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Titolo del gioco:
Beneath
Anno di uscita:
2025
Genere:
Sparatutto in prima persona
Sviluppatore:
Camel 101
Produttore:
Wired Productions
Distributore:
Steam
Multiplayer:
Assente
Localizzazione:
No
Requisiti minimi:
Sistema operativo: Windows 10 (64bit) - Processore: Intel i5-8500 or AMD Ryzen 5 3600 - Memoria: 16 GB di RAM - Scheda video: Nvidia GeForce GTX 1050, AMD R9 270X, Intel Arc A380 - DirectX: Versione 11 - Hard disk: 10 GB di spazio disponibile - Note aggiuntive: 1080p, 30 FPS, dettagli medi, SSD altamente raccomandato (uscita prevista per il 27 ottobre 2025)
Box
  • Ecco la nostra destinazione all'inizio del gioco.
  • Qualche dettaglio si &egrave; perso, e come quelle guarnizioni.
  • E anche qualche piccolo errore grafico non manca, ma il gioco &egrave; ancora incompleto.
  • L'impegno degli sviluppatori comunque si vede.
  • Niente localizzazione in italiano, malgrado le 10 lingue supportate.
  • Evitare di sbagliare &egrave; fondamentale se si vuole tornare a casa.
  • Una bella console, anche se migliorabile.
  • La torcia &egrave; necessaria negli ambienti bui, altrimenti ciccia!
  • Qui c'&egrave; stato un vero massacro. Tocca a noi scoprire come e perch&eacute;.
  • Ci fanno l'occhiolino da lontano... meglio, quindi, tenerli lontani!
  • Una bella e inquietante key art non ce la toglie nessuno.
Redattore: Giuseppe 'Isg71' Iraci Sareri
Pubblicato il: 17-10-2025
L'horror claustrofobico di Camel 101 è ormai in dirittura d'arrivo. Siete pronti a farvi spaventare come non mai?

Beneath si propone come un nuovo sparatutto horror in prima persona; scelta molto ma molto audace dal momento che il mercato in quel settore offre una concorrenza agguerrita come non mai, anche per titoli che hanno avuto a disposizione budget ben superiori. In realtà però la bravura degli sviluppatori passa attraverso lo studio di altri capolavori ben saldi nella nostra memoria, cercando di attingere il meglio da ognuno di loro e fonderli insieme in maniera abbastanza indovinata.


All'interno di Beneath infatti troveremo tracce di Dead Space, ma anche di F.E.A.R., con un assaggio anche di SOMA. Non solo ambienti angusti e nemici spaventosi e ben agguerriti, ma anche una continua sensazione di pericolo che ci fa muovere con circospezione dietro ad ogni angolo. A completare il quadro c'è anche una narrazione non lineare, ma evolutiva che se da un lato si sviluppa man mano che si procede nella storia, dall'altro alimenta la demolizione di tutte le nostre certezze che verranno sempre meno a favore di un crescente senso di debolezza. Un bel mix, quindi, che esprime le potenzialità di un progetto già a buon punto ma con ancora qualcosina da sistemare mentre ormai l'uscita finale è praticamente dietro l'angolo.

PRONTI, VIA!

Una volta lanciato il gioco e scelto il livello di difficoltà tra i tre disponibili ci troviamo sott'acqua in comunicazione con nostra figlia Amber, più o meno in fondo all'Oceano Atlantico al largo del Portogallo. Il protagonista del gioco, un sommozzatore di nome Noah Quinn si muove sui fondali con una certa scioltezza per andare verso un relitto di un incidente accaduto tempo prima. Naturalmente le prime battute servono per prendere confidenza con il sistema di controllo dei comandi, in questo caso di movimento, limitandoci all'uso della levetta direzionale e del tasto A per interagire con i vari oggetti (perfettamente supportato il controller della Xbox Series X).


