Recensione X-Box Series X-S
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Titolo del gioco:
Mafia: Terra Madre
Anno di uscita:
2025
Genere:
Azione / Avventura / Sparatutto
Sviluppatore:
Hangar 13 (in collaborazione con Stormind Games)
Produttore:
2K
Distributore:
Xbox Store
Multiplayer:
Assente
Localizzazione:
Completa (audio & video)
Sito web:
Requisiti minimi:
Console Xbox Series X|S - Un connessione a banda larga - un account Xbox - 44 GB di spazio libero su disco - Prezzo: €49,99 (il doppiaggio, per quanto riguarda l'Italia, è in Siciliano)
Box
  • Effetti di luci ed ombre semplicemente spettacolari.
  • Abbiamo mirato bene, per fortuna.
  • La missione nella cripta &egrave; pura devastazione.
  • Il rito di iniziazione per entrare in famiglia.
  • La missione nella tonnara, meglio darci dentro.
  • Le sessioni di guida sono carine, ma tipicamente arcade.
  • Ci sono tante auto da sbloccare, un bel passatempo.
  • I paesaggi sono spettacolari a dir poco.
  • Se vogliamo possiamo anche usare il cavallo per inseguire i cattivi.
  • La tipica masseria di quel tempo, curata in ogni dettaglio.
  • Eccolo Don Torrisi con tutto il cucuzzaro.
  • Il boss &egrave; cattivo, spietato e mette soggezione.
  • La cura per i dettagli &egrave; proprio maniacale.
  • Una bella cavalcata in compagnia? Ma non per diletto.
  • Quelle rovine ricordano forse le zone dell'Agrigentino?
  • La missione nel covo dei briganti. Sono tanti...
  • Il nostro amico Luca.
  • Cosa c'&egrave; di meglio di una passeggiata in dolce compagnia durante una festa?
  • Ogni tanto, coltello alla mano, si duella... un po' troppe volte...
  • La key art uffciale del gioco.
Redattore: Giuseppe 'Isg71' Iraci Sareri
Pubblicato il: 24-08-2025
Le Terre di Sicilia ci raccontano una storia, di estrema miseria e voglia di riscatto.

Mafia: Terra Madre (in originale The Old Country), il nuovo capitolo del fortunatissimo brand Mafia arriva dopo 9 anni dal terzo capitolo della serie: quel gioco che pur rappresentando una coerente evoluzione videoludica dei primi 2 capitoli non riusciva tuttavia a ottenere il consenso dei fan pur riscuotendo un buon successo in termini di vendite. Effettivamente i primi 2 capitoli, usciti rispettivamente nel 2002 e poi nel 2010 ottennero un ottimo successo soprattutto perché riuscirono a portare su schermo un intero mondo fino ad allora visto esclusivamente al cinema (la fortunatissima serie Il Padrino ne è solo un esempio). Li abbiamo anche rigiocati nel 2020 grazie a una Definitive Edition che ne riscriveva buona parte del codice (qui la nostra recensione del primo capitolo e qui quella del secondo).


Insomma, quando si parla di giochi di questo tipo il pubblico non si aspetta solamente un free roaming dove scorrazzare liberamente facendo devastazioni ovunque, ma anche una trama coerente quanto più possibile con la realtà. Quella realtà tenuta celata per tantissimi anni, e poi venuta fuori alla fine del secolo scorso, che descriveva la mafia come un'organizzazione strutturata, con regole rigidissime, cerimonie di iniziazione e così via. Con i primi tre capitoli abbiamo seguito le vicende di almeno 30-40 anni di storia americana, partendo dalle vicende di Thomas Angelo nel 1930, subito dopo il tonfo di Wall Street, per poi proseguire negli anni 40-50 proprio a cavallo della seconda guerra mondiale con l'eterno Vito Scaletta. Il III capitolo si discostava dal brand tutto sommato, sia per il protagonista, Lincoln Clay alla fine degli anni 60, ma anche per le faide e per l'intero contesto di gioco.

RITORNO ALLE ORIGINI

Mafia: Terra Madre è stato sicuramente il titolo più atteso dell'anno per tutta una serie di motivi: innanzitutto perché è un quarto capitolo che in realtà è un prequel di tutti e tre gli altri episodi; cronologicamente parlando ci troviamo nella Sicilia di inizio '900, precisamente dal 1904 al 1907 e quindi alle origini del fenomeno mafioso che, manco a dirlo derivava dalla solita dicotomia tra miseria per buona parte della popolazione e agiatezza e benessere per pochi che, come nel vecchio regime feudale, comandavano in maniera totalitaria sfruttando povertà e ignoranza della popolazione.


