Recensione PC
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Titolo del gioco:
Syberia: The World Before
Anno di uscita:
2022
Genere:
Avventura
Sviluppatore:
Microids Studio Paris
Produttore:
Microids
Distributore:
Steam
Multiplayer:
Assente
Localizzazione:
Solo testo (no audio)
Requisiti minimi:
Sistema operativo: Windows 7 o superiore (a 64 bit) - Processore: i5 6600 - Memoria: 8 GB di RAM - Scheda video: Nvidia GTX 750 Ti o AMD Radeon HD 7850 / R7 260X - DirectX: Versione 11 - Hard Disk: 22 GB di spazio disponibile - Prezzo: €39,99
Box
  • La nostra Kate in azione.
  • Ci sono anche bellissime immagini nel gioco.
  • Le animazioni non sono sempre perfette, ma tutto sommato &egrave; un difetto trascurabile.
  • Una bella cover art ci sta proprio.
  • L'enigma del cannocchiale... a voi capirne il meccanismo.
  • Vaghen &egrave; una citt&agrave; viva, e densamente popolata.
  • Tutti i documenti hanno la loro importanza, vanno letti.
  • La miniera di sale in Russia all'inizio del gioco.
  • La nostra ricerca passa anche attraverso quell'elenco.
  • Mercatini ovunque a Vaghen, ben realizzati.
  • Chi sar&agrave; mai quello strano essere?
  • Gli automi Voralberg sono presenti ovunque.
  • Un altro bellissimo scorcio della citt&agrave;.
  • La piccola Dana ha un talento innato per la musica.
  • Dana e Leon... uno strano intreccio.
  • Bisogna osservare continuamente in giro per scovare gli oggetti con i quali interagire.
  • Una delle key art ufficiali del gioco.
Redattore: Giuseppe 'Isg71' Iraci Sareri
Pubblicato il: 01-04-2022
Nell'atmosfera magica di Vaghen la magia di Syberia ritorna in tutto il suo splendore.

Non si può parlare di avventure punta e clicca, genere parecchio diffuso nella fine degli anni '90, senza citare uno dei migliori giochi di sempre: Syberia. Sotto la direzione artistica dell'ormai compianto Benoît Sokal, le avventure di Kate Walker videro la luce nel lontano 2002, seguite poi dall'eccellente capitolo uscito due anni dopo. Pur rispettando i canoni tipici del genere che lo rappresentava, il gioco ci calava nei panni dell'avvocato Kate Walker delineandone una personalità senza precedenti e intercalandola in scenari favolosi quasi tutti pervasi dal grande freddo e facenti parte di una realtà alternativa.


Enigmi complicati, soprattutto a causa degli automi dell'industria Voralberg, che rendevano la vita difficile anche agli utenti più smaliziati delle avventure grafiche, per un gameplay che prestava il fianco a pochissime critiche e a tantissime lodi. Chi ha amato questo genere di giochi quindi deve conoscere obbligatoriamente Syberia (I e II), mentre i più giovincelli faranno bene a rimediare abbastanza in fretta approfittando magari delle riedizioni pubblicate negli anni successivi. A completare il tutto però c'era sempre la magia: nelle musiche, negli sfondi, nella storia. Una magia in grado di catturare il giocatore e trascinarlo nel mondo di Syberia, un qualcosa che non è semplice descrivere a parole (bisogna provare) ma che, a giusto titolo, contribuisce a collocare i primi due giochi tra le più belle avventure grafiche mai realizzate.


Dopo lo scivolone del terzo capitolo (qui la nostra recensione di Syberia 3), reo di essersi allontanato troppo dal concept originario e di aver presentato al pubblico diverse problematiche inerenti a gameplay e comparto tecnico, gli sviluppatori hanno finalmente deciso di cambiare nuovamente direzione. Vediamo quindi se ci sono riusciti.

