Cimentarsi con un mostro sacro dei videogames come Grand Theft Auto III è sempre un'arma a doppio taglio. Da un lato la tentazione di far conoscere uno dei giochi che ha fatto scuola nel mondo degli open world ai nuovi videogiocatori attrae e anche tanto, dall'altro si rischia di snaturare l'essenza di un prodotto che era un top game nel periodo della sua uscita e che potrebbe quindi non adattarsi ai giorni nostri. Una volta deciso per il gran passo però, approfittando anche del 20° compleanno del gioco, la domanda successiva è: meglio un remake totale che adatti il vecchio gameplay a canoni grafici più moderni oppure una semplice remastered che aggiusti e aggiorni qualcosina qua e là senza discostarsi troppo dal master originale? E poi, dato che ci siamo, perché non tirar fuori una trilogia, mostrando al pubblico moderno anche il sequel Vice City e il sequel del sequel San Andreas?
Effettivamente cimentarsi con tre capolavori di questo stampo è un po' come giocare con il fuoco, col rischio di scontentare comunque qualcuno, dato che parliamo di prodotti giocati da milioni di persone per diversi anni. Anticipiamo subito che Rockstar Games è riuscita nella difficile impresa di scontentare proprio tutti invece. Ma andiamo con ordine...
Il primo della trilogia, Grand Theft Auto III, uscito nel 2001, ci porta a Liberty City, con il nostro protagonista, Claude che viene tradito dalla ragazza Catalina durante una rapina e che, grazie all'aiuto di 8ball fa la conoscenza di Don Leone che gli affiderà, una dopo l'altra, una serie di missioni utili per minare la stabilità del cartello guidato proprio dal fidanzato di Catalina.
GTA III è il primo gioco della fortunatissima saga a presentarsi in 3D oltre ad essere l'ultimo capitolo della saga sviluppato da DMA Design prima che la stessa venisse assorbita da Rockstar North. Naturalmente la possibilità di muoversi liberamente nella mappa di gioco, indipendentemente dalle missioni assegnate, magari deviando dalla storyline per dedicarsi a missioni extra, oltre alla libertà di poter guidare un certo numero di veicoli e di imbracciare tantissime armi ne fecero un vero e proprio successo al punto da risultare il gioco più venduto nel 2001 e un vero e proprio punto di partenza per un nuovo genere di action-free roaming diventato ormai consuetudine nei giorni nostri.
Dalla possibilità di selezionare diverse stazioni radio durante la guida, alla neanche troppo sottile ironia dei personaggi, alla possibilità di "cazzeggiare" in giro per la città senza seguire nessuna missione, il mix esplosivo venuto fuori ne ha fatto uno dei giochi più conosciuti di tutti i tempi. Naturalmente stiamo parlando di un comparto tecnico parecchio lontano dagli standard odierni, ma comunque azzeccato nel suo periodo cronologico di pubblicazione e, di conseguenza, è il titolo che ha ricevuto un restyling maggiore, passando da una ridefinizione dei tasti sul controller a una riscrittura di alcune textures. Il sistema di controllo per la verità non ci è sembrato molto azzeccato, con l'assegnazione del tasto RB per le derapate, in barba a tutti i giochi moderni che usano il tasto B per lo stesso scopo, con la continua pressione del tasto A per far eseguire uno scatto al nostro Claude (mentre sarebbe stato meglio ad esempio premere la levetta direzionale).
A parte questo, comunque, nella nuova versione si denota ancora una hitbox abbastanza approssimativa e alcuni bug grafici misti a glitch allucinanti (come i morti in una pozza di sangue che si rialzano e ricominciano a camminare come nulla fosse). Non vanno meglio le sessioni di guida con una scarsa reattività agli incidenti degli altri veicoli e con il comportamento di alcuni NPC (a piedi o motorizzati) che risultano spesso inspiegabili.
