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Titolo del gioco:
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Assassin's Creed IV Black Flag
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Anno di uscita:
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2013
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Genere:
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Azione/Avventura
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Sviluppatore:
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Ubisoft Montreal
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Produttore:
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Ubisoft
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Distributore:
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Ubisoft Italia
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Multiplayer:
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Online fino a 8 giocatori
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Localizzazione:
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Completa (audio & video)
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Sito web:
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Requisiti minimi:
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Una PlayStation 3 (Fat, Slim o SuperSlim), una connessione a banda larga ed un account PlayStation Network (PSN) per il Multigiocatore e per scaricare i contenuti aggiuntivi
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| Altri formati: | |
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Redattore: Silvano 'Avion' Iorizzo Pubblicato il: 22/11/2013 | | | Ah,la vita da pirata... Il mormorio delle onde, il sussurro del vento, il canto della ciurma, il sibilo delle sciabole, il tuono dei cannoni che sbriciolano la fiancata della nave... | | Com’è ormai tradizione, anche quest’anno si rinnova l’appuntamento con la serie di Assassin’s Creed. Benché la saga di Desmond si sia conclusa, l’ancestrale guerra segreta tra Assassini e Templari è ben lungi dall’esserlo, così come sono ancora tante le storie del passato da raccontare. Il presente vede la divisione giochi della Abstergo sfruttare l’Animus per creare videogiochi a partire da storie reali, e il misterioso e silenzioso neoassunto di cui vestiamo i panni è stato scelto per indagare e registrare le avventure di Edward Kenway, pirata degli inizi del diciottesimo secolo e nonno di Connor, già protagonista di Assassin’s Creed III.
Una delle critiche mosse a questo titolo era proprio la piattezza del suo personaggio principale, ma stavolta non sarà così: Edward sprizza carisma da ogni poro fin dal primo istante, e continua a migliorare nel corso della storia. Le sue vicissitudini ci porteranno in lungo e largo per i Caraibi, alla ricerca del misterioso Osservatorio e della sua identità di Assassino. Inizialmente, infatti, e per un bel pezzo, Edward non saprà nulla del proprio retaggio e, da buon pirata, il suo unico interesse sarà arricchirsi, senza alcun interesse ad affiliarsi alle due fazioni in lotta. Ciononostante, le sue innate abilità lo renderanno temibile fin da principio, e in grado di misurarsi anche con assassini ben addestrati.
PIRATI DEI CARAIBI
L’esperienza di gioco di Assassin’s Creed IV Black Flag (d’ora in poi, AC4) è costruita a partire da Assassin’s Creed III, ma con diverse novità e migliorie. Alla base, il gameplay è quello classico della serie: ci si muove più o meno liberamente per vaste ambientazioni, con la possibilità di arrampicarsi sugli edifici e sugli alberi per muoversi non visti o piovere dall’alto sulle proprie vittime, senza dimenticare i duelli a fil di spada. La prima differenza col predecessore a saltare all’occhio è l’interfaccia estremamente semplificata: non è più necessario aprire un ingombrante menù per scegliere uno degli oggetti non assegnato alle scelte veloci, dato che tutte le armi e gli strumenti sono raggiungibili premendo una o più volte la croce direzionale. Questo si traduce in una discreta scomodità quando si vuole cambiare arma nel bel mezzo di un combattimento (non viene attivata alcuna pausa durante la selezione), ma di norma è un sistema nettamente più veloce e immediato che in passato.
Anche la caccia degli animali, aspetto apparentemente secondario ma in realtà fondamentale per ottenere upgrade all’equipaggiamento, è stato rivisto e semplificato. In AC3, Ubisoft aveva voluto strafare, implementando una serie di metodi, strumenti e variabili che finivano col rendere la caccia una tortura più che un’attività divertente. Questa volta, invece, sarà sufficiente individuare un animale e sparargli, o pugnalarlo se ci troviamo a distanza utile. Niente più trappole da tornare a esaminare, ricerca per tracce lasciate, appostamenti con esca e attenzione al metodo usato per l’abbattimento, per evitare di rovinare la pelliccia: BANG!, e via di scuoiamento.
Un’altra novità introdotta riguarda l’occhio dell’aquila, l’abilità speciale che i protagonisti si tramandano di padre in figlio: ora è possibile marchiare automaticamente fino a dieci nemici, così da poterne seguire gli spostamenti anche quando sono nascosti alla vista. Per il resto, il sistema di controllo è rimasto il medesimo del predecessore, con tutti i pregi e, soprattutto, i difetti che comporta.
