà possibile uscire nel balcone e anche accendere la Tv per giocare ad un simpatico minigioco. Tali azioni non serviranno praticamente a nulla per l’avanzamento del gioco, ma daranno comunque quel senso di realismo utile per immedesimarsi. Inoltre, se proveremo ad interagire con la porta della stanza, la ragazza scuoterà la testa per dire no, facendoci capire subito che c’è qualcosa che non va. Andando a letto a dormire, inizierà il vero e proprio gioco. Ci ritroveremo nuovamente nella stanza di Madotsuki ma questa volta l’atmosfera sarà completamente diversa. Il tutto sarà lugubre e buio e subito ci renderemo conto di essere all’interno di un incubo. Uscendo dalla porta della stanza, ci ritroveremo in un piccolo hub centrale dove potremo scegliere diverse porte. Ognuna di essa conterrà un mondo frutto dell’immaginazione di questa strana ragazza.

 

L’esplorazione dei vari mondi disponibili è resa davvero bene, anche grazie ad un’atmosfera creata per suscitare al giocatore curiosità ma anche ansia e paura. Anche la varietà delle località sarà alta. Da mondi innevati fino a fogne buie e deserti sconfinati, il tutto condito con qualche collegamento tra le varie location che aumenta considerevolmente la profondità del level design. Inizialmente vi sentirete spaesati e non saprete come muovervi. Sorgerà subito la domanda: "Ma dove devo andare?" Beh, il gioco, per quanto possa sembrare grande inizialmente, è in realtà molto lineare e sarà quasi immediato capire dove andare e cosa fare. Da questo punto di vista è totalmente diverso dal suo capitolo originale che, il più delle volte, aveva dei luoghi così grandi che ci si perdeva molto facilmente. Aggiungiamo inoltre che il gioco non offriva in alcun modo un aiuto per superare i vari ostacoli, rendendo l’esplorazione altamente frustrante. Fortunatamente questo “reboot” ha cambiato di tanto l’impostazione del gioco in modo da avere una prosecuzione più agevole. Eppure ci sarebbe piaciuto avere almeno delle mappe leggermente più grandi e intricate dato che, dopo giusto un’oretta o poco più di gioco, l’esperienza che ci offrirà Dream Diary diventerà molto lineare. Non è per forza un lato negativo ma ci sembrava giusto segnalarlo per chi, magari, si aspetta un level design di grandi dimensioni.

2.0