Grand Theft Auto: Vice City è stato pubblicato nel 2002. Ci troviamo a Vice City, città immaginaria chiaramente ispirata a Miami e vestiamo i panni di Tommy Vercetti che, dopo aver scontato 15 anni di prigione decide, una volta fuori di lanciarsi nella compravendita di droga per conto del boss Sonny Forelli. Naturalmente le cose non vanno per il verso giusto e il nostro protagonista perde in un colpo solo soldi, droga e la fiducia del suo capo. Nel tentativo di salvarsi la buccia dovrà cercare di scalare le gerarchie della malavita mettendosi in proprio e cercando di conquistare la città. Il gioco, che ebbe un successo strepitoso a suo tempo, migliorava il titolo originale aggiungendo la possibilità di guidare anche veicoli a due ruote e esaltando ancor di più la componente sandbox della saga con la possibilità di tantissime missioni secondarie, di cambiare capi di abbigliamento e di acquistare proprietà utili per procurarsi una rendita stabile.
La nuova versione di Vice City, in questa Definitive Edition, è quella che ha subito un trattamento peggiore. A parte i vari bug grafici (in una missione siamo rimasti incastrati in un palo e costretti a ripartire dal checkpoint) e glitch di ogni genere abbiamo notato una gestione approssimativa di shading ed effetti di illuminazione che hanno finito per rendere la grafica troppo scura (ma questo è comune a tutti e tre i giochi nella collection), intervenendo sui settaggi per aumentare la luminosità. È come se alle vecchie geometrie fossero state applicate nuove texture con il risultato di poligoni troppo spigolosi e conseguentemente scarsamente definiti. Di conseguenza ci troviamo di fronte a un comparto grafico parecchio altalenante con buoni scorci visivi alternati o completati da oggetti su schermo a scarsa definizione. Ne è un esempio la telefonata nella clip iniziale dove vi invitiamo a osservare la differenza tra la definizione del protagonista e quella degli oggetti sullo sfondo (abbiamo allegato anche uno screenshot apposta). Un altro problema riguarda il gameplay vero e proprio con il gioco che non conteggia totalmente i soldi che ci vengono promessi (e ci guadagnamo) nelle missioni, per non parlare di una gestione spesso scellerata della fisica e NPC che eseguono movimenti incomprensibili, come auto che sbandano da sole.
Grand Theft Auto: San Andreas è ambientato nella città immaginaria di San Andreas e vede protagonista Carl 'CJ' Johnson che ritorna a Los Santos (ispirata ovviamente a Los Angeles) per assistere ai funerali della madre uccisa da una gang rivale. L'accoglienza però non è delle migliori, a partire dalla polizia che lo arresta senza un motivo una volta sceso dall'aereo, al fratello e agli amici che lo trattano con diffidenza. Toccherà a noi cercare di rimettere le cose a posto in una continua escalation di missioni che ci porterà in giro per tutta San Andreas toccando anche altre città come San Fierro (San Francisco) e Las Venturas (chiaramente ispirata a Las Vegas). Finalmente è possibile personalizzare il personaggio, dal taglio dei capelli ai capi di abbigliamento per non parlare di come la necessità di nutrirsi influisca sul nostro stato di forma fisica. Adesso c'è una personalizzazione ancora maggiore soprattutto dal punto di vista relazionale con gli altri e una maggiore libertà di movimento che spazia dalla personalizzazione della propria auto al gironzolare per vari locali e molto altro.
Anche in questo caso la mappatura dei controlli ci mette leggermente in difficoltà, come ad esempio quando dobbiamo pedalare una volta rubata una bicicletta oltre a una gestione della fisica approssimativa con la nostra bici che prende più velocità inclinandoci da fermi a destra o a sinistra che pedalando. Le texture sono meglio che negli altri due capitoli, ma partiamo da una matrice già più solida in partenza anche se comunque bug e glitch grafici non mancano mai come quando le ruote della nostra bicicletta sembrano sprofondare nell'asfalto. Il freno a mano (disgraziatamente ancora affidato al tasto RB) risulta comunque migliorato con la macchina leggermente più realistica nel movimento così come il sistema di checkpoint rende l'esecuzione delle varie missioni leggermente più user-friendly, anche se proprio il sistema di salvataggio è stato riportato in tutti e tre i capitoli copia conforme alla versione originale.