L’eccesso di possibilità, infatti, se sulla carta è un bene, nella realtà finisce con l’appesantire l’esperienza, col risultato che tre volte su quattro Edward farà qualcosa di diverso da quello che vi aspettate, magari appostandosi dietro un angolo quando vorreste arrampicarvi sulla parete (facilmente risolvibile con la pressione del tasto croce), saltando su qualcosa di diverso dal previsto (perché il personaggio non si è voltato nella direzione da noi voluta con la prontezza che ci saremmo aspettati) o prendendo un percorso non voluto a causa di una involontaria, minimale pressione dello stick analogico in quella direzione (magari causato da un movimento della telecamera), per non parlare di quando Edward salta e si appende a qualcosa, rimanendo poi lì bloccato senza arrampicarsi finché non rilasciamo lo stick e lo premiamo nuovamente verso l’alto, che è decisamente anti-intuitivo. Se tutto questo è molto fastidioso di norma, diventa ferocemente frustrante durante inseguimenti o fughe. Certo, è stato un problema della serie da sempre, ma in Assassin’s Creed Revelations si era riusciti a raggiungere un buon compromesso tra le esigenze di libertà e la facilità di spostamento, un risultato poi perduto dai successori.
Anche i combattimenti soffrono di qualche problema. Quando un nemico attacca Edward, magari mentre è impegnato con qualcun altro, sulla sua testa compare un’icona che ci avvisa dell’imminente assalto, permettendoci di utilizzare il contrattacco. Purtroppo la velocità di reazione di Edward con armi diverse dai propri pugni non è quella che ci si aspetterebbe, riducendo quindi la finestra di tempo utile per premere il comando a una frazione di secondo, nonostante l’icona permanga molto di più. Così, spesso si subirà un attacco (e quelli immediatamente successivi) strabuzzando gli occhi e chiedendosene il motivo, dato che pensavamo di aver dato il comando di contrattacco in tempo.
PER UNA BOTTIGLIA DI RUM
Fin qui, sembra che la situazione sia tutte spine, ma ricordiamoci di essere nei Caraibi, e che per muoverci tra Antille e Bahamas ci serve una nave! Ecco entrare in scena la Jackdaw, un brigantino di cui Edward si impadronirà dopo le prime ore di gioco e che, a suo modo, è l’altra protagonista del gioco. Ubisoft ha preso la feature forse più apprezzata di AC3, le missioni navali, e l’ha espansa a dismisura: ora la navigazione non è più un extra, ma l’ossatura stessa del gioco, fondamentale per esplorare la vastissima ambientazione e scoprirne ogni anfratto. Alcuni aspetti sono stati semplificati per non rendere frustranti le lunghe traversate (il vento contrario sarà un problema minore che nel predecessore) o le battaglie (i cannoncini rotanti non devono essere controllati direttamente, è sufficiente premere il tasto triangolo quando compaiono bersagli utili per il tempo necessario a prendere automaticamente la mira), ma nella maggior parte dei casi si è verificato un corposo arricchimento.
Per prima cosa, la Jackdaw può vantare nel suo armamentario non più solo i cannoni di bordata, ma anche palle catenate da sparare dalla prua, per rallentare le navi nemiche, mortai per colpire a notevole distanza e la possibilità di lanciare in acqua barili pieni di esplosivo dalla poppa, per farli saltare al momento giusto con un colpo dei cannoncini. Edward dispone inoltre di un cannocchiale con il quale osservare da lontano le navi nemiche (praticamente tutte) per identificarne tipo, capacità di combattimento e carico. Una volta scelta la propria vittima, si può ingaggiare battaglia con essa non appena giunti a distanza utile, danneggiandola fino a renderla inerme. A questo punto sarà possibile, come è giusto in un gioco sui pirati, abbordarla: la propria ciurma lancerà arpioni per agganciarla e avvicinarla, dopodiché attaccherà l’equipaggio nemico (possibilmente con il contributo di Edward) per prendere possesso del vascello.
Infine, dopo aver saccheggiato il carico, sarà possibile riparare la Jackdaw o, procedendo nel gioco, reclutare i superstiti nella propria ciurma così che non portino notizia dell’attacco, riducendo la notorietà di Edward (raggiunto un certo livello della quale, verranno sguinzagliate potenti navi da guerra sulle nostre tracce), oppure aggiungendo la preda alla propria flotta. Questa volta infatti, invece dei seguaci, potremo allestire una flotta con la quale compiere fruttuose missioni commerciali, o con cui combattere le navi avversarie che infestano le rotte per renderle sicure prima di avviare le missioni.
Non mancano anche i forti da conquistare per liberare le diverse zone dall’influenza templare, che stavolta sono dislocati sulla costa o su isolette. Per prenderne possesso occorrerà abbatterne torri e fortificazioni con la Jackdaw; questo consentirà ai detenuti lì presenti di evadere e scatenare una rivolta, che permetterà ad Edward di sbarcare e uccidere i comandanti con relativa facilità, assumendo il controllo del luogo e svelando la mappa della zona. A questo aggiungiamo anche la possibilità di scendere in una barca a remi per dare la caccia a squali e balene a colpi di arpione, oltre all’ovvia possibilità di potenziare e personalizzare l’aspetto della Jackdaw, e ci rendiamo conto del grande e ottimo lavoro svolto da Ubisoft sulla parte “marittima” di AC4, tale da aver praticamente inserito due giochi in uno.
Interessanti anche gli aspetti social, al di là del multiplayer di cui parleremo tra poco. Esiste infatti la possibilità di imbattersi in eventi online, che possono essere una sfarzosa flotta reale da depredare, un raro capodoglio da cacciare o un ricco forziere da svuotare. Questi eventi dureranno alcune ore e la loro posizione verrà automaticamente condivisa con le persone presenti nella propria lista amici. Oltre a ciò, è possibile esprimere una valutazione su ogni missione giocata, fornendo un utile feedback agli sviluppatori in vista dei giochi futuri.
PICCOLI OMICIDI TRA AMICI
Ritorna anche l’ormai immancabile modalità multiplayer. Per chi non la conoscesse, riassumiamo brevemente: nei panni di un assassino, occorre trovare e uccidere un altro giocatore, designato come nostra vittima dal gioco, evitando che si accorga di noi, così da poterci stordire o scappare. Contemporaneamente, uno o più altri giocatori saranno sulle nostre tracce, senza che noi sappiamo chi ci stia dando la caccia. Ad aiutarci, un radar che ci indica la direzione e la prossimità della vittima e un’ampia scelta di abilità speciali tra cui scegliere, che vanno dalla possibilità di cambiare temporaneamente aspetto all’innescare una mina sulla strada, passando per la capacità di rallentare il tempo in un’area attorno a noi.
Oltre a questa modalità base detta Assassinio, esistono numerose varianti di gioco: abbiamo il Deathmatch, che prevede mappe ridotte e il solo ritratto della vittima, che si illumina quando è in vista; Ricercato, in cui non ci viene assegnata una vittima ma dobbiamo essere noi a capire chi sono gli altri giocatori, per poi ucciderli; il Deathmatch a squadre, ove due team da quattro persone si affrontano in due round alternandosi nei ruoli di vittime e predatori; Assalto al manufatto, in cui bisogna rubare la bandiera nemica evitando che gli avversari facciano lo stesso con la propria, e in cui si è sempre assassini nel proprio territorio e sempre prede in quello avversario o quando si trasporta lo stendardo.
Le due principali novità di questa edizione sono la modalità Branco e il Laboratorio. La prima è una modalità cooperativa in cui le vittime sono gestite dal gioco e bisogna coordinarsi con i propri compagni per ucciderle tutte entro il tempo limite, possibilmente nello stesso momento per ottenere bonus. Dopo aver ucciso un certo numero di nemici, si guadagna tempo extra e si avanza alla sequenza successiva (o ondata, se preferite), con l’obiettivo di arrivare alla numero 25. Di tanto in tanto si presenteranno variazioni, come la necessità di difendere alcuni scrigni uccidendo i ladri che li assaltano o di assassinare alcune prede “infette” che sono immuni ai nostri colpi finché non raccogliamo un determinato bonus. Il Laboratorio, invece, permette di creare e condividere modalità di gioco personalizzate. E’ possibile intervenire su ogni singolo aspetto del gameplay, modificando tempo di gioco, punteggi, armi e abilità consentite e altro ancora. Saremo in grado di creare una modalità memorabile?
La grafica del gioco, benché basata su un motore ormai datato, riesce ancora a stupire, particolarmente con i colpi d’occhio sui paesaggi, i nuovi, estremamente realistici effetti dell’acqua, l’attenzione ai dettagli e le rinnovate animazioni facciali dei protagonisti. A colpire maggiormente è l’aspetto audio, con un doppiaggio di altissimo livello e, soprattutto, le fantastiche canzoni che la ciurma canterà durante la navigazione, o che si potranno udire nei pressi delle taverne.
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