L'hype per il nuovo gioco di Hangar 13 in realtà è stato alimentato anche dalla promessa di un doppiaggio addirittura in lingua siciliana (grazie al contributo di Stormind Games che ha aiutato il team di sviluppo sugli usi e costumi e sull'ambientazione), che avrebbe dato maggior coerenza alle vicende di Enzo Favara migliorando l'immersività del giocatore all'interno della storia. Inoltre facevano capolino anche alcune dichiarazioni degli sviluppatori che puntavano su una trama lineare rinunciando al free roaming proprio per dedicarsi meglio all'aspetto grafico e per ridurre anche il prezzo di vendita attestatosi quasi su livelli più abbordabili. Insomma le premesse per un gioco da urlo che, dopo il mezzo passo falso del terzo capitolo (definizione pienamente opinabile e soggettiva), riportasse la saga agli antichi splendori c'erano tutte. Alla fine della lunga attesa e dopo aver completato il gioco fino ai titoli di coda siamo finalmente pronti per dirvi se l'attesa è stata ben ripagata oppure no.

DA QUALCHE PARTE IN SICILIA

La nostra storia comincia da qualche parte in Sicilia e precisamente in una miniera di zolfo da qualche parte vicino al paesino di San Celeste (nome assolutamente fittizio) e ci presenta due ragazzi: Enzo Favara e Gaetano, due operai vessati dagli aguzzini che comandavano le forze lavoro e costretti a barcamenarsi tra cunicoli stretti e pericolanti intervallati dal continuo sogno di scappare via, in America, lontani da tanta miseria e schiavitù. Questo desiderio di evadere e di sognare una vita migliore lontano da tutto e tutti sarà presente per buona parte del gioco ora con questo ora con quell'altro protagonista e graviterà intorno ad una cartolina americana con scritto Empire Bay (con tanto di richiamo al secondo capitolo della serie). Sogno che rimarrà tale per Gaetano, costretto a soccombere dopo un crollo della miniera per i boati della montagna (un vulcano in realtà), generando nel superstite Enzo la voglia di ribellarsi a tutto questo calvario affrontando una volta per tutte gli aguzzini.


Fin dall'inizio il gioco ci mette davanti ai duelli che ci accompagneranno, forse anche troppo, a colpi di coltello contro vari personaggi che incontreremo di volta in volta. Pochi semplici comandi come le schivate con il tasto A, l'affondo con Y e il fendente con X oltre alla pressione di RB che sfonderà la difesa avversaria. Una modalità carina per risolvere le contese, tanto che probabilmente gli sviluppatori ne hanno abusato un pochino.

RIBELLIAMOCI!

Dopo aver affrontato i suoi aguzzini che però non sono gente qualunque ma sgherri del clan degli Spadaro, Enzo è costretto alla fuga che lo porterà tra le mani (o forse sarebbe più corretto grinfie) di un altro clan mafioso, dove farà la conoscenza dello spietato boss Don Torrisi. Da questo momento in poi anche, per il tramite di alcuni personaggi che sarebbe riduttivo definire secondari, come Luca e Cesare, Enzo passerà alle dipendenze del Don cominciando ad obbedire ai suoi ordini e a partecipare a tutta una serie di missioni per il boss che gli consentiranno di scalare le gerarchie dell'organizzazione mafiosa, non senza passare attraverso la diffidenza di Tino Russo (consigliere del boss) e dall'innamoramento per la bellissima Isabella, figlia di Don Torrisi, con tutte le complicazioni che ne seguiranno.


Sarebbe un peccato adesso proseguire con il nostro racconto perché il rischio di spoiler è davvero enorme con la possibilità di rovinarvi la bella storia che è uno dei punti di forza del gioco, con tanto di vari colpi di scena e perfino al gran finale: riguardo proprio alla conclusione, vi anticipiamo che a noi non è dispiaciuta anche se, come capita di solito in ogni finale di una buona storia (salvo qualche rara eccezione), ci sarà sempre chi non rimarrà contento. Nel mezzo tante missioni abbastanza varie per la verità, anche perché il gioco non dilungandosi oltre una certa durata (dalle 12 alle 15 ore per completarlo) scongiura il rischio della ripetitività.

L'AMBIENTE DI GIOCO

Come dicevamo prima l'ambiente di gioco non rispecchia un posto realmente esistente in Sicilia anche se le analogie sono davvero tante (gli sviluppatori hanno colto un po' qua e un po' là): ad esempio la montagna fumante è chiaramente ispirata al vulcano Etna, mentre le rovine presenti in una particolare missione sono chiaramente quelle dei templi di Agrigento. Il porto con la tonnara è chiaramente ispirato alla bellissima Cefalù mentre la stessa San Celeste con le sue campagne, masserie comprese, richiama palesemente Corleone. Un nuovo ambiente insomma ispirato chiaramente a realtà siciliane e lo stesso si può dire per il certosino lavoro fatto dagli sviluppatori (e dai loro consulenti) per quanto riguarda le abitudini di quel tempo.


Le campagne, le strade, le viuzze cittadine ad esempio ma anche le tradizioni religiose (come la devozione per le processioni), le corse di cavalli, poi le corse d'auto (erano i primi anni della Targa Florio), tutto è chiaramente ispirato ad una cultura siciliana presente in quegli anni. Lo stesso lo si può notare nei vari dialoghi con gli NPC (personaggi non giocanti) che incontreremo man mano nella nostra avventura: il modo di parlarci, di porsi, di chiedere e di rispondere, tutto è stato trasposto nel gioco con la massima accuratezza.