Analizzando i tre capitoli di questa mini-saga dell'universo di GTA abbiamo già accennato ai problemi principali dal punto di vista tecnico. L'idea è che questa remastered sia stata ben realizzata solo in parte, poi è come se gli sviluppatori (l'adattamento, durato 2 anni, per le attuali piattaforme è Groove Street Games) si fossero stancati e avessero voluto chiudere frettolosamente la faccenda. Alcuni scorci paesaggistici in tutti e tre i giochi risultano apprezzabili e godibili alla vista, ma la continua alternanza di texture più definite ad altre che lasciano a desiderare non può non essere notata. Naturalmente c'è la componente di base che può non rendere gradevole ai giorni nostri un gioco concepito circa 20 anni fa, tuttavia stiamo parlando di GTA, una saga che ha collezionato record su record a suo tempo (San Andreas è da sempre il gioco più venduto in assoluto su Playstation 2) e che ha rivoluzionato il mondo del free roaming, abbastanza per meritare un maggior rispetto.
Se però i giochi avessero mantenuto i difetti delle versioni originali, potremmo provare (ma sarebbe come difendere a processo un serial killer) a giustificare Rockstar Games con l'idea di voler mantenerne l'essenza di un tempo senza snaturarne la benché minima parte. Come aggravante ci sono tutta una serie di bug grafici, glitch, crash e compagnia cantante che minano continuamente la giocabilità del titolo e che farebbero imbestialire chiunque. Inoltre il prezzo richiesto è onestamente troppo alto per quello che la trilogia rimasterizzata offre. E questo stona sicuramente con le ultime produzioni di Rockstar che, sia in GTA V che in Red Dead Redemption 2, ci ha abituati a giochi curatissimi sotto ogni dettaglio.
La verità, però, è che malgrado tutto ci si diverte lo stesso. Una volta accettate le incertezze tecniche, scorazzare per le varie città, investendo chiunque ci si pari davanti (alla faccia del politically correct) e completando le varie missioni è appagante dal primo minuto fino all'ultimo. Evidentemente questo è dovuto al blasone dei titoli originali, talmente belli da resistere all'incuria del tempo. Notevole la colonna sonora trasmessa attraverso le stazioni radio durante la guida e che offre brani stupendi che spaziano dalla lirica al rap, ai successi degli anni 80-90. Naturalmente questo acuisce ancor di più l'amaro in bocca che deriva da questa conversione (ancora ora è difficile capire dove finisce il remake e dove comincia la rimasterizzazione) che poteva sicuramente essere fatta meglio se solo le si fosse riservata maggior cura. Forse sarebbe stato opportuno attendere ancora di più per avere tra le mani un prodotto davvero memorabile.
Così com'è ci sentiamo di consigliare questa Definitive Edition esclusivamente ai fan sfegatati (e sono tantissimi) della saga di GTA, naturalmente dopo aver atteso un calo sensibile del prezzo d'acquisto.
La Definitive Edition della trilogia di GTA III ci catapulta in giochi che hanno fatto la storia delle avventure free roaming. Stiamo parlando di tre titoli campioni di incassi che hanno venduto milioni di copie e hanno divertito tantissimi giocatori. Adesso, con la possibilità di giocarli sulle console moderne si presentano con diversi anni sul groppone ma ancora in grado di divertire come una volta, incollando il giocatore allo schermo missione dopo missione. Peccato per una realizzazione tecnica scellerata che, oltre ad averne migliorato solo una piccola parte ha finito per affondarne tutto il resto con una grafica troppo altalenante e con una serie da brivido di imperfezioni. Peccato davvero, perché si poteva sicuramente fare di più e soprattutto perché proprio i tre titoli contenuti nella collezione avrebbero meritato un maggior rispetto. Ve ne consigliamo l'acquisto solo se siete fan della saga GTA e se siete disposti ad attendere un calo del prezzo d'acquisto.
Modus Operandi:
abbiamo giocato a questa storica trilogia della serie GTA grazie a un codice fornitoci da Cidiverte.