L'ARTE DI BENOIT SOKAL

Non si può analizzare Syberia senza spendere due parole sul suo autore: Benoît Sokal. L'artista belga ci ha lasciati nel 2021, dopo una lunga e sofferente malattia, ma la sua eredità ha un nome e un cognome: Kate Walker. L'eroina di tutte le sue avventure, così ben caratterizzata e al contempo così diversa dagli stereotipi della donna atletica e coraggiosa già vista in altri brand rappresenta la vera essenza del carattere dell'autore. Abbiamo imparato a conoscerla attraverso le sue avventure, chiedendoci come mai nessuno studio cinematografico abbia mai voluto puntare su di lei. Kate è bella e intelligente ma al contempo fragile, in una continua lotta interiore che la convince ad abbandonare la certezza di un lavoro e del focolare domestico per cedere il passo alla voglia di viaggiare e di esplorare il mondo. È una crescita lenta e inesorabile che si snoda attraverso i vari capitoli della saga e che ce la consegna, nel quarto episodio, in un contesto diverso, quasi allo sbando.


Ma il destino tesse comunque le sue trame e un nuovo mistero finirà per rafforzare lo spirito di Kate che, superate le batoste della vita narrate all'inizio di The World Before, si lancerà in una nuova avventura, consapevole del fatto che è questa la sua unica strada. Tante fragilità, miste alla voglia di scoprire il mondo, quasi in un connubio biografico con il suo stesso autore. Syberia: The World Before può quindi definirsi un'opera postuma di Sokal, magari (non sappiamo se sperarlo o no) l'episodio conclusivo di una saga, ma comunque un intero e toccante tributo al suo autore che, per una volta ancora, ci regala un'atmosfera intrisa di magia tutta da scoprire.

KATE WALKER E DANA ROZE

L'intreccio narrativo di Syberia: The World Before gravita attorno a due personaggi entrambi protagonisti. Li divide la collocazione cronologica della storia: Kate Walker vive la sua avventura nel 2005, Dana Roze nel 1937 ma a dividerle è ben altro, soprattutto l'ambiente circostante che vive di emozioni diverse. Dana è vissuta nel periodo della piena ascesa fascista, preludio della seconda guerra mondiale e tutto, in quel tempo, sembra fare da preambolo alla tragedia che sta per colpire l'umanità mentre Kate si ripresenta a noi in un carcere russo, dove l'avevamo lasciata alla fine del terzo capitolo, costretta a fare i conti con le sue scelte di vita.


La perdita della madre Sarah, comunicatale per lettera, e dell'amica di cella Katyusha Spiridonova la svuoteranno di tutto ciò che la lega ancora al passato, proiettandola in un futuro che è tutto racchiuso in un quadro che sembra raffigurare una ragazza che le somiglia tantissimo. Questo dualismo continuo, presentato dal gioco in frequenti salti temporali fra Dana e Kate finirà nel corso della storia per rendere le due ragazze molto più simili di quanto, inizialmente, si possa pensare.


Quasi a volersi allontanare dal fallimento del terzo capitolo, il nuovo gioco di Sokal prende le distanze in maniera netta, tanto da pubblicarne un prologo giocabile (che abbiamo provato alla fine del 2020) tutto nelle vesti di Dana Roze fino al culmine del concerto nella piazza di Vaghen. Più che abbastanza per farci tornare indietro di tanti anni e ritrovare la magica atmosfera dei primi due capitoli. Dana Roze è una ragazzina fragile, con un eccellente talento per il pianoforte che sogna di andare a studiare in accademia. Continuamente farà i conti con il partito fanatista ed emergente del momento che, in un clima ostile nei confronti degli ebrei e di tutti i dissenzienti, metterà a dura prova tutte le certezze della fanciulla. Miseria e persecuzione la costringeranno ad abbandonare Vaghen per raggranellare qualche soldo per pagarsi poi gli studi lavorando come cameriera in un rifugio di montagna ai piedi del Silberspiegel.