Una volta risaliti in superficie scopriremo la nostra nave di supporto attaccata da un qualcosa che ha sterminato tutte le persone a bordo facendo scomparire nostra figlia... e lì finisce il prologo e inizia la nostra caccia. La sensazione di pericolosità, come nell'esplorazione del fondale all'interno della nostra tuta da palombaro, traspare minuto dopo minuto da un'insieme di fattori: principalmente la realizzazione dell'acqua, ma anche la lentezza dei movimenti e soprattutto il comparto audio con suoni ovattati o con lunghi silenzi che ci fanno riflettere continuamente sul fatto che non siamo nel nostro ambiente naturale. Una cura ai dettagli da parte degli sviluppatori che avremo modo poi di vedere anche più avanti.

COSA C'È DIETRO L'ANGOLO?

Una volta a bordo e iniziata la nostra esplorazione, il senso di angoscia permane, dovuto prevalentemente alla paura su ciò che potrebbe esserci dietro il prossimo angolo e che ha causato tale inspiegabile (almeno per il momento) carneficina, misto anche alle paure sulla sorte di Amber. A fare da cornice innanzitutto il silenzio opprimente, che ci ricorda in ogni momento che in quelle stanze che prima brulicavano di vita, è arrivato l'orrore, poi anche una certa impotenza suffragata almeno nelle prime battute dalla mancanza di armi per la nostra difesa. Naturalmente non vogliamo parlare più di tanto dei vari sviluppi narrativi anche perché la trama di Beneath non solo non segue un canone di linearità, ma si racconta e si rivela man mano che si procede nella storia, attraverso audiolog e documenti trovati in giro.


Dopo un po' però recupereremo delle armi (a tal proposito il parco delle stesse ci è parso abbastanza vario) e inizieranno le sezioni di FPS vere e proprie che, come dicevamo all'inizio, tendono più verso F.E.A.R. che verso DOOM (giusto per fare un paragone con un altro mostro sacro del genere). Ogni singolo combattimento, infatti, viene sempre investito dalla paura di chi sa di non essere onnipotente oppure il più forte nello scontro, e questo vale sia quando incontreremo i vari mutanti che quando dovremo affrontare soldati umani.

UN CONTINUO SENSO DI OPPRESSIONE

A peggiorare le cose ci sono gli ambienti di gioco, via via sempre più stretti e angusti e quindi meno adatti ad un'eventuale via di fuga, ma il problema principale è rappresentato dalla scarsità di risorse. La penuria di munizioni e medikit infatti invita ad un gioco molto più ragionato e riflessivo. Effettivamente è meglio utilizzare i pochi proiettili che abbiamo oppure azzardare un'azione più stealth perché non sappiamo cosa c'è più avanti? Questa è la domanda che bussa nella nostra mente per quasi tutta l'avventura anche perché il gioco fa di tutto per invitarci o meglio costringerci ad interagire con l'ambiente.


Giusto per fare un esempio utilizzare le tubature di vapore per far fuori un gruppo di cattivi, umani o presunti tali che siano ci permette di risparmiare delle munizioni e di avanzare quindi un pochino più sicuri per un altro po'. Di conseguenza il tipo di horror sul quale punta Beneath non è tanto centrato su qualche jumpscare qua e là, quanto sull'angoscia derivante da ciò che ci attende nei metri successivi alla nostra posizione e all'interrogativo se saremo cioè in grado di affrontarlo. Il tutto condito dalla tendenza del gioco nel guidarci molto ma molto poco e lanciarci, anzi, semplicemente allo sbaraglio.

