Ricordiamo che la IGS (Indie Games Studio) al momento è formata da una sola persona, ciò significa che il gioco che andremo ad analizzare è il risultato di anni di studio dello sviluppatore, anni in cui si è formato una competenza programmatoria, grafica e sonora, per poter creare un titolo secondo le sue preferenze. Ha investito tanti soldi per poter riuscire in questo suo progetto, si è fatto aiutare dai suoi amici, e ha anche dedicato il personaggio principale ad uno YouTuber che esiste veramente e che porta contenuti relativi a Resident Evil. Nonostante ciò, questa nota non è una giustificazione per eventuali bug o problemi che presenta il gioco e la recensione sarà critica come sempre, tuttavia essendo una sola persona a gestire tutto quanto, ci sarà bisogno di più tempo per gli update, i bug fix, i suggerimenti e tutte le possibili migliorie da fare al gioco.
Detto questo, cominciamo!
Quando si parla di genere horror al giorno d'oggi, si pensa soltanto a sangue, violenza, rumori forti, urla, inseguimenti chilometrici e personaggi vomitevolmente deformi. Andando avanti negli anni si è persa l'ansia, la misteriosità ed il silenzio assordante dei luoghi tenebri e oscuri in cui si svolgono le vicende spaventose dei videogiochi di questo genere, i comportamenti macabri e distorti dei personaggi cattivi e l'approccio violento ma misurato del gameplay. Adesso gli sviluppatori (o per lo meno, la maggior parte) non puntano più sul dare al giocatore un'esperienza da far gelare il sangue e avere gli incubi di notte, ma danno la priorità a grafica e longevità, creando così un minestrone bellissimo a vedersi ma dal sapore acquoso, quasi insipido, com'è successo alla saga di Five Nights At Freddy's, prendendo per esempio il loro ultimo titolo, ovvero Security Breach, dove il lato Horror è stato trascurato molto di più rispetto gli altri capitoli, concentrando tutte le risorse disponibile a renderlo esteticamente bello e realistico. Si può benissimo trovare un equilibrio tra entrambi i fattori, ma se cerchiamo un gioco horror, il lato spaventoso va messo in primo piano rispetto a tutto il resto.
Ricordiamo i classici degli anni '90 come Resident Evil, Silent Hill, Dead Space e molti altri che, con la loro qualità video limitata agli anni in cui sono stati sviluppati, sono comunque riusciti a trasmettere l'orrore, l'ansia e la paura di questo misterioso genere videoludico. EBOLA 3 richiama perfettamente questi anni, dove la tecnologia stava ancora compiendo i primi passi in questo mondo ed i videogiochi 3D erano appena nati, con una grafica ed un sonoro adattati al periodo moderno, ma con le meccaniche e i puzzle che chiunque abbia giocato i titoli sopra citati, riconoscerà subito.
Sviluppato dalla Indie Games Studio, e pubblicato su Steam, itch.io e VK Player il 19 Settembre 2022, EBOLA 3 è il terzo capitolo della serie che è stato rilasciato per la prima volta l'11 Luglio 2019, non riscontrando però molto successo per via di alcuni frame lag pesanti all'interno di determinate aree delle mappe e rendendo il gioco impossibile da giocare. C'è sempre tempo e spazio per migliorare, ed è proprio quello che ha fatto lo sviluppatore del gioco: pur presentando qualche imperfezione e bug di qua e di là, ha sicuramente fatto un enorme passo avanti da tutti i punti di vista.
Come citato in precedenza, EBOLA 3 riporta in vita i grandi classici degli anni '90, prendendo spunto più specificatamente dalla saga di Resident Evil: la trama si basa anch'essa sulla fuga di un virus creato in laboratorio (in questo caso, un laboratorio collocato nei sotterranei dell'ospedale dove verremo ricoverati), che muta la genetica delle specie che ne vengono a contatto , trasformandole in zombie. Dopo che tutta la città ne è stata invasa, sarà compito nostro rimediare al danno recatoci da questa malattia, facendoci strada tra ardue scelte e sacrifici necessari per terminare questo incubo.
Il gioco ci presenta tre possibili finali, i quali saranno influenzati da gameplay e dalle decisioni che prenderemo in punti nevralgici della storia. Ci saranno il finale da infetto, uno da sopravvissuto e uno dove sopravvivremo al virus, ma moriremo in un'altra maniera. Possiamo riassumere tutti questi tre finali come la Bad, la Good e la Neutral ending, tutti e tre costellate di sacrifici, sangue e violenza. Dopo aver scelto la nostra strada all'inizio del gioco, tramite due decisioni essenziali ed importanti per lo svolgimento della storia, faremo vari incontri con superstiti che in qualche modo sono riusciti a non farsi infettare dal virus: alcuni ci aiuteranno a compiere la nostra missione, altri proveranno a fermarci e ad ucciderci.
Una vicenda ben organizzata e fatta di decisioni personali ha anche bisogno di una mappa decisamente estesa per permetterci di strutturare la nostra avventura nella maniera che più ci piace, ed è per questo che in EBOLA 3 avremo a disposizione tantissimi luoghi da esplorare per poter raccogliere le risorse necessarie per i vari nemici che incontreremo lungo il cammino, poter scoprire tutti i segreti che lo sviluppatore si è divertito a nascondere di qua e di là, come le statuette dei poliziotti che sono in totale venticinque da trovare e distruggere, e poter vivere un'avventura quanto più lunga possibile. Le boss fight contro questi mostri mutanti, a volte dovranno essere combattute, altre volte potremmo scegliere se scappare, oppure uccidere il boss e continuare con la nostra avventura. Nel caso in cui decidessimo di restare, dovremo fare economia di proiettili, sacche di sangue e coraggio e affrontare chiunque ci si pari davanti, se invece prenderemo la decisione da "vigliacchi", eviteremo semplicemente di sprecare munizioni e vita inutilmente. Quest'ultima decisione risulterà in un handicap che ci verrà presentato più avanti, come la privazione di un'area dell'ospedale o altro.