E BISOGNERÀ GUIDARLE ENTRAMBE

Il dualismo nel gioco tra Dana e Kate non è solo narrativo. Più volte saremo chiamati a controllare prima l'una e poi l'altra ragazza per la risoluzione di alcuni puzzle. Se in tempi moderni non riuscite a capire dove è nascosto un oggetto basta dare un'occhiata al passato proprio per vedere dove quell'oggetto è stato conservato. Sia Dana che Kate saranno entrambi personaggi giocabili, inizialmente a discrezione del gioco, poi a discrezione nostra. Oltre alla ottima caratterizzazione delle due protagoniste incontreremo nel nostro viaggio tanti altri personaggi, tutti quanti ben descritti e implementati. Faremo la conoscenza del bel Leon, la guida alpina che fa perdere la testa alle ragazze, della cameriera Leni che incontreremo da giovane e da vecchietta, della regista Junta e di altri che lasceremo a voi il piacere di scoprire. Buona parte di questi personaggi "secondari" saranno giocabili anche se per brevi tratti. In realtà è incredibile come siano così ben descritti al punto da dar l'impressione di conoscerli da sempre attraverso i semplici dialoghi. Questo meccanismo deriva da una sapiente implementazione di musiche, parole e immagini: basti pensare al guardo di sconforto del padre di Dana quando dei teppisti gli sfondano la vetrina, o alla reazione del fascista Hoss quando Dana suona nel rifugio sulla montagna. Tutte le emozioni escono fuori e raggiungono il giocatore passo dopo passo quasi a voler (magari è così) mettere l'aspetto ludico in secondo piano rispetto alla narrazione vera e propria.

VAGHEN E I SUOI INGRANAGGI

La bellezza di Vaghen, la cittadina fulcro di quasi tutta la storia è disarmante. Questa volta ci troviamo davanti una cittadina molto più viva e popolata, stracolma di dettagli con tanti angoli pieni di negozietti caratteristici e diverse persone che vivono regolarmente la loro vita. Effettivamente è ben realizzato il contrasto tra la città del 1937 e quella che esplora Kate nel 2005. Nella storia antica della città assistiamo al fermento che ha preceduto la seconda guerra mondiale, mentre in quella moderna possiamo vedere le tracce di una devastazione che ha interessato l'intero pianeta e particolarmente la piccola città di Vaghen. Quasi a voler conservare il ricordo di un tempo che fu, ogni angolo della città mostra i segni (e le ferite) di ciò che la follia umana fu in grado di fare: segni tangibili nei dialoghi con i vari personaggi che incontreremo, nei reperti in vendita in alcune bancarelle, in targhe commemorative, in quartieri chiusi da alcune barriere e così via.


I dialoghi sono ispirati al modello del terzo capitolo con la scelta (tramite mouse o controller) della risposta giusta semplicemente spostandovisi sopra: anche se, spesso e volentieri, la scelta multipla nelle risposte non produrrà effetti sulla storia, parlare con tutti ci permetterà di apprendere dettagli sulla trama del gioco o, in alcuni casi, di venire a capo di eventuali soluzioni di alcuni enigmi. Da Vaghen era passato anche Voralberg, con tutti i suoi automi, ancora presenti nella città: li troviamo alla guida del tram, nei negozi di antiquariato e in tantissimi punti "strategici". Volutamente arrugginiti e sbiaditi nei colori sono però ancora funzionanti contribuendo ad aggiungere all'atmosfera di gioco quel "tocco di magia" che dicevamo prima oltre a impegnarci in alcuni degli enigmi più complicati. Chi ha giocato i capitoli precedenti, soprattutto i primi due, non potrà fare a meno di cercare Oscar in ognuno di loro, coadiuvato anche dal fatto che la nostra Kate porta con sé il cuore dell'automa, che tanto le fu amico, pregno di tutti i dati che potrebbero riattivarlo se impiantato nel corpo giusto.

IL GAMEPLAY

Come tradizione vuole, Syberia: The World Before è un gioco che rispetta i canoni delle vecchie avventure "punta e clicca", offrendoci volutamente un ritmo più lento e focalizzando la nostra attenzione più sulla storia che sugli enigmi. Quasi a voler attrarre una fetta maggiore di utenti, gli sviluppatori hanno "limato" la difficoltà di gioco concependo enigmi più semplici, quasi mai in grado di mettere in difficoltà i giocatori più smaliziati e più abituati al genere. Alcuni puzzle sono ovviamente un po' più complessi di altri, soprattutto quelli in cui dobbiamo "lavorare" su ingranaggi ma tutto sommato la difficoltà vera e propria (vedi ad esempio un paio di enigmi presenti in Syberia II) è un'altra cosa. Il gameplay quindi si basa tutto sull'esplorazione e sulla storia, firmata naturalmente da Sokal, da vivere e scoprire passo dopo passo anche perché scorrerà liscia dall'inizio alla fine senza mai sferrare colpi a vuoto. Su schermo gli oggetti di interesse verranno evidenziati da un puntatore man mano che ci avvicineremo a loro: motivo in più per esplorare a fondo ogni parte dello scenario. Una volta sopra potremo interagirvi osservandoli od utilizzando alcuni oggetti presenti nel nostro inventario.


Su schermo sono presenti pochi pulsanti, ottima scelta per non incasinare il monitor, fra i quali un pulsante aiuto che, una volta cliccato, ci darà un suggerimento utile per proseguire nell'avventura. Onestamente vi consigliamo di non utilizzarlo mai proprio per non perdervi il bello del gioco; cliccando su un'icona a forma di libro invece potremo accedere al diario di Kate (o di Dana) colmo di informazioni, immagini, oggetti e tutto ciò di rilevante che abbiamo raccolto sul nostro percorso. C'è anche un'icona romboidale con un punto esclamativo che, una volta cliccata, ci comunicherà il nostro obiettivo principale da raggiungere al momento o anche un eventuale obiettivo secondario. Di tanto in tanto infatti si attiveranno anche missioni secondarie, del tutto facoltative ma comunque interessanti poiché in grado di rimpolpare ulteriormente la trama di gioco. C'è anche una modalità introspezione con i personaggi che si fermeranno a riflettere sugli ultimi eventi di tanto in tanto.

TECNICAMENTE PARLANDO...

Dal punto di vista tecnico Syberia: The World Before ha sicuramente accusato il colpo della dipartita dell'autore durante la fase di sviluppo, al punto da far dubitare perfino sul suo completamento. Effettivamente alcune scelte grafiche, principalmente nei dettagli dei poligoni e in alcune texture, evidenziano lo scarso budget a disposizione degli sviluppatori per completare il progetto e lo stesso si può dire per alcune animazioni che sembrano aver perso qualche frame per strada. In realtà sono proprio casi come questo che esaltano la bravura dei grafici, in grado di "mascherare" alcune piccole lacune con un'ambientazione perfettamente coerente con la storia e in grado, talvolta, di offrire anche scorci memorabili.


Se graficamente non raggiungiamo l'eccellenza, il discorso cambia per la colonna sonora, firmata ancora una volta dall'ottimo Inon Zur, sempre a tema con la narrazione e con brani in grado di esaltare l'atmosfera di gioco. Dal punto di vista narrativo c'è molto poco da dire, con una storia che intrattiene dall'inizio alla fine e ci allieterà per le circa 12-14 ore necessarie al completamento dell'avventura. Purtroppo è mancante il doppiaggio in italiano, sostituito da una controparte in lingua inglese tutto sommato ben recitata e da sottotitoli che, in linea di massima, sono fedeli e ben tradotti. Il sistema di controllo offre la doppia possibilità di scelta tra mouse e controller. Effettivamente durante i test abbiamo notato qualche sbavatura nella gestione da controller proprio dal punto di vista della precisione, salvo poi notare che anche i movimenti via mouse non sono proprio precisissimi. Niente comunque che non si possa sistemare in un secondo tempo. Ottimo tributo al talento di Benoît Sokal !

Modus Operandi:

abbiamo vissuto le meraviglie di Syberia: The World Before grazie ad un codice fornitoci da Microids.

Syberia: The World Before è la giusta e degna conclusione di una delle saghe più belle nel mondo dei videogiochi. Con la sua atmosfera magica ci intratterrà dall'inizio alla fine rendendoci partecipi delle emozioni dei protagonisti che impareremo ad amare e a conoscere grazie all'ottima caratterizzazione di tutti i personaggi. Coadiuvato da una colonna sonora all'altezza e da un comparto grafico in grado di mascherare anche qualche piccola magagna, offre un gameplay più semplice rispetto ad altre avventure riuscendo a relegare il gioco vero e proprio quasi in secondo piano rispetto alla trama. Esplorerete ogni ambiente e parteciperete ad ogni dialogo perché vorrete farlo e non perché sarete costretti. E questo, ad un gioco di avventura, crediamo sia il miglior complimento che si possa fare. Assolutamente consigliato.
  • C'è tutta la magia di Syberia
  • Il dualismo Kate/Dana è entusiasmante
  • Vi divertirete dall'inizio alla fine
  • Tecnicamente non sempre perfetto
  • Puzzle più impegnativi non avrebbero guastato
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