ALLA CONTINUA RICERCA

Le risorse, pur se centellinate, comunque ci sono ma per raggiungerle dovremo puntare a luoghi particolarmente ostici e complicati, al punto da chiederci se ne valga la pena. Anche se non ci sono deviazioni dal percorso, così come le intendiamo in un open world, andare un pochino fuori dai percorsi comunque premia, sia per armi e munizioni ma anche per importanti log audio che arricchiscono (e di molto) la trama principale. Allo stato attuale è abbastanza efficace anche l'IA dei nemici, che proveranno comunque a metterci in seria difficoltà muovendosi in gruppo ma anche provando ad accerchiarci per chiuderci in una morsa e, di fatto, costringendoci a muoverci continuamente. Fondamentalmente, comunque, l'atmosfera di chiaro stampo "lovecraftiano" si inserisce sempre più nella mente del protagonista avvicinandolo verso la follia man mano che lo spinge più in basso nella sua ricerca. Sicuramente chi si è cimentato nel silenzio dell'astronave di Dead Space, proverà le stesse sensazioni giocando a Beneath, compreso il senso di vulnerabilità del protagonista.

COMPARTO TECNICO

Anche se siamo prossimi all'uscita, il gioco necessita ancora di qualche aggiustamento. Iniziamo dal comparto grafico: abbiamo usato una scheda video ben più performante dei requisiti minimi richiesti praticamente una GTX1650 rispetto a una GTX1050 e con un i7-10700 e 32 GB di RAM contro un i5-8500 e 16 GB di RAM. Siamo stati tuttavia costretti a ridurre alcuni dettagli dal punto di vista grafico, fondamentalmente eliminando riflessi e luci volumetriche per poter puntare su una risoluzione media che riducesse la scattosità delle animazioni. Scattosità che comunque si percepisce ancora in determinati momenti e questo è segno comunque di un'ottimizzazione ancora non completamente sistemata.


Da un lato si vede l'impegno nella realizzazione delle texture (in linea di massima assemblate da modelli già esistenti), ma l'illuminazione ci ha lasciati un po' perplessi in qualche punto. Inoltre ancora qualche glitch ed errore grafico sono presenti (lo potete vedere dagli screenshots che trovate assieme all'articolo). Bene il comparto audio con musiche di accompagnamento di sicura atmosfera. Inaccettabile la mancata localizzazione in italiano per un gioco che non solo fa della narrazione uno dei suoi punti di forza ma che è stato tradotto in 10 lingue lasciando fuori solo noi. Per il resto è innegabile che il prodotto abbia delle ottime potenzialità, sperando che ciò che ancora non è perfetto venga sistemato prima di subito perché ormai il tempo stringe.


Beneath sarà disponibile dal 27 ottobre 2025 su PC tramite Steam. Il gioco è previsto anche su PlayStation 5 e Xbox Series X|S con l'uscita il giorno dopo, ma sui rispettivi store non c'è ancora una data. Quindi non sappiamo con certezza se verrà rispettata.

Modus Operandi:

abbiamo provato Beneath grazie a un codice gentilmente fornitoci da Plan of Attack.

Beneath è un gioco dalle indubbie potenzialità, perché punta su un tipo di horror sicuramente molto più efficace dello splatter di alcuni FPS. Angoscia, paura, claustrofobia, sono tutti elementi presenti e generati dal connubio della scarsità di risorse, di ambienti sempre più ristretti e inquietanti e dalla percettibile vulnerabilità del protagonista di fronte ai suoi nemici. Il gioco stimola a usare l'ambiente e il meccanismo funziona alla grande, così come ci invita a ragionare prima di ogni passo. Sicuramente un FPS diverso dagli altri, in grado però di divertire chiunque vorrà dedicargli del tempo. Ci sono però ancora delle cosucce da sistemare dal punto di vista grafico, e poi c'è l'inaccettabile esclusione della lingua italiana in un gioco tradotto praticamente per tutti gli altri. Vedremo a questo punto il prodotto finale.
  • Atmosfera degna di un capolavoro horror
  • Il gioco riesce a trasmettere continuamente la sensazione di vulnerabilità
  • Un FPS molto più ragionato rispetto al solito
  • Graficamente non ancora perfettamente ottimizzato
  • Alcune animazioni meritano ancora dei ritocchi
  • Manca la localizzazione in lingua italiana