Gli oggetti curativi come le piante e i medicinali liquidi, simbolo dei Resident Evil più recenti, su EBOLA 3 saranno degli impacchi di sangue di diversi gruppi sanguigni, avremo l'impacco di sangue di tipo A, di tipo B, di tipo AB etc. Ognuno di loro avrà un effetto curativo più o meno efficace, con la possibilità di trovare un impacco giallo chiamata Sangue Plasma, che è l'oggetto curativo più potente del gioco, molto raro e che dovremo utilizzare solamente in casi estremi. Il gioco presenta anche una vasta quantità di armi, infatti potremo scegliere tra pistole, fucili d'assalto pesanti e non, fucili a pompa e, se preferiamo un approccio più diretto, c'è sempre il vecchio e buon amico, coltello di sopravvivenza che ci farà risparmiare innumerevoli quantità di munizioni uccidendo gli zombie semplici, per poter sfruttare il nostro arsenale più violento per i boss e per i mini-boss.
La Indie Games Studio ha voluto continuare con la sua serie EBOLA nonostante le critiche miste da parte dei giocatori, senza farsi abbattere da quest'ultime ma utilizzandole per andare avanti, per crescere e per poter dare alla luce il frutto di questi anni di lavoro. Rispetto al primo capitolo, lo sviluppatore, ha effettivamente fatto un salto di qualità? Sicuramente la IGS ha seguito un percorso di crescita sotto tutti i punti di vista: grafici, sonori, di ottimizzazione del gioco, di storia etc. Ci sono ancora varie migliorie che possono essere apportate al gioco: possono essere rimossi alcuni bug strambi, per esempio il movimento improvviso delle persone impiccate e attaccate al soffitto, che ogni tanto iniziano ad ondeggiare a destra e a sinistra violentemente senza che abbiano fatto contatto con nulla, oppure dei filamenti rossi che escono dagli arti degli zombie quando vengono colpiti, nel gioco esiste la possibilità di smembrare i nemici, se spariamo alla mano, essa si staccherà, stessa cosa se spariamo alle braccia, e se invece puntiamo alle gambe, gli zombie non avranno più la possibilità di camminare e inizieranno a strisciare per terra cercando di raggiungerci. Alcuni avranno anche degli elmetti resistenti, come quelli delle forze speciali o da muratore, che ci obbligheranno a sparare al torace o appunto ai vari arti. Il problema è che capita ogni tanto che i filamenti rossi che dovrebbero rappresentare le vene o i tendini, si estendono incredibilmente, iniziando a volare in giro per la stanza creando confusione.
Nonostante la presenza di bug visivi, il gioco non ha nessun problema di glitch o altri artefatti importanti: le meccaniche funzionano sempre e bene, rendendo il gameplay liscio e piacevole e, se potessero essere risolti i bug grafici, sicuramente sarebbe un bel passo in avanti anche se, comunque, il gioco funziona. La grafica non è esattamente next-gen, ma curata nei minimi dettagli e molto realistica. Si notano un po' di imperfezioni nei movimenti dei personaggi e in alcune cut-scenes, dove la bocca non va in sincrono con le parole che vengono dette, ma si allarga e si contrae casualmente e lo stesso accade con gli occhi, che ogni tanto vanno per conto loro. Anche i dialoghi o i monologhi dei personaggi potrebbero essere migliorati affinando il copione scritto e ripetendolo più volte prima di registrare la battuta definitiva. I movimenti degli zombie invece sono molto ben fatti, lo zoppicare velocemente, il correrti incontro, lo strisciare per afferrarti e i vari jumpscare che compariranno all'interno del gioco, sono improvvisi e nei posti giusti, ovvero quando abbassiamo un po' la guardia e ci rilassiamo per un attimo, ci compare un mostro affamato di carne umana che ci inizierà ad attaccare, lasciandoci pochissimo tempo per reagire.
C'è la possibilità di scegliere la difficoltà nella quale affrontare il gioco, se facile, media o difficile, e in base a queste, troveremo più o meno oggetti curativi, proiettili o polvere da sparo per crearli, gli zombie saranno più o meno resistenti e le boss fight saranno più o meno durature e complicate. Una pecca molto fastidiosa ma semplice da aggiustare, sono le traduzioni dalla lingua originale a quella italiana che, purtroppo, sono letterali, e ogni tanto ci si può confondere leggendo frasi che magari in inglese hanno un costrutto che ha senso, ma in italiano quel costrutto non esiste e si viene a creare un ammasso slegato di parole, ad esempio nel menu la difficoltà facile si chiama luce, probabilmente perché in inglese sarebbe "light" nella connotazione di leggera, ma il primo significato italiano è luce, per questo si crea questa confusione spiacevole.
La storia pur seguendo la traccia di quella di Resident Evil, è completamente diversa, i personaggi, il nostro ruolo all'interno della storia, gli oggetti, i plot e le varie ambientazioni, tutto questo vissuto in prima persona. Possiamo dire che la IGS ha unito il Resident Evil 3 classico, degli anni '90, ai moderni Resident Evil 7 e 8, aggiungendo e personalizzando a proprio piacimento tutto quanto che, pur con alcune imperfezioni di qua e di là, risulta intrigante e piacevole da giocare.
Modus Operandi:
Abbiamo rivissuto le emozioni dei vecchi classici adattati alla tecnologia moderna, e ci siamo fatti strada in mezzo ad innumerevoli morti viventi grazie ad un codice fornitoci da Indie